Capitolo 18

1.4K 113 5
                                    

-non può fare una cosa del genere lo sa vero?- Reagan voleva urlare ma i stava trattenendo solo perché non voleva attirare l'attenzione dei clienti nel ristorante, soprattutto perché c'era anche Lennard in quel momento con il nipote.

-sei un mio dipendente- rispose il suo capo ridacchiando -e tu non avrai uno stipendio se non vieni a letto con me- continuò l'uomo.

-la denuncio- ringhiò l'omega -sto lavorando con matto e anche più del dovuto non può non pagarmi-

-io sono un alpha e tu un omega- rispose tranquillamente il suo capo come se non temesse una sua denuncia -ti voglio nel mio letto o non avrai lo stipendio che ti meriti-

-mi rifiuto! Non andò mai a letto con un alpha come te-

-allora continui a lavorare senza essere pagato semplice. Non hai di come vivere quindi sei bloccato con me fino a quando non trovi un altro lavoro e non potrai resistere molto senza soldi- continuò l'uomo mentre Reagan voleva solo urlare e lasciare quel maledetto lavoro ma il suo capo aveva ragione: non poteva licenziarsi visto che non aveva un soldo. Si morse il labbro inferiore infuriato a morta con tutta quella situazione e non si accorse del fatto che il suo capo lo avesse preso per la vita fino a quando non venne sbattuto sulla parete dietro di lui.

-ehi- urlò cercando di liberarsi e nel mentre riuscì anche a dare un pugno al capo sul volto ma l'alpha era troppo più forte di lui e non era riuscito a liberarsi completamente.

-fa il bravo- ridacchiò l'alpha stringendogli il sedere con una mano mentre Reagan continuava a tirare pugni sul suo torace per liberarsi -se mi fai un pompino ti aumento anche lo stipendio-

-col cazzo- ringhiò Reagan mentre avvertiva l'alpha cercare di aprirgli la cerniera dei pantaloni prima di essere tirato via da qualcuno.

-giù le mani- Reagan sgranò gli occhi nell'accorgersi di Lennard che era arrivato giusto in tempo e gli stava facendo scudo con il suo corpo.

-è un mio dipendente faccio quello che voglio- ringhiò l'uomo -giù le mani dal mio omega e non ti denuncerò-

-il tuo omega?- chiese Lennard sconvolto -non è tuo e Reagan non è un oggetto. Sei il suo datore di lavoro dovresti tutelarlo e non provare a fottertelo- ringhiò il biondo mentre Reagan iniziava a respirare regolarmente: Lennard era con lui.

-infatti gli sto offrendo un aumento di stipendio e lui stava accettando-

-certo Reagan accetta di sicuro una cosa del genere- ridacchiò Lennard -non lo conosci minimamente e sei un pezzo di merda-

-continua a parlarmi così e lo licenzio- Reagan osservò prima il suo capo e poi le spalle di Lennard che lo stavano proteggendo prendendo un respiro profondo.

-e fallo coglione- ringhiò l'omega togliendosi il grembiule del ristorante e tirandolo addosso a quello che era il suo ex capo -non mi farò toccare da uno stronzo maniaco come te e la denuncia te la faccio eccome- continuò con il cuore a mille mentre Lennard gli sorrideva.

-e io lo accompagnerò- ridacchiò il biondo per poi fare il dito medio all'alpha e trascinare fuori da quel ristorante il castano. Quando erano andati a pagare e non aveva visto Reagan alla casa era rimasto deluso della cosa e aveva chiesto agli altri di aspettarlo perché voleva andare a salutare l'omega. Fortunatamente aveva avuto quell'idea perché altrimenti non sarebbe mai riuscito ad aiutarlo.

-grazie- gli sussurrò Reagan dopo aver preso la sua roba dall'armadietto, ed essersi messo la giacca addosso, all'esterno del ristorante.

-non sopporto la gente come lui. Domani lo andiamo a denunciare subito perché sono certo che non abbia fatto una cosa del genere solo con te. Come sta la tua mano?- gli chiese prendendo la mano destra del castano che aveva le nocche leggermente sbucciate per via dei pugni che aveva tirato.

-bene, gli alpha sono duri- sbuffò Reagan guardandosi intorno in cerca di Carey, Sammy e Gayle -gli altri sono ancora dentro?-

-no, dovrebbero essere qui da qualche parte visto che dopo aver pagato volevo salutarti e ti sono venuto a cercare. Mi dispiace per il lavoro-

-anche a me ma...ma dovevo andarmene dopo quello che era successo solo che...ecco credo che avrò bisogno del tuo aiuto per un po' fino a quando non trovo un altro lavoro poi ti prometto che ti ridò tutti i soldi che mi presterai- continuò il castano mentre Lennard annuiva per poi avvicinarsi all'omega e prendergli una mano e mettersela sul petto in modo fa fargli sentire il cuore che stava battendo a mille.

-non devi ripagarmi perché aiuto volentieri il ragazzo che mi piace- rivelò Lennard mentre Reagan sgranava gli occhi a quelle parole che non si era minimamente aspettato.

-da quando?- sussurrò Reagan curioso mentre si mordeva il labbro inferiore chiedendosi anche perché non se ne fosse accorto prima anche se in parte la risposta la conosceva: Lennard piaceva anche a lui e per quel motivo non ci aveva sperato.

-credo...da quando ti ho visto la prima volta a questo ristorante- rispose sinceramente Lennard che riteneva già un ottimo traguardo quello di non essere ancora stato picchiato dall'altro.

-quando credevi fossi un beta?-

-si, ormai mi conosci sai che...-

-non presti attenzione a quello che sono le persone se ti trovi bene con loro- continuò la frase per lui Reagan chiudendo per un momento gli occhi -mi sento in colpa-

-perché?-

-perché qualcuno come te se lo meriterebbe un omega che ha davvero bisogno di essere protetto e non uno come me- sussurrò Reagan riaprendo gli occhi e fissandoli in quelli azzurri di Lennard che lo stava guardando confuso -e sappi che sono fin troppo possessivo-

-non sto capendo cosa...-ma Lennard non finì di parlare trovandosi con le labbra impegnate a baciare quelle di Reagan, Reagan che aveva preso l'iniziativa alzandosi leggermente sulle punte per raggiungere il volto dell'altro e lasciargli quel bacio.

-se inizi a fare cose strane ti picchio- concluse l'omega allontanandosi dalle labbra del biondo che stava sorridendo come un ebete.

-se posso baciarti puoi picchiarmi tutte le volete che vuoi-


Niente è come sembraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora