01. Quando l'amore funge da incognita

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"Guardare le stelle mi fa sempre sognare, così come lo fanno i puntini neri che rappresentano le città e villaggi su una cartina."

- Tratto da Lettere a Theo,
Vincent Van Gogh

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Pablo lanciò l'ennesima occhiataccia al suo compagno di stanza che era intento a parlare al telefono da ormai un'ora buona. Tra qualche minuto sarebbe scattata la mezzanotte e l'indomani mattina avrebbero dovuto svegliarsi presto per poter andare a fare una crociera sui canali. Una volta constatato che il suo amico non aveva alcuna intenzione di porre fine alla chiamata, Gavi si alzò di scatto e gli lanciò il suo cuscino.

Pedri gli lanciò a sua volta un'occhiataccia mentre il più piccolo tra i due lo guardava con le braccia incrociate. «Se non ti dispiace, desidererei tanto dormire. Non ti sto dicendo di interrompere la conversazione con la tua amichetta ma di andare da un'altra parte» disse e, inaspettatamente, il numero 8 del Barcellona gli diede ascolto. Si alzò dal proprio letto e si diresse verso il terrazzo dell'hotel. Lì avrebbe avuto un po' di tranquillità.

«Pablo ti ha cacciato dalla stanza?» Ridacchiò Hélène dall'altro capo del telefono. La sua risata era così bella e piacevole da ascoltare. «Esattamente. Domani abbiamo la sveglia alle sette in punto. Capisco che voglia dormire»

«Dove andate di bello?» Gli chiese la ragazza, avvolgendo una ciocca di capelli attorno al suo dito. «Ferrán ha prenotato una crociera guidata sui canali. Sembra una bella esperienza» le rispose Pedri una volta arrivato davanti alla porta che dava l'accesso al terrazzo.

Si ritrovò davanti alla sagoma di una ragazza seduta su uno dei tanti divanetti presenti. Era intenta a guardare il cielo e non si era minimamente accorta dell'arrivo del calciatore.

«Ascolta, ti chiamo domani altrimenti corro il rischio di addormentarmi al telefono» disse Hélène. Pedri annuì nonostante la ragazza non potesse vederlo. «Va bene. Buonanotte Hélène»
«Buonanotte, Pedro» Il ragazzo alzò gli occhi al cielo prima di cliccare il tasto per interrompere la chiamata.

Si avvicinò lentamente al divano che si trovava accanto a quello sul quale era seduta la misteriosa ragazza. «Sei sola?» Domandò facendola sussultare. «Ginevra?» Dal suo tono di voce pareva essere sconvolto. Non aveva la classica coda bassa che portava tutti i giorni e le gambe scoperte dalla gonna della divisa la rendevano quasi... attraente.

«Ma sei impazzito? Non puoi piombare dal nulla e spaventare le persone!» Si lamentò la ragazza.
«Non era mia intenzione!» Si giustificò Pedri distogliendo lo sguardo da lei. «Non ti avevo riconosciuta. Sei... sei diversa»

Ginevra scosse la testa e un sorriso divertito le si dipinse sul volto. «Sono diversa perché non ho la coda? Cavoli, Pedri! Se per te questo significa essere diversi...»

Il calciatore sospirò. Perché doveva sempre comportarsi male con lui?

«Ho appena finito di parlare con Hélène. È una persona socievole e simpatica, a differenza tua. Mi chiedo come possiate mai andare d'accordo» Ginevra si voltò di scatto verso di lui con un'espressione accigliata.

«Allora cosa ci fai qui con me? Va' da lei»

Pedri non disse nulla. Non aveva affatto voglia di litigare con lei. Si limitò ad analizzare il suo volto di profilo. Era sempre arrabbiata con il mondo e non riusciva a capirne il motivo. Il chiaro di luna le faceva brillare gli occhi e le illuminava la pelle rendendola ancora più pallida di quanto già lo fosse. Deglutì e tornò a guardare di fronte a lui.

Midnights in Amsterdam ; PedriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora