Capitolo 23

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-questo era l'ultimo vero?- domandò Lennard alzandosi da terra e poggiando il nastro adesivo che aveva usato per chiudere lo scatolone sulla scrivania di legno della camera.

-si- sussurrò Reagan dando un veloce sguardo intorno leggermente triste.

-stai bene?-

-sto bene- rassicurò l'alpha Reagan avvicinandosi a lui e lasciandogli un bacio casto sulle labbra -è solo che ho sempre vissuto qui dopo che me ne sono andato dall'orfanotrofio e...e andarmene adesso mi sembra strano, soprattutto andarmene perché il coglione del proprietario mi ha cacciato- sbuffò l'omega mentre Lennard annuiva capendo in parte lo stato dell'altro. Quando erano tornati dalla stazione di polizia tre giorni prima Lennard doveva semplicemente salutare all'ingresso Reagan, si ricordava perfettamente che gli alpha non potevano entrare, ma invece i due si erano trovati davanti il proprietario del dormitorio che intimava Reagan di andarsene perché aveva trovato qualcuno che poteva pagare di più per quella camera. A nulla erano valse le proteste di Reagan che era riuscito a farsi dare, e solo grazie alla presenza li di Lennard che aveva ringhiato, una parte dei soldi dell'affitto di quel mese. I giorni seguenti li avevano passati ad inscatolare tutto e trasferirlo grazie alla macchina di Gayle a casa di Lennard.

-pensa che non dovrai farti troppa strada a piedi da qui per arrivare al college-

-si ma...mi da fastidio continuare a pesare sulle tue spalle! Devo anche cercarmi un altro lavoro e adesso mi stai pagando letteralmente tutto tu e mi da fastidio-

-so che ti da fastidio ma sono successe mille cose una dopo l'altra e adesso hai bisogno di aiuto e chi meglio del tuo ragazzo può aiutarti? Te lo ripeto non pesi sulle mie spalle perché posso permettermi di prendermi cura di te. Quando sarai più tranquillo potrai iniziare a cercare il lavoro che vuoi e se non ti va di restare in casa con me potrei anche aiutarti a trovare un nuovo appartamento- gli disse Lennard con un sorriso sulle labbra e Reagan alzò gli occhi al cielo.

-volevo non venire a vivere subito da te perché volevo essere sicuro che...mi cerco solo il lavoro tanto hai una camera in più, se poi le cose vanno bene potrei anche spostarmi di camera- a quelle parole Lennard sgranò gli occhi e si fiondò sul suo compagno stringendolo a se al settimo cielo. -non ci credo ancora che mi sono messo con te-

-perché sembravo uno snob antipatico-

-esatto- sussurrò Reagan girandosi verso di lui e baciandolo di sua spontanea volontà sulle labbra -portiamo gli ultimi scatoloni in macchina così lascio questo posto- Lennard annuì alle sue parole e si piegò per sollevare il primo scatolone ma si bloccò di colpo perché qualcuno aveva appena bussato alla porta. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo confuso prima che Reagan andasse ad aprire.

-ciao sono Finnegan, avete parlato con me tre giorni fa per la denuncia- disse l'uomo attirando anche l'attenzione di Lennard che si avvicinò al ragazzo.

-uh si ci ricordiamo- disse proprio Lennard -avete novità?-

-si ma volevamo anche parlarvi di altro solo che il mio...-

-è un alpha e non lo hanno fatto salire- completò per lui Reagan alzando gli occhi al cielo -se ci date il tempo di portare giù gli ultimi scatoloni ci siamo- aggiunse poi facendo vedere al rosso le scatole presenti nella camera.

-oh certo, ma se gli alpha non possono salire perché lui...-

-ho ringhiato contro il proprietario dicendogli che dovevo aiutare il mio ragazzo e lui mi ha lasciato stare- rispose sinceramente Lennard -ma le altre volte nemmeno io sono mai potuto entrare-

-vi serve una mano?-

-non ti preoccupare ce ne occupiamo noi e arriviamo subito- rispose velocemente Reagan e Finn annuì lasciando i due sistemare la roba con calma mentre scendeva le scale per raggiungere Oier che lo stava aspettando fuori dal palazzo.

-allora?-

-stanno finendo di spostare degli scatoloni e arrivano- gli rispose Finn ringraziando che entrambi avevano in realtà finito il loro turno ed erano passati li in veste non ufficiale.

-hai usato il plurale...hanno lasciato salire l'alpha?-

-si...mi ha detto che visto che lo doveva aiutare con il trasloco lo ha lasciato passare- rispose Finn poggiando la testa sulla spalla del marito -siamo arrivati a pelo se solo ci fossimo mossi con un giorno di ritardo non avresti trovato tuo fratello-

-non iniziare che poi dove si sta trasferendo?-

-mica ho chiesto- ridacchiò Finnegan -lo farai tu quando ci parlerai fra un po'- aggiunse abbassando la voce e poi notò i due ragazzi con i quali aveva parlato poco prima uscire con due scatoloni per ciascuno in braccio e dirigersi verso una macchina parcheggiata li avanti per metterli al loro interno. Oier osservò con attenzione non solo il fratello, che aveva riconosciuto per via dei capelli castani, ma anche il biondino che stava sollevano le varie scatole per metterle nella macchina incastrate per bene.

-hai lo sguardo concentrato di quando studi la cartella di un possibile criminale- sussurrò Finn osservando di sottecchi il marito -stai scannerizzando il tuo futuro cognato?-

-mio fratello deve essere in mani sicure dopo quello che gli ho fatto passare- borbottò il castano per poi mettere l'attenzione al massimo quando si accorse che i due ragazzi avevano chiuso la macchina e stavano andando verso di loro. Lo stesso fece Finnegan e sorrise ai due quando li raggiunsero.

-preso tutto?- domandò per sicurezza.

-si, quindi avete novità sul caso?- domandò Reagan che non aveva ancora riconosciuto il fratello visto che lo aveva guardato per un solo secondo senza prestare molta attenzione.

-siamo andati a controllare facendo finta di essere semplici clienti la prima sera e ci siamo accorti di alcuni camerieri che sembravano strani. Li abbiamo interrogati alla fine e hanno confermato le tue parole. Grazie alla tua denuncia e a quelle di altri tuoi colleghi siamo riusciti ad incastrare quell'alpha- spiegò velocemente Finn sorridendo ai due e vedendo i loro volti, soprattutto quello del castano, rilassarsi a quelle parole.

-grazie. Cos'altro volevate dirci?- chiese Lennard mettendo un braccio intorno alle spalle di Reagan mentre Oier sospirava.


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