Il momento migliore della giornata, per Arthaemys, era la sera. Dopo cena, quando tutti si erano ritirati nelle proprie camere, lei poteva permettersi di sgattaiolare in biblioteca e leggere qualche libro che la tenesse impegnata dai veri problemi del Regno : una probabile lotta per il potere.
A seguito dello spettacolo messo su, sia da Daemon che da Aemond, Viserys aveva deciso di recludersi nelle sue stanze per l'immensa vergogna. Soprattutto per ciò che avrebbe pensato la casata dei Velaryon, e il celato ma non sconosciuto astio da parte della Principessa Rhaenys – la Regina che non fu – la quale avrebbe avuto altri motivi in più per giustificare le mancanze da parte di Re Viserys, secondo lei non adatto e troppo debole per Regnare a nome di Casa Targaryen.
La fanciulla dagli occhi viola sfogliò un'altra pagina di quel tomo scritto in Valyriano, che raccontava di com'era stata fondata Valyria, della comparsa dei draghi, e che non aveva ancora un finale scritto. Era tutto così silenzioso, si ritrovò a pensare. Non volavano mosche, non si sentiva nemmeno il vento che, impetuoso, borbottava al di fuori delle mura.
Arthaemys lanciò uno sguardo alla sua candela, posta al centro del tavolo di ciliegio, e si accorse che la fiamma stava per spegnersi. Affievolita, irradiava le ultime fiammate di luce. Decise quindi di uscire a prendere un'altra: il sonno tardava ad arrivare, e sinceramente non aveva molta voglia di rigirarsi nel letto tanta era l'adrenalina che le scorreva nelle vene.
Fece per aprire la porta ma un rimbombare di passi – che lei riconobbe come stivali – la ridestarono da quella silenziosa fuga clandestina. Si spiaccicò contro uno scaffale, sbirciando che non fosse qualche guardia, e attese. La porta della biblioteca si aprì non appena Arthaemys si fu resa conto del fatto che i passi si erano fermati proprio di fronte all'entrata. Tanta era la fretta, che si era dimenticata di spegnere la candela. Entrò piano, lo sconosciuto nascosto dalla penombra, con passi decisi, come se cercasse qualcosa. Il suo respiro si fece più pesante quando lo scaffale a cui si era appoggiata scricchiolò improvvisamente. E lo sconosciuto si voltò.
Egli non era altri che Aemond Targaryen.
"Esci fuori, so bene che sei nascosta tra questi polverosi libri" la voce divertita del Principe smossero le viscere della giovane fanciulla, che – percossa dall'adrenalina – aveva immediatamente abbandonato il suo nascondiglio. "Principe, io-"
"E' una sorpresa per me, Mys, trovarti qui a quest'ora della notte" replicò il Guercio, grattandosi al di sotto della benda per il fastidioso prurito che di tanto in tanto si palesava, a ricordargli che un occhio non ce l'aveva più.
"Come avete fatto a sapere ch'ero io?" domandò, incrociando le braccia dietro la schiena e azzardando qualche passo verso il suo interlocutore, che adesso si poggiava sul tavolo con il sedere. "Eppure come maestra dei sussurri ti credevo più scaltra, sai?"
Il suo fuorviare le domande innervosiva Arthaemys, che per qualche briciolo di secondo, avrebbe rischiato la sua vita pur di rimproverarlo. "Io.."
Aemond le intimò di avvicinarsi ulteriormente, e con la vicinanza che drasticamente diminuiva, i battiti del cuore di Arthaemys acceleravano, così come il suo respiro. "Fatti guardare meglio.." sussurrò il Principe, tendendo una mano per afferrare delicatamente il viso bianco latteo della giovane Valyriana. Lo scostò a destra, poi a sinistra, e si fermò quando ad Arthaemys scappò un sospiro. Forse dettato dalla paura, non ben definita.
"Sei bella..sei intelligente..Cosa ci fai qui, Arthaemys? Approdo del Re è davvero solo una via di fuga, o c'è dell'altro?"
La giovane cercò in tutti i modi di ricomporsi e riappropriarsi di quel briciolo di lucidità che le rimaneva. "Valyria è stata distrutta, mio Signore..E' un miracolo che Vostra Grazia il Re abbia deciso di accoglierci.."
Aemond mormorò. "Mh."
"Posso..-" ma le vane speranze di Arthaemys di andare via furono spazzate dalle mani di Aemond, che la afferrarono per i fianchi e la spinsero contro il suo corpo allenato e rigido. "No, Mys..Voglio stare ancora un po' con te. Abbiamo ballato per così poco tempo, ieri sera"
Arthaemys lo sapeva che il Principe Guercio si divertiva a giocare con le ragazze, benché molte avessero timore di lui, non solo per il suo aspetto ma anche per il carattere imprevedibile.
Bastò poco: la vicinanza, i respiri corti e caldi, le mani di lui sui fianchi di lei, e dopo un interminabile silenzio e sguardi lucidi di malizia, le loro labbra si scontrarono con forte desiderio.
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𝐈𝐍 𝐕𝐈𝐍𝐎 𝐕𝐄𝐑𝐈𝐓𝐀𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]
FantasyArthaemys è una giovane scriba di diciannove anni, dalla folta chioma scura e ribelle. E' figlia di un lord di nome Jeor Nohreos della vecchia Valyria, che in cerca di fortuna - e scappato al disastro - si rifugia a Westeros, precisamente ad Approdo...