-lei è?- domandò quella che era una delle maestre dell'asilo mentre Gayle entrava nella struttura.
-salve sono qui per prendere Sammy- disse Gayle osservando poi attraverso le porte vetrate che dividevano l'ingresso dell'asilo da quello che sembrava essere la sala dei giochi in cerca del figlio di Carey.
-non la conosco non posso lasciare che il bambino vada via con lei-
-sono il collega di Carey che non può passare a prendere Sammy e nemmeno Lennard può- continuò Gayle mentre prendeva il suo telefono dalla tasca posteriore dei jeans già pronto a comporre il numero di Carey nel caso.
-Sammy ti conosce?- chiese ancora la donna assottigliando gli occhi ancora per niente convinta delle sue parole.
-in realtà no ma sono stato mandato qui da Carey e posso chiamarlo per confermare le mie parole- disse convintissimo Gayle.
-chiamatelo allora, non lascio andare via Sammy senza il consenso del padre o di qualcuno che conosco- e Gayle compose il numero di Carey velocemente pregando che il biondo non si fosse addormentato subito altrimenti sarebbe stato costretto a chiamare Lennard e non aveva il numero del fratello del suo migliore amico.
-pronto?- rispose dopo un po' il biondo con voce assonata segno che lo aveva svegliato con quella chiamata.
-Carey sono io, ti passo la maestra dell'asilo- gli disse il moro per poi passare il telefono alla donna che fece parecchie domande al biondo dall'altro capo prima di sospirare e chiudere la chiamata ripassando il telefono a Gayle. La donna con molta calma si voltò e si diresse all'interno della saletta giochi per tornare poco dopo con un bambino biondo che si stava guardando intorno curioso mentre Gayle nel vederlo perse un battito: era la copia di Carey ed era anche bellissimo.
-Sammy ti sono venuti a prendere- disse la maestra mentre Sammy posava i suoi occhi azzurri sul moro che non aveva mai visto chiedendosi dove fosse finito suo padre che gli aveva chiaramente detto quella mattina che sarebbe andato lui a prenderlo da li.
-ciao Sammy- disse Gayle piegandosi su un ginocchio per essere alla stessa altezza del bambino -sono Gayle un amico di papà- continuò facendo cenno al bambino di avvicinarsi e Sammy un po' titubante guardò la maestra per poi raggiungere il moro -ti porto io a casa oggi- aggiunse Gayle scompigliandogli i capelli biondissimi prima di alzarsi e porgergli una mano.
-arrivederci- disse acida la maestra e Gayle le fece un sorriso tirato salutando la donna a sua volta mentre con la mano in quella minuscola di Sammy usciva dall'asilo.
-dov'è papà?- domandò il bambino titubante.
-ti sta aspettando a casa, ha la febbre alta e non poteva venire a prenderti ometto- gli spiegò con calma Gayle sospirando.
-e lo zio Lennard?- domandò ancora il bambino guardandolo curioso.
-era impegnato anche lui per questo sono qui io ometto. Non ti preoccupare ti porto subito da papà- e dopo nemmeno dieci minuti di cammino arrivarono a casa e Gayle sentì Sammy rilassarsi al suo fianco mentre apriva la porta di casa e lo vide anche correre verso il divano del soggiorno.
-papà- urlò il bambino mentre anche Gayle si avvicinava e sorrideva alla vista di Carey e Sammy insieme.
-Sammy non avvicinarti troppo o potrei contagiarti- sussurrò il biondo al figlio -hai fatto il bravo con Gayle vero?- domandò al bambino che annuì con forza prima di sorridere al moro: vedendo il padre realmente malato si era tranquillizzato e non riteneva più una minaccia il moro. Suo padre gli aveva sempre detto di no fidarsi degli sconosciuti e lui così voleva fare -bravo cucciolino mio-
-papà ma se non posso avvicinarmi come faccio se ho gli incubi questa notte?- domandò preoccupato il bambino con Gayle che aveva salito le scale per andare nel bagno a prendere una medicina per far abbassare la febbre a Carey.
-ecco...- sussurrò Carey mordendosi il labbro inferiore, non voleva contagiare per nulla al mondo il figlio.
-prendi questa così ti rimetti- Carey sorrise a Gayle che gli aveva portato non solo del paracetamolo ma anche un bicchiere pieno d'acqua per prendere la pillola senza problemi.
-grazie Gayle- sussurrò Carey prima di ingoiare la pillola e bere tutto d'un sorso l'acqua nel bicchiere -puoi restare qui questa notte?- chiese poi al moro.
-certo- gli rispose lui -tutto okay?-
-si è solo che Len mi ha chiamato per dire che quegli str...quei due lo vogliono trattenere a casa fino a domani e sono sere che Sammy ha gli incubi- sussurrò Carey cercando di non farsi sentire dal figlio.
-resto con voi non ti preoccupare anche perché vivo da solo e nessuno mi aspetta a casa-
-per la cena puoi prendere quello che vuoi dal frigorifero, non so se Len aveva preparato qualcosa- sussurrò ancora Carey che aveva preso a sorridere nel vedere come Sammy si era lentamente avvicinato a Gayle e gli aveva stretto le braccia intorno alla gamba destra.
-mi aiuti tu se arrivano gli incubi cattivi?- domandò il bambino al moro che gli sorrise scompigliandogli nuovamente i capelli biondi.
-certo ometto- confermò Gayle -ti proteggo io. Che ne dici di andare a vedere se zio Lennard ha lasciato qualcosa per cena?- domandò poi al bambino che annuì e due secondi dopo si trovava già in braccio al moro mentre i due si dirigevano verso la cucina. -non c'è niente vuoi che cucini qualcosa?- domandò Gayle tornando verso il soggiorno con ancora Sammy in braccio per aggiornare Carey della situazione.
-fa quello che vuoi io non ho tanta fame- sussurrò Carey chiudendo gli occhi.
-devi mangiare Carey, ti faccio un brodino- continuò poi andando nuovamente verso la cucina -tu cosa vuoi ometto?-
-pane e pomodoro- disse convinto lui e Gayle annuì poggiandolo a terra per potersi mettere a cucinare qualcosa ai due con il sorriso che non voleva andarsene dal suo volto.