14| Da Padre a Figlio

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Viserys soffriva più di quanto desse a vedere. Il suo viso stava marcendo, e nemmeno la maschera che indossava riusciva più a nascondere ciò che lui definiva ''Una punizione degli Dei." Era stato persino costretto ad amputare un braccio.

Ma Arthaemys sembrava essere l'unica a non avere paura del suo aspetto: mentre leggeva, ancora una volta, della conquista dei sette regni, la giovane recitava fluentemente sotto lo sguardo sereno e pieno di pace del Re. "Mi mancherai molto, cara" ammise quella mattina Viserys, mentre il sole sorgeva e i primi raggi avevano cominciato ad invadere la camera. "Vostra Maestà-" "Chiamami Viserys, per favore"

Arthaemys sentiva il cuore batterle all'impazzata. Per il dolore imminente che avrebbe provato quando avrebbe perso il suo unico e vero amico, poiché di nessun altri si poteva fidare. Ma soprattutto per l'affetto immeritato che Viserys provava per lei.

"Voglio darti una cosa, prima di lasciarti" e la giovane sapeva che quella sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe visto. Decise di imprimersi nella mente ciò che ricordava del suo volto, della saggezza e della bontà, e persino della sua ingenuità. Conservandoli per sempre nel suo cuore, perché tempi bui si sarebbero presto avvicinati.

Il Re si alzò, con un po' di fatica, e raggiunse il caminetto spento dove vi era posto un uovo. Aveva le scaglie verdi. Lo raccolse, con il suo unico braccio, mentre la Valyriana - intuendo ciò che sarebbe successo - chiuse di scatto il libro e si alzò in piedi. "No Viserys, non posso accettarlo-"

"Mia cara..Provieni da Valyria, sei destinata ad essere una cavalcatrice di draghi e il tuo sangue non può mentire. Accetta il mio regalo, ti prego. Quando si schiuderà, sarà allora che le mie benedizioni scenderanno su di te."

Arthaemys nascose gelosamente il suo uovo di drago in un pastrano di pelle, e lo tenne al caldo nel caminetto della sua stanza

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Arthaemys nascose gelosamente il suo uovo di drago in un pastrano di pelle, e lo tenne al caldo nel caminetto della sua stanza. Non avrebbe mai permesso che qualcuno mettesse le mani sul dono che le aveva fatto Viserys, l'ultima volta che lo aveva visto, vivo.

Si diresse poi, come di consuetudine, da Maestro Aemon. Dovevano terminare di riportare i nomi della generazione Stark su un tomo vecchio e polveroso, depositato poi in biblioteca. Ma qualcuno aveva altri piani per lei. Infatti, non appena attraversò il corridoio che portava alla sala del consiglio, udì una voce furiosa e squillante che stava dando del filo da torcere a qualcuno. "Non esiste che passi ogni notte ad ubriacarti e a molestare ragazzine! Tu in un futuro molto vicino sarai il Re, non posso permetterti di infangare il nome di tuo padre!"

Alicent, pensò immediatamente Arthaemys.

Stava rimproverando qualcuno...ma chi?

Beh, la risposta non tardò ad arrivare. "Ma nostro padre ha designato Rhaenyra. Io non ho desiderio di regnare, madre..-" uno rumore sordo, come quello di uno schiaffo, spezzò la tensione.

A quanto pare il piano degli Hightower era chiaro: spodestare Rhaenyra e insediare Aegon al suo posto. Ciò avrebbe scatenato una guerra.

𝐈𝐍 𝐕𝐈𝐍𝐎 𝐕𝐄𝐑𝐈𝐓𝐀𝐒 [𝐀𝐞𝐦𝐨𝐧𝐝 𝐓𝐚𝐫𝐠𝐚𝐫𝐲𝐞𝐧]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora