Capitolo 3

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-e anche oggi è andata- sussurrò Gayle chiudendo un momento gli occhi neri per poi riaprirli e posarli sul biondo che stava camminando al suo fianco con calma mentre guardava qualcosa sul telefono -stai bene?-

-si Gayle- sussurrò Carey riponendo il telefono nella tasca della giacca che indossava e sorridendo in direzione del suo migliore amico -sono solo stanco-

-puoi dire al capo di farti aiutare da qualcun altro, potrei farlo anch'io- disse il moro mordendosi il labbro inferiore -so che vuoi recuperare il tempo che secondo te hai perso quando ti sei preso una pausa per la maternità ma così ti distruggi e basta-

-mi sento in colpa-

-secondo te Thomas e Jone recupereranno in questo modo le ore che tu stai coprendo? Certo che no quindi smettila di fare il cocciuto e fatti aiutare da me o da qualcun altro- concluse il discorso Gayle raggiungendo finalmente la sua macchina -ti do un passaggio-

-sprechi solo benzina posso andare a piedi- sussurrò Carey.

-cazzo Carey sei proprio cocciuto a volte- sbuffò Gayle aprendo la portiera della sua macchia dal lato del passeggero e spingendoci dentro quasi a forza il biondo prima di salire anche lui in macchina -sai che non ho la minima intenzione di farti andare a piedi da solo-

-sei troppo iperprotettivo Gayle ormai mi è già successo il peggio quindi perché ti preoccupi tanto?- domandò il biondo al beta che sbuffò mettendo in moto la macchina.

-la cintura- gli disse sena guardarlo e Carey se la mise immediatamente -e lo so che per te quello che di peggio poteva succedere è già avvenuto ma vorrei non vederti nuovamente in quello stato e poi sono il tuo migliore amico permettimi di essere preoccupato per te-

-ti preoccupi sempre troppo Gayle. Come con Manuel quando ti sei quasi fatto pestare a sangue da lui-

-okay ho avuto la peggio in quel caso perché Manuel è sempre stato più forte di me ma non puoi dire che io non l'abbia comunque riempito di lividi- rispose soddisfatto Gayle mentre Carey alzava gli occhi al cielo per quelle parole ricordandosi però di come si era preso un colpo quando aveva visto il suo migliore amico in quelle condizioni pietose e si era sentito peggio quando aveva capito che era finito in quello stato perché era andato a cercare e picchiare il suo ex. Gayle che era stato il primo quando lui si era messo con Manuel a dirgli che non lo vedeva tanto serio ma ovviamente non gli aveva dato ascolto. Quando poi era rimasto incita di Sammy e Manuel lo aveva lasciato da solo a crescere il figlio aveva capito che doveva davvero fidarsi sulle prime impressioni che aveva Gayle: il moro non sbagliava mai.

-lividi che gli sono passati in pochi giorni mentre tu a momenti non ti potevi muovere altrimenti provavi dolori atroci per più settimane- sussurrò poi Carey -tra te e mio fratello non so chi mi protegge di più- concluse sorridendo e chiudendo per un momento gli occhi.

-questo perché ci teniamo a te Carey, Sammy lo devi andare a prendere da scuola?- domandò poi il moro che in realtà dietro quella domanda stava celando anche la sua voglia di vedere il figlio del suo migliore amico visto che il biondo stranamente evitava sempre di farli incontrare. Gayle aveva visto Sammy solo una volta: quando era nato.

-lo ha già peso Len- rispose velocemente Carey riaprendo gli occhi e prendendo il suo telefono per mandare un messaggio al fratello. Gayle sospirò deluso da quelle parole, voleva conoscere il figlio del suo migliore amico, ma non disse una parola e continuò a guidare con calma. -e ovviamente mio fratello invece di studiare gioca con lui- borbottò poi facendo nascere un sorriso sulle labbra del moro.

-io farei lo stesso al posto di tuo fratello- sorrise Gayle ricevendo un'occhiataccia da parte del biondo.

-siete impossibili-

-se lo dici tu- sorrise Gayle mentre parcheggiava la macchina davanti l'ingresso della villetta -arrivati-

-grazie ancora per il passaggio Gayle anche se non dovevi- sussurrò Carey -ci vediamo domani a lavoro- e uscì velocemente dalla macchina continuando a salutarlo con la mano mentre si dirigeva verso la porta della villetta a suonava invece di tentare di cercare le chiavi nella tracolla.

-a domani amore mio- sussurrò Gayle chiudendo un momento gli occhi per poi ripartire con la macchina una volta aver notato Carey entrare in casa sano e salvo.

-come hai fatto ad arrivare così velocemente?- domandò Lennard chiudendo la porta alle sue spalle mentre Carey raggiungeva il figlio per lasciargli una carezza sulla testa felice di vederlo giocare spensierato con le costruzioni seduto rigorosamente sul pavimento del loro soggiorno -ti hanno fatto uscire prima?-

-mi ha dato un passaggio Gayle anche se io ho non lo volevo- rispose sinceramente il maggiore lasciandosi cadere sul divano a peso morto. Era stanco.

-e non lo hai fatto entrare?- domandò confuso Lennard -è il tuo migliore amico ed è tardissimo se per una volta lo fai entrare per cenare con noi non casca mica il modo-

-Len- borbottò Carey distogliendo lo sguardo dal fratello.

-ancora mi devi spiegare perché non vuoi che venga a casa. Prima non ti facevi mai problemi ad invitarlo cos'è cambiato?-

-c'è Sammy- sussurrò Carey osservando il bambino che li stava bellamente ignorando.

-e allora? Lui è stata l'unica altra persona che è rimasta al tuo fianco quando è successo perché Sammy dovrebbe essere un problema?- sussurrò il minore sedendosi accanto il fratello curioso di una sua risposta visto che gli sembrava davvero strano il comportamento di Carey di quello che dal college era sempre stato il suo migliore amico.

-non voglio che Sammy si affezioni a lui-

-è il tuo migliore amico e ti ripeto non è scappato quando è successo perché dovrebbe farlo adesso?- Carey non rispose al fratello ma chiuse gli occhi intenzionato a non continuare quel discorso.


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