𝗿𝗲𝗱 𝘃𝗲𝗹𝘃𝗲𝘁 𝗰𝗮𝗸𝗲

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Strofino la testa contro la spalla di Chè, ancora semiaddormentato tra le mie braccia, baciandogli poi il collo.

Si è addormentato subito.

E io non ho potuto fare a meno di pensare... a come sono fortunato, cazzo.

Mi sembra un sogno ad occhi aperti... che si è realizzato per magia, tutto ciò.

È ancora tra le mie braccia.

«Perché fai finta di dormire? Sei appiccicoso, Hyung.»

Noto il suo sorriso nascosto contro al cuscino.

Mi avvicino, baciandolo piano sulla guancia.

«Non è colpa mia se il mio ragazzo è bellissimo anche dopo aver passato la notte a farsi scopare.»

«Stavo per dire che eri romantico, ma ritiro tutto per come hai concluso la frase.»

Abbraccia il cuscino, ancora ad occhi socchiusi si adagia con la schiena contro al mio petto nudo.

Con la punta del naso lo accarezzo lungo il fianco, risalgo lentamente verso l'alto. Poso qua e là qualche bacio, prima di affossare il viso nell'incavo del suo collo per annusare il suo profumo.

«So di buono?»

«Mmh, si. Sei andato a farti la doccia dopo che mi sono addormentato, vero?»

«Chi lo sa.»

Ridacchio assieme a lui.

«Chè?»

«Non sono mai andato a letto con Macao, fidati di me.»

«Perché ci uscivi assieme?»

«Volevo... una tua reazione.»

Mi alzo, appoggiando il peso su un gomito.

«Ma...»

«Tu non hai reagito, io ho fatto il cazzone.»

Annuisco.

Si rivolge verso di me, afferrando le mie mani tra le sue.

Le guardo.

È solo mio.

«Mi dispiace di averti trattato male all'inizio.»

«Avevi...»

«Avevi le mie ragioni, che adesso credo tu... voglia sapere.»

«Soltanto se lo vuoi tu.»

Si appoggia su un fianco, con una mano mi sfiora la collana a forma di stecca che mi pende dal collo.

Me l'ha regalata Tankhun al mio diciottesimo compleanno, c'è sopra il nome.

Non me la levo mai.

È di valore, in un certo senso, per quanto Tankhun sia il fratello più fastidio.

È stato il primo a cui ho detto di essere gay.

«Mia madre aveva stipulato un contratto con tuo padre, per lavorare assieme in Fabbrica, poco prima che nascesse mio fratello Porsche. Non ho ancora capito per quale motivo, ma da quel che so, si è comportato come uno stronzo, dato che ha deciso di lasciarci in mezzo a una strada, con una somma di denaro da dover pagare come "pegno" ad altri.»

Schiudo le labbra.

«Per evitare di essere sopraffatti da debiti, mia madre, che ai tempi si era appena sposata con mio padre, ha deciso di licenziarsi dall'accordo in Fabbrica per... salvarci. Se l'avesse fatto... tuo padre avrebbe pagato ogni debito nei confronti di altri imprenditori, e così è successo.»

☽ 𝗵𝗶𝗴𝗵 𝘀𝗰𝗵𝗼𝗼𝗹 𝘀𝘄𝗲𝗲𝘁𝗵𝗲𝗮𝗿𝘁𝘀 ᵏᶦᵐᶜʰᵃʸDove le storie prendono vita. Scoprilo ora