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Di tutte le canzoni d'amore che ho ascoltato,
la nostra è la mia preferita.



Josh

Devo ammettere a me stesso che portare Kelly alla Ace of Hearts Records non è stata una cattiva idea. I suoi occhi si sono persi in quel nuovo mondo brillante ed io, invece, mi sto perdendo sempre di più nei suoi occhi.

Amo vederla splendere in quel luogo, convinto che in futuro sarebbe diventata la sua carriera, la sua casa discografica.

La scritta a neon brilla gigantesca e, come ogni volta, mi sento così piccolo sotto quel palazzo gigante. Ogni volta ero stralunato, incantato, ma sempre più grato. Ogni volta che ci tornavo mi ricordavo che non c'era solo buio nella mia vita, ma che qualche sprazzo di luce brillava ancora.

E mi ricordavo che mio padre non aveva compiuto solo brutte azioni nella sua vita. Infatti il direttore della casa discografica era un suo più caro amico, quell'amico che nonostante i soldi resta una persona umile. Quell'amico che, anche se tuo padre va in carcere, non ti abbandona ma ti sostiene.

E il caro e vecchio Jeff non mi ha mai abbandonato. Non mi faccio vivo da parecchio, ma so che qui le porte per me sono sempre aperte. So che qui posso trovare la mia seconda casa, la mia musica.

Jeff conosce benissimo non solo le mie passioni, ma anche le mie doti e il mio talento. Suonavo spesso qui dentro insieme a lui e mio padre.

Mi trovo fermo, immobile, con Kelly proprio davanti all'entrata, prima della porta girevole. E sento il cuore battere senza sosta. Ingoio un groppo di saliva, non immaginando che mi sarei sentito così al mio ritorno. Perché so già che, appena varcata la soglia, una marea di ricordi e malinconia è già pronta ad invadermi la mia mente e il mio cuore.

«Possiamo entrare?» chiede Kelly accanto a me con voce dolce.

Riesco soltanto ad annuire, sforzando un sorriso tirato. Non vorrei mai che si accorga dell'effetto che mi fa questo posto, non ho intenzione di rovinarle l'atmosfera, ma il cuore brucia ed è difficile spegnerlo.

«Tutto bene?»

Appunto...

I suoi occhi mi perlustrano e mi fanno sentire così esposto, così vulnerabile accanto a lei. Non mi guarda con pietà, non lo ha mai fatto, ma lo fa come qualcuno che è riuscito a condividere il mio dolore, a capirlo, qualcuno che mi aiuta a camminare con esso.

«Certo. Andiamo.» pronuncio incerto.

Così i miei piedi iniziano a camminare in automatico, conoscendo la strada a memoria. Con il braccio le cingo le spalle in un gesto così spontaneo che quasi mi spavento di me stesso. Con la coda dell'occhio la vedo prima sussultare leggermente, poi accennare un sorriso, però quello che non sa è che quel piccolo contatto per me sta diventando sempre più indispensabile.

Mi sento all'improvviso il Josh di dieci anni che per la noia si metteva a suonare quel piano, oppure si divertiva a cambiare i tasti nella sala registrazioni.

Mi dirigo con Kelly verso l'ufficio principale ma una voce dietro di me mi precede. Non una voce qualunque, ma un vocione quasi burbero, capace di far vibrare tutte le pareti di questo studio.

«Che mi venga un colpo.» Due baffi spuntano sulla mia visuale, la figura snella ma muscolosa e la solita e immancabile camicia a scacchi. «Allora è proprio vero che chi non muore si rivede.»

Love Song - sulle note dell'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora