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È davvero possibile
dire a qualcuno come ci si sente?

Scendo dal palco e le mani mi tremano ancora. Raggiungo Mia che mi aspetta a braccia aperte e, nel frattempo, riesco ad intravedere Josh uscire tra la folla.

«Sei stata pazzesca! Sicuramente verrai accettata.» mi abbraccia calorosamente.

Annuisco, staccandomi da quel corpo snello e dai ricci ribelli.

Non voglio cantare vittoria troppo presto, posso benissimo non essere stata accettata. Ci sono così tante persone e così tanti talenti. Mi torna in mente Josh con la sua canzone. Josh che mi ha letteralmente salvato la pelle, mi ha aiutata, e io gliel'ho lasciato fare.

«Non è nessuno.»

Quale persona ti chiama così per poi aiutarti?

Ma io non voglio avere nulla a che fare con lui. Siamo solo due note stonate destinate a scontrarci. Due note incapaci di poter creare qualcosa che non sia un accordo imperfetto.

Mamma è morta, e io mi sono tagliata gli occhi coi cocci dei miei rimpianti. Eravamo sempre state io e lei, insieme; era parte di me più di quanto lo fossero i miei polmoni, le mie ossa, il mio cuore. Allora mi aggrappo ai miei ricordi di lei, mi ci ancoro con tutte le mie forze. E mentre li stringo con tutta me stessa l'unica cosa a cui riesco a pensare è che, più di tutto, più di qualsiasi altra priorità, più di ogni altra cosa al
mondo, desidero le sue braccia, il calore delle sue mani, le carezze che mi lasciava prima di andare a dormire.

E avrei desiderato la sua presenza alla mia audizione, ma io sono qui perché lei non c'è più.

E niente sarebbe più stato come prima. Né la Svezia, né la mia vita. Nemmeno io.

La voglia di camminare obbliga il mio corpo a tornare a casa a piedi. Mi ricorda le lunghe passeggiata tra i boschi immensi della Svezia, sotto il suo cielo stellato. È qui che che la nostalgia prende il sopravvento.

Mi accorgo immediatamente che a casa non c'è nessuno. O meglio, mio padre non c'è, ma al suo posto trovo un bigliettino attaccato sul frigo con scritto solamente 'farò tardi a lavoro, non aspettarmi a cena.' Così passo il resto del pomeriggio a girovagare per la casa in chiamata con Carly a raccontarle tutto ciò che sta accadendo.

Al sentire la sua voce un altro pezzo del mio cuore si spezza. Mi manca come l'aria.

«Verrai sicuramente presa, tranquilla.» ripete le stesse parole di Mia. Nel frattempo mi stendo sul divano, poi passo al bancone della cucina, infine ritorno in camera mia.

«Hai conosciuto qualcuno? C'è qualche ragazzo carino?» ridacchia. Riesco a immaginare per un secondo i suoi occhi blu socchiusi.

«Ho conosciuto qualcuno, ma nessuno è te.» Un sospiro mi invade l'anima.

«Sono inimitabile, tesoro.» scherza. «E com'è la città, la scuola? Voglio che mi racconti tutto.» mi chiede curiosa.

Penso che sarebbe stata benissimo al mio posto, a Boston. «Ti piacerebbe qui, penso.» Ama viaggiare e spesso ripeteva quanto la Svezia la soffocasse. «Però non è la Svezia.» aggiungo.

«Non esiste solo la Svezia, Kelly.»

Allora perché mi sento un vuoto incolmabile dentro? Perché Boston non riesce a aggiustarmi e far sparire il dolore? Mi sono allontana dall''unico posto che sapeva ancora un po' di lei, che poteva tener in vita i miei ricordi, gli stessi che mi lacerano ogni giorno.

Love Song - sulle note dell'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora