A volte nella musica
si trovano le risposte che cerchi,
quasi senza cercarle.«Papà, sei sicuro che starai bene?» insisto per l'ennesima volta andandogli incontro per ogni minima accortezza.
È stato dimesso proprio oggi dall'ospedale, è in piedi, vivo e vegeto, eppure io mi comporto come se fossi sua madre. Lo inseguo e gli medico la ferita sulla testa come se non ci fosse un domani. Non mi importa più che abbia perso la gara, mi interessa solo che sia vivo.
«Per la decima volta, si Kelly, sto bene.» ripete divertito, mente si stende con la velocità di una lumaca sul divano.
Mi fermo davanti a lui, con le braccia incrociate, e lo scruto attentamente per accertarmi che mi stia dicendo la verità. E in tutto questo lui accende la televisione mentre io ho indosso un semplice copricostume colmo di payette viola, preso in prestito da Cloe, e una borsetta che continua a scivolarmi dalla spalla.
Due luci bianche filtrano dalle finestre della sala, e un colpo di clacson risuona nelle mura, facendomi sorridere.
È arrivato.
«Vai a quel falò, forza.» mi incita mio padre con la mano, mentre con l'altra copre uno sbadiglio sulla bocca. «È giusto che te e Josh festeggiate la canzone.»
Non appena ho saputo della notizia sono corsa in ospedale a raccontargli tutto, mi sono messa a saltellare e correre per il reparto, finché non mi sono tuffata, forse per la prima volta, veramente, nelle braccia di mio padre. E lui mi ha accolta come non aveva mai fatto, mi ha consolata, mi ha ascoltata con la stessa intensità con cui lo faceva la mamma, con lo stesso sorriso e ammirazione.
«Sei sicuro che posso andare?» ribadisco ancora e ancora, senza sosta. Perché la paura, a volte, è più forte di tutte le emozioni belle messe insieme, è capace di comandarti. E la paura di perderlo mi ha assalita dalla testa ai piedi, e mi ha impedito di respirare.
Papà annuisce e si volta di nuovo verso la tv, quando il suono del clacson ritorna insistente. «Non far aspettare il tuo partner.» mi prende in giro, ed io impallidisco di colpo.
«Non è il mio partner!» inizio a tingermi di rosso e le guance mi bollono come una pentola sul fuoco che sta per scoppiare.
Cosa è Josh per me?
Chi è esattamente, nella mia vita?
Ma soprattutto, quanto è importante?
Perché ormai è una costante per me, nella mia vita, nella mia musica. Ed io non desidero condividere la sua voce con nessun altro. Sono egoista, la voglio solo per me, per il mio cuore. Amo la sua voce quando si lega alla mia, e forse amo anche lui.
Non ho raccontato a mio padre i dettagli della gara, di noi due sul palco, e delle nostre labbra attaccate come colla, ma non c'è ne è bisogno, perché sembra aver compreso tutto. E ne è felice, non ha paura che possa ferirmi o farmi del male, sa che è pronto a proteggere il mio cuore.
Mi dirigo finalmente verso la porta ma proprio nel momento in cui sto per abbassare la maniglia, Daniel mi richiama. «Kelly.»
Mi volto di scatto, come una molla, allarmata.
«Sono fiero di te.» sorride, e il mio cuore scoppia di gioia.
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Love Song - sulle note dell'amore
Romance- Esiste solo lui. Solo le sue labbra. Solo la nostra canzone d'amore sigillata da questo bacio. Perché siamo quell'amore che i cantanti cantano, tanto forte, potente e immenso che sembra esagerato e impossibile. Con il petto che sembra esplodere...