-hai un bruttissima cera, sei sicuro di star bene?- domandò Gayle guardando preoccupata il biondo al suo fianco che era non solo bianco cadaverico mentre scendevano le scale per uscire dallo studio nel quale lavoravano ma che sembrava anche sta sbandando come se non riuscisse a restare in piedi da solo.
-si- sussurrò Carey anche se non era vero ma era certo che in quel caso gli sarebbe bastato del semplice riposo per mettersi in sesto ringraziando anche mentalmente che era venerdì e che quindi avrebbe avuto tutto il fine settimana per riprendersi doveva solo capire come fare per andare a prendere Sammy dall'asilo visto che Lennard era stato trattenuto a cena a casa dai loro genitori.
-a me non sembra- disse convintissimo Gayle fermandosi di colpo per poi mettere il dorso della mano destra sulla fronte dell'omega per poi sgranare gli occhi nell'avvertire calore, fin troppo calore -hai la febbre maledizione- disse infatti Gayle controllando con l'altra mano anche la sua di temperatura.
-non è niente- sminuì il discordo Carey mentre Gayle lo guardava malissimo: come poteva dire che non era niente quando si vedeva che si stava reggendo in piedi solo per grazia divina.
-ti porto subito a casa- borbottò convinto Gayle trascinando il biondo verso la sua macchina e per quanto stava male Carey non riuscì nemmeno a protestare per quel trattamento: si sedette in macchina e basta chiudendo gli occhi.
-devo andare a prendere Sammy- sussurrò ancora con gli occhi chiusi e Gayle lo guardò preoccupato.
-non ti conviene in questo stato, non puoi mandare Lennard? Anche perché la tua febbre mi sembra alta e non vorrei che contagiassi anche Sammy-
-Len è stato incastrato a cena con i miei- sussurrò Carey -devo prendere io Sammy e poi non è niente ti stai preoccupando troppo- Gayle lanciò un'occhiataccia al suo migliore amico ma decise di non aggiungere altro per il momento guidando verso la casa dei due fratelli, una volta li avrebbe controllato la situazione. Non ci mise molto ad arrivare, grazie anche al fatto che non c'era molta gente per strada a quell'ora considerando che erano usciti dallo studio anche prima del solito, e dopo aver parcheggiato la macchina aiutò il biondo a camminare verso l'ingresso della villetta e fu anche lui ad aprire la porta di casa con le chiavi visto che Carey ci aveva provato ma non era riuscito ad aprirla da solo. Gayle chiuse la porta dietro di se con un calcio e si diresse verso uno dei divani del soggiorno facendo si che Carey ci si posasse sopra prima di dirigersi a passo svelto al piano superiore dove ricordava ci fosse il bagno: doveva misurare la febbre al suo migliore amico. Era stato in quella casa qualche volta, quando Carey era incita, e per fortuna aveva davvero un'ottima memoria visiva visto che non ci mise molto a trovare il suddetto bagno e anche il termometro scendendo il più velocemente possibile le scale per tornare dall'omega. Omega che nel mentre si era sdraiato sul divano dopo essersi tolto le scarpe e la giacca.
-sta fermo- gli sussurrò Gayle dopo aver messo il termometro al biondo che lo guardò con occhi lucidi in completo silenzio e con sguardo fin troppo pensieroso per Gayle. Quando il termometro suonò per avvisare i due di avere la temperatura Gayle fu molto più veloce del biondo e sbiancò quando vide il numerino sul display elettronico -alla faccia-
-oh andiamo sarà trentasei e nove. Ti stai preoccupando troppo- sussurrò Carey cercando di prendere il termometro dalle mani dell'altro che girò l'oggetto per far vedere il numero anche all'omega.
-trentasei e nove un corno Carey- gli disse ringhiando -hai trentanove, devi stare a casa punto e basta. Vado a prendere io Sammy-
-no- Carey scosse la testa maledicendosi anche per essersi ammalato in quel modo.
-non puoi farlo rimanere all'asilo per tutto il giorno e nemmeno puoi muoverti visto che non ti reggi in piedi. Lennard non può quindi vado io- continuò convintissimo Gayle che in parte era anche felice di quell'opportunità che aveva di poter vedere dopo anni il figlio del suo migliore amico.
-no-
-perché continui a dire di no Carey? Sono il tuo migliore amico e non farei mai del male a tuo figlio- protestò Gayle alzando gli occhi al cielo visto che davvero non ne poteva più di Carey che sembrava non essere minimamente intenzionato a far stare lui e suo figlio nella stessa stanza e non riusciva davvero a capire il perché di tutta quella situazione.
-Sammy non ti conosce- sussurrò allora il biondo sperando che bastasse come scusa.
-e come mai?- sbottò Gayle poggiando delicatamente il termometro ormai spento sul tavolino accanto al divano e distogliendo lo sguardo per un attimo dal biondo -senti non so perché tu non voglia che io veda Sammy e viceversa, e non dire che non è vero perché è palese come cosa, ma adesso stai male e tuo fratello non può andare a prendere Sammy. Sono l'unica persona alla quale puoi chiedere-
-va bene- si arrese Carey che era cosciente che il moro avesse ragione nel dire che era l'unico del quale poteva fidarsi per andare a prendere il figlio dall'asilo -ma vai a piedi visto che è qui vicino, non voglio che possa succedere qualcosa in macchina senza seggiolino-
-ci sarei comunque andato a piedi non ti preoccupare- gli sorrise il moro anche se non era tanto contento del fatto che Carey continuasse a non volergli dire la verità sul suo comportamento. -è quello all'angolo difronte la gelateria Fuller vero?- domandò poi per sicurezza.
-si- sussurrò Carey chiudendo un momento gli occhi -se fanno storie le maestre fammi chiamare, non sempre sono propense a lasciare i bambini a sconosciuti e non ti hanno mai visto-
-torniamo subito- sorrise Gayle uscendo velocemente da quella casa portandosi dietro anche le chiavi del biondo visto che di certo non lo avrebbe mai lasciato alzarsi per andare ad aprire la porta.