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"Delle volte tendo a parlare o ad agire con un po' troppa fretta, quando invece sarebbe meglio aspettare e portare pazienza."
- Tratto da Lettere a Theo,
Vincent Van Gogh𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼
Il ventre di Ginevra era coperto dalla mano di chi, la sera prima, l'aveva fatta sentire a suo agio e... amata. La sua schiena era appoggiata al suo petto e la ragazza poté sentire il suo respiro. E le dava calma. Avrebbe dovuto respingerlo ma la verità era che non ci riusciva. Aprì gli occhi e notò la presenza di Pablo nel letto accanto a quello di Pedri. Capì che stava ancora dormendo, nonostante fosse di spalle.
Ginevra cambiò posizione, facendo attenzione a non svegliare il numero 8. Le sue labbra erano semiaperte e le sue guance rossastre mentre i capelli gli ricadevano sulla fronte. Quanto avrebbe voluto immortalare quella immagine. Sembrava così fragile e quella fu la prima volta che vide un Pedri completamente diverso. Senza quella sua aria da spavaldo e sicuro di se.
Gli accarezzò la guancia sperando di non svegliarlo e, di conseguenza, privarle di quella visione così tenera. Il ragazzo aprì gli occhi e Ginevra si arrabbiò con se stessa per aver interrotto il suo sonno. Pedri la attirò ancora di più a sé e posizionò il suo viso nell'incavo del suo collo. Ginevra arrossì e, titubante, decise di lasciarsi andare tra le sue braccia.
«Hai dormito bene?» Mormorò il calciatore.
La ragazza annuì mentre Pedri fece incontrare i loro occhi. «Chissà cosa avrà pensato Pablo quando mi ha visto nel tuo letto» disse, facendo un cenno verso il classe 2004. Pedri rise: «Se ti dicessi che è rimasto più sconvolto nel vedermi alla reception?» A Ginevra brillarono gli occhi. Allora lo aveva fatto per davvero. Era stato sveglio per tutta la notte mentre lei si stava riposando. Probabilmente presto l'avrebbero licenziata per questo.«Non mi aspettavo che lo facessi davvero»
«Sono un ragazzo di parola» disse alzandosi dal letto e interrompendo bruscamente quel loro momento di intimità. «Vieni a fare colazione con me? Pablo sta ancora dormendo e credo anche Sira e Ferrán. Non mi va di stare da solo» Ginevra si morse il labbro inferiore e scosse la testa. Avrebbe tanto voluto fargli compagnia ma sarebbe stato meglio tornare a casa. Pedri mise il labbruccio ma capì che era inutile insistere.Uscirono dalla camera facendo attenzione a non fare alcun rumore che potesse svegliare Gavi. La hall sembrava piuttosto tranquilla. Tutti gli ospiti dovevano trovarsi al ristorante per la colazione.
«Ti ringrazio per... tutto» disse Ginevra, inumidendosi le labbra. Il calciatore le diede una pacca amichevole sulla spalla e le sorrise.
«Non devi farlo. L'ho fatto con molto piacere» Se fosse stata un'altra ragazza, probabilmente in quel momento lo avrebbe baciato. Ma non aveva il coraggio di farlo. E poi Pedri non era sembrato molto contento dopo il bacio della sera prima.Era palese che nei suoi pensieri ci fosse Hélène e non lei. Non poteva fare nulla per cambiare ciò.
Proprio in quel momento la porta d'ingresso si aprì, rivelando la figura della sua coinquilina. Portava una fascia per capelli e aveva un vestito bianco che le arrivava alle ginocchia. Nei suoi occhi vi si poteva intravedere delusione e rabbia.
«Mi devi delle spiegazioni!» Esclamò dirigendosi a passo spedito verso Pedri. Quest'ultimo impallidì ma doveva aspettarsi una cosa del genere. «Hélène...» iniziò il calciatore ma la ragazza lo interruppe.
«Ti ho aspettato per tutta la notte! Mi sono sentita presa in giro... credevo che ti piacessi» disse prima che il suo sguardo si posasse su Ginevra. Fece un sorriso amaro per poi riportare la sua attenzione su Pedri. Si sentiva tradita.
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Midnights in Amsterdam ; Pedri
FanfictionStarted: 03/03/2023 Completed: 18/07/2023 Era una ragazza piena di rabbia ma infondo aveva un buon cuore. E questo Pedri lo sapeva. Glielo leggeva negli occhi. Quei bellissimi occhi che gli ricordavano una fresca giornata estiva. Belli quanto tris...