27. Epilogo

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Distaccati, distanti, freddi, indifferenti, riservati, noncuranti.

Così si potevano descrivere Pedri e Ginevra in quei mesi. Sentivano che qualcosa nel loro rapporto fosse cambiato. E Ginevra sapeva benissimo il motivo. Dopo la questione del messaggio, iniziò a credere fermamente che suo marito la tradisse. Ne aveva parlato con sua madre per capire cosa fare in quella situazione. Laura, dal canto suo, le aveva proposto la soluzione che Ginevra non aveva mai minimamente preso in considerazione: la separazione.

"Se sei davvero convinta che Pedri ti stia tradendo, allora è meglio che vi separiate" le aveva detto, come se di mezzo non ci fosse una bambina che sarebbe nata a breve. Ginevra aveva sempre desiderato di avere una famiglia unita e il pensiero che anche sua figlia rischiava di non averne una, la faceva sentire in colpa. E poi non sapeva cosa avrebbe fatto se non avesse trovato più Pedri al suo fianco. Allora decise che lo avrebbe affrontato e che gli avrebbe detto tutto quello che sapeva.

«Come stai?» Le chiese Beatriz dall'altra parte del telefono. «Sono un po' nervosa. Non so assolutamente come devo dirglielo» rispose Ginevra. Pedri sarebbe tornato a casa a momenti e quella sera si era posta l'obiettivo di tentare di salvare il suo matrimonio. «Ho paura di perderlo» le confidò mentre una lacrima solitaria scese lungo la sua guancia. «Ti capisco ma prima o poi lo dovrai affrontare. Non puoi far finta di non saperlo per sempre» le fece notare Beatriz.

Ginevra sapeva che la spagnola aveva pienamente ragione ma, se fosse stato per lei, lo avrebbe fatto. Avrebbe evitato il problema per sempre e avrebbe finto che tra lei e Pedri le cose andavano alla grande, proprio come all'inizio del loro matrimonio.

«È arrivato. Ti chiamo più tardi, okay?» Disse l'italiana, dopo aver sentito il rumore del motore dell'automobile di Pedri. Qualche secondo dopo, la porta di ingresso si aprì, rivelando la figura del canario. Non era proprio di buon umore ma Ginevra sembrò non notarlo. Gli si avvicinò con uno sguardo severo e gli disse: «Pedro, noi dobbiamo parlare urgentemente»

Il calciatore emise un lamento. «Dobbiamo parlare proprio adesso? Gli allenamenti sono stati stancanti oggi. Voglio solo andare a riposare» Ginevra a quel punto iniziò ad infastidirsi. «Non passiamo mai del tempo insieme. Sono settimane che metti il tuo lavoro al primo posto. Capisco che è un periodo in cui il mondo intero ha gli occhi puntati su di te ma io sono tua moglie, Pedri. E sembra che te ne sia dimenticato»

Il classe 2002 sbuffò, passandosi una mano tra i capelli impregnati di sudore. «È la millesima volta in cui mi ricordi quanto ti senta trascurata, stai diventando insopportabile» Ginevra deglutì, cercando di non piangere, mentre stava iniziando seriamente ad arrabbiarsi.

«Va bene, allora da oggi non mi interesserà più niente di te»

E anche quel giorno Ginevra aveva ignorato i loro problemi. Ma sapeva che non potevano andare avanti così.

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Ginevra si diresse a passo spedito verso il salone dove era sicura di trovare Pedri. Quest'ultimo, infatti, era intento a fare zapping tra i diversi canali televisivi.

«Chi è lei?» Gli chiese con rabbia, mostrandogli l'ultimo messaggio che gli aveva inviato la misteriosa ragazza. Ora non aveva più scuse per chiedere spiegazioni e venire in contatto con la verità.

«È una ragazza che ha appena iniziato a lavorare al Camp Nou. Fa parte dello staff di Xavi. Perché?» Sembrava piuttosto infastidito dall'ennesima scenata di gelosia di sua moglie.

«E cosa vuole a quest'ora?»
«Niente, Ginevra. Niente. Cosa può mai volere»

Ginevra aggrottò la fronte.
«Mi stai prendendo in giro, Pedro? So benissimo che ti scrive da mesi, ormai»

Midnights in Amsterdam ; PedriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora