33| Il mondo che abbiamo creato

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Daemon ritrovò il corpo carbonizzato di Jacaerys Velaryon sulla riva del mare, all'alba del nuovo giorno. Aveva appena smesso di piovere, e l'aria umida ed il forte odore di terriccio bagnato e fumo aleggiavano nei dintorni. Il Principe dovette assicurarsi con minuziosità che quello fosse il corpo del suo figliastro, prima di decidere di riportarlo a sua madre. La stabilità mentale di Rhaenyra era appesa ad un filo, a quel punto.

E al solo pensiero di rivedere il volto sfigurato dal dolore e dalla disperazione di sua moglie, Daemon ebbe qualche ripensamento. Come poteva una madre sopportare uno strazio simile?

Affidò il compito di riportare la salma a Jeor, che a quel punto pareva essere l'unico rimasto con un briciolo di lucidità, poi Daemon sparì col suo drago, alla ribalta della vendetta.

La Regina non aveva avuto nemmeno il tempo di vestirsi e raggiungere il concilio, che la figura autoritaria del Valyriano apparve alla porta, con un sacco in cui vi era avvolto qualcuno. "Vostra Grazia.." cominciò Jeor, ma lei lo interruppe. "Per tutti gli dei, Nohreos, dimmi che quello è Aegon Targaryen e nessuno qui rischierà la mia furia."

Jeor deglutì, a corto di parole, per la prima volta nella sua vita. "Ebbene?" lo incalzò Rhaenyra, ma egli non ebbe il coraggio di risponderle. "Sarò io a scoprirlo, allora" avanzò la donna, lisciandosi l'abito prima di attraversare la stanza. Calò un silenzio innaturale, spezzato soltanto dal vento che si stava svegliando con l'innalzarsi del sole in cielo. Si chinò, e aprì il sacco contenente la salma che vi era avvolta. La fretta di scoprire chi vi fosse celato, la portò ad ignorare il luminoso anello che suo figlio maggiore indossava sempre al dito, e sembrò illuminarsi a festa. "Il bastardo è morto, il bastardo-"

"no, Vostra Grazia." sputò fuori Jeor, in un impeto coraggioso. "Questo non è Aegon.. E' Jacaerys."

 Aegon arrivò nella capitale giusto in tempo per gustarsi le urla strazianti di Rhaenyra

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Aegon arrivò nella capitale giusto in tempo per gustarsi le urla strazianti di Rhaenyra. Dolore, tantissimo dolore squarciava il petto della donna che un tempo aveva sperato un futuro tranquillo per i suoi figli, e per quelli che avrebbe voluto con Daemon. Ma gli Dei si erano burlati di lei sin dall'inizio, e ciò a quel punto era chiaro a chiunque.

Sunfire era in trepidante attesa che il suo cavaliere gli domandasse cosa fare, ma l'usurpatore voleva godersi quel sentimento di oscuro piacere ancora per un po'.

"Io raderò al suolo ogni cosa, ucciderò il mio fratellastro e non mi fermerò fin quando alcun battito di cuore si sarà arrestato. Io regnerò su cenere e ossa!" esclamò la Regina Nera, fuori controllo. Il concilio era spaventato, Arthaemys era spaventata. La guerra era ormai arrivata.


Mentre si discuteva animatamente sul da farsi, ed Aegon era nascosto tra i cieli aspettando il momento giusto per il confronto con sua sorella, alle porte della fortezza si presentò l'ennesima inaspettata piega di quella giornata . Helaena Targaryen era tornata a casa, sprovvista di ogni avere, e mal conciata. Piangeva e a stento si reggeva in piedi, borbottando dei suoi poveri figli. A trovarla fu proprio Aemond. "Sorella!" esclamò allarmato, ma anche sorpreso, mentre ella arrancava per poter raggiungere suo fratello. " Me li hanno ammazzati tutti, 'Mond"

La morte dei figli di Helaena divenne motivo di pena per Arthaemys, che pensava al suo – nel proprio grembo – incapace di trovare la forza necessaria affinché potesse lasciarlo andare, quando sarebbe arrivato il momento. Fu Jeor ad avvolgere nella sua ala protettiva la più innocente dei Verdi, singhiozzante e senza una ragione in più per vivere.

𝐈𝐍 𝐕𝐈𝐍𝐎 𝐕𝐄𝐑𝐈𝐓𝐀𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora