Capitolo 5

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-a che ora hai staccato ieri dal ristorante?- Reagan a quelle parole alzò lo sguardo per osservare con un sopracciglio alzato Lennard che si era seduto al suo fianco come al solito, visto il tavolino mancino, e che gli aveva appena posto quella domanda.

-non credo siano affari tuoi- sussurrò Reagan ritornando a concentrarsi sui suoi appunti che stava evidenziando in attesa di tutti gli altri e del professore visto che era arrivato in anticipo. La cosa strana era anche che Lennard fosse arrivato in anticipo.

-sembri stanco- continuò Lennard ignorando le parole del castano -se vuoi posso prendere io i tuoi appunti e poi te li passo così tu puoi riposarti-

-non è la prima volta che mi capita di lavorare fino alle tre e avere lezione alle otto posso resistere- gli rispose Reagan senza staccare lo sguardo dal suo quaderno mentre Lennard sgranava gli occhi.

-perché cazzo lavori fino a tardi quando hai lezione il giorno dopo? Così ti distruggi! Non puoi lavorare solo nei fine settimana?- gli chiese il biondo realmente preoccupato.

-non tutti sono ricchi come te e io ho bisogno di lavorare tutti i giorni e comunque i soldi non mi bastano- sbottò Reagan mentre l'alpha storceva la bocca a quelle parole.

-come sai che sono ricco?- domandò allora piccato e Reagan alzò gli occhi dal suo quaderno per guardando con una faccia che diceva: "sei serio?"

-hai una fottuta Ducati e ieri ti ho fatto io lo scontrino e hai pagato una cena per due da duecentocinquanta euro senza battere ciglio- gli fece notare con calma Reagan ritornando ad osservare i suoi appunti mentre avvertiva il suo telefono vibrare.

-quindi sai chi sono diversamente da quanto hai detto ieri- ridacchiò Lennard, ieri di certo non aveva parlato della sua moto e quella mattina era arrivato in classe dopo il castano.

-ieri non ho collegato subito perché stavo lavorando- inventò sul momento l'omega prendendo il suo telefono controllando chi gli stesse dando fastidio quella mattina -cazzo- si lasciò sfuggire quando notò che a scrivergli era stato il responsabile del dormitorio che gli stava chiedendo la quota per quel mese, quota che lui si era completamente dimenticato.

-tutto bene?- gli chiese Lennard vedendo la sua faccia preoccupata.

-si- rispose velocemente il castano bloccando lo schermo e rimettendo il telefono al suo posto nella tasca dei jeans. Aveva risposto velocemente che appena tornato dal college avrebbe pagato la retta anche se doveva usare i soldi che aveva messo da parte per altro visto che al ristorante non lo avevano ancora pagato: motivo principale per il quale si era completamente dimenticato della retta. Solitamente le due cose coincidevano: lui prendeva lo stipendio e pagava la retta mensile.

-non mi sembra, hai una faccia strana-

-anche se fosse se non te ne sto parlando significa che non voglio- quasi ringhiò Reagan contro Lennard. Perché quell'alpha era così tanto impiccione? Non poteva semplicemente farsi i fatti suoi come sempre? Solo perché lo aveva incontrato al ristorante dove lavorava di certo non aveva l'autorizzazione a fargli tutte quelle domande e soprattutto entrare in confidenza in quel modo: era comunque un alpha che si stava approcciando ad un omega anche se probabilmente il biondo era ancora convinto come tutti in quell'aula che fosse un beta e andava bene così: a volte ringraziava di aver preso il carattere forte dei suoi genitori che erano entrambi due alpha. A volte davvero gli veniva da ridere al pensiero che da due alpha era nato uno stupido omega e il castano si chiedeva anche quale sarebbe stata la loro reazione se fossero stati ancora vivi quando lo aveva scoperto.

-hai fatto una faccia strana volevo solo sapere...voi beta siete davvero permalosi a volte- Reagan fece un leggero sorriso a quelle parole non facendosi vedere dall'altro anche perché poco alla volta stavano iniziando ad entrate in aula anche tutti gli altri loro colleghi e Reagan non voleva farsi vedere a parlare con il biondo visto che già molti lo avevano iniziato a guardare male solo e soltanto perché si sedevano vicini: come se fosse stata sua intenzione quella di sedersi accanto all'alpha. Lui sceglieva il suo posto in base al muro dove poggiarsi e anche alla presenza del termosifone caldo più vicino, non era di certo colpa sua se la sedia accanto alla sua aveva il tavolino mancino.

-Lennard- il biondo guardò il castano, omega, che gli si era appena avvicinato e che lo stava guardando con occhi da cucciolo.

-si?- domandò sospirando pesantemente.

-ecco volevo sapere se appena finite le lezioni potessi farmi fare un giro sulla tua moto- Lennard si morse il labbro inferiore cercando di non dare di matto e urlare di prima mattina.

-ho da fare- rispose con un finto sorriso e vide chiaramente lo sguardo dell'altro oscurarsi per la delusione.

-davvero non puoi?- domandò ancora credendo forse che insistendo potesse cambiare la sua risposta.

-non posso, ho da fare un favore a mio fratello- disse serio Lennard visto che realmente doveva andare a prendere Sammy dall'asilo appena finito lezione.

-ah e un altro giorno?- Lennard sbuffò e per un attimo fu certo di sentire una risatina provenire dalla sua sinistra.

-non faccio salire nessuno sulla mia moto- sbottò esasperato -quindi no- concluse il discorso proprio mentre entrava il professore in aula e quasi tutti si affrettavano a prendere posto -non ridere delle disgrazie altrui-

-io non sto ridendo- sussurrò Reagan anche se stava facendo proprio l'esatto contrario.

-certo che lo stai facendo e mi sembra proprio che tu ti diverta a vedermi in difficoltà-

-stai pagando il prezzo di essere ricco- sussurrò Reagan.

-e anche di essere alpha visto che tutti gli omega mi cercano con occhi sognanti- ringhiò Lennard.

-sei sicuro?-

-oh andiamo la vedi anche tu la gente che si accalca intorno a me e sono principalmente omega con qualche beta tra le ragazze-

-basta che dici di essere fidanzato- gli rispose con un'alzata di spalle Reagan come se fosse semplice.

-il ragazzo di ieri era mio fratello-

-si tratta di dire una semplice bugia- gli sussurrò Reagan che per qualche strano motivo si sentì sollevato nel sapere che l'omega biondo con il quale aveva vista l'altro fosse il fratello.

Niente è come sembraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora