Capitolo 11

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-sono giorni che sembri davvero felice- disse Carey una mattina entrando in cucina ancora mezzo assonnato notando come il fratello si fosse messo d'impegno per preparare la loro colazione con tanto di pancake e nutella.

-e lo sono- sorrise Lennard mettendo altri pancake appena fatti sul piatto centrale mentre Carey lo guardava scettico.

-ne stai facendo troppi-

-li teniamo anche per le prossime colazioni- disse con un alzata di spalle Lennard -Sammy sta ancora dormendo?-

-si, si è svegliato nuovamente per gli incubi questa notte. Non so davvero cosa lo preoccupi così tanto per avere tutti questi incubi. Che è successo per farti diventare così in questi giorni?- domandò poi Carey che voleva capire cosa stesse succedendo nella testa del fratellino.

-da un po' di giorni a questa parte Reagan mi parla normalmente e sembra non odiarmi- gli spiegò Lennard prendendo posto a tavola dopo aver spento i fornelli visto che aveva finito di cucinare.

-facciamo progressi quindi-

-credo che la conversazione cha abbiamo avuto ci abbia aiutato tanto-

-sono felice per te- ridacchiò Carey -a quando il vostro primo appuntamento? Vorrei assistere-

-coglione- ringhiò Lennard -non credo succederà mai-

-non ti piace?-

-certo che mi piace ma non credo di piacere a lui quindi a meno che le cose non cambino non avremo nell'immediato un appuntamento- sospirò il minore iniziando a spalmare la nutella sui suoi pancake leggermene triste -e poi non so se potrebbe funzionare visto che lui è un beta e io vorrei dei figli un giorno-

-ci sono tanti bambini che si possono adottare lo sai vero? Se ti piace perché non provarci?-

-perché dai questi consigli a me non li segui?- cambiò velocemente discorso Lennard guardando negli occhi azzurri l'altro -cazzo parla a cuore aperto con Gayle, Sammy lo adora e tu sei innamorato di lui ogni giorno di più. Voglio vedervi insieme tutti e tre come una famiglia-

-ma ho paura delle possibili reazioni di Gayle e...-

-lo chiamo io se non lo fai tu e gli dico tutto-

-non lo farai-

-certo che si se tu non prendi coraggio. Ti prego Carey si tratta di poter essere finalmente felice accanto a qualcuno che ami, te lo meriti dopo tutto quello che hai passato-

-se finisce male dovrai raccogliere tutti i miei pezzi e sarà peggio di quando è successo con Manuel- ringhiò Carey con le lacrime agli occhi prendendo il suo telefono per comporre il numero di Gayle e chiamarlo sotto lo sguardo attento di Lennard che non si era aspettato di certo quella situazione subito. Si era aspettato un "si poi lo faccio" di Carey come suo solito e invece lo stava chiamando realmente a Gayle. Il tutto nel mente che Sammy li raggiungeva stropicciandosi gli occhi azzurri ancora assonati.

-pronto?- domandò la voce leggermente assonnata di Gayle segno che visto che era domenica mattina il moro se la stava ovviamente prendendo per dormire.

-ehi scusa se...se ti ho svegliato- disse Carey accarezzando la testa di Sammy cercando anche di non far trapelare il fatto che avesse la voce strozzata dal trattenere le lacrime.

-Carey tutto bene?- Gayle sembrava improvvisamente sveglio dopo aver sentito la voce del biondo.

-si ecco...ti devo parlare, di persona- spiegò velocemente il biondo mentre Sammy aveva sgranato gli occhi nel notare i pancake sul tavolo.

-oh cazzo...perché devi metterla così ansiogena la cosa con quel "ti devo parlare"- gli domandò il moro passandosi una mano tra i capelli -comunque dimmi quando e ci sono-

-vieni qui quando puoi- sussurrò il biondo che era certo che se si fossero incontrati da qualche altra parte senza Lennard nei paraggi lui non avrebbe mai avuto il coraggio di dichiararsi a Gayle. Anzi gli sembrava addirittura strano il fatto che stava realmente per farlo dopo tutto quel tempo.

-va bene dammi il tempo di arrivare- gli disse Gayle dall'altro capo mentre sentiva l'ansia salire. Cosa voleva dirgli di così importante Carey in quel momento? Chiuse la chiamata con il biondo e si alzò dal letto e si preparò velocemente senza riuscire a togliersi dalla mente il tono che aveva usato l'altro: aveva paura di quello che poteva volergli dire, tanta paura. Velocemente, per quanto gli permise il traffico visto che era comunque una domenica mattina, raggiuse la casa dei due fratelli ancora mezzo assonnato visto che per la fretta non si era nemmeno fermato a prendere il suo solito caffè che usava per svegliarsi. Prese un profondo respiro chiudendo la macchina a suonando il campanello.

-hai fatto veloce- gli disse Lennard aprendo la porta al moro per poi sorridergli incoraggiante notando come sembrava star male: il "ti devo parlare" di Carey non aveva minimamente fatto bene a Garey.

-vuole parlare con me e prima mi tolgo il pensiero meglio sto- spiegò Gayle entrando nel soggiorno guardandosi intorno in cerca degli altri due biondi.

-ti capisco- sussurrò Lennard -sono in cucina- aggiunse poi e Gayle si diresse verso quella stanza per poi sorridere nel notare come al solito Sammy completamente sporco quella volta però era la nutella a pasticciare tutto il suo viso.

-Sammy sono buoni i pancake?- palesò la sua presenza il moro e vide il bambino girarsi verso di lui con un bellissimo sorriso sulle labbra.

-Gayleeeee- Sammy era davvero felice -i pancake di zio sono i migliori- confermò il bambino nel mentre che Gayle aveva preso un tovagliolo per pulirlo per bene.

-immagino, ce ne è uno anche per me?- domandò il moro e Sammy annuì tutto felice.


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