18. Cento rose rosse

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«Quindi hai rivisto tuo padre?»

La prima cosa che Ginevra aveva fatto una volta essere ritornata ad Arezzo, era stata raccontare quanto surreale fosse stato l'incontro con suo padre ai suoi nonni. Aveva immaginato infiniti scenari che vedessero lei e suo padre rincontrarsi dopo tanto tempo ma non avrebbe mai pensato che sarebbe successo in un ristorante di lusso.

Non avrebbe mai pensato che suo padre volesse diventare il nuovo procuratore di Pedri e che quest'ultimo non desiderasse altro.

«È stata una situazione piuttosto imbarazzante. Avrei voluto tanto scappare da quel ristorante ma vedere Pedri così emozionato e felice mi ha fermato» spiegò la ragazza a sua nonna che era intenta ad ascoltarla attentamente.

Sua nonna, insieme al nonno, era stato il suo maggiore punto di riferimento in tutti quegli anni e Ginevra le raccontava praticamente tutto ciò che le accadeva. Sapeva che non l'avrebbe mai giudicata e proprio per questo si sentiva a suo agio con lei.

«Quanto vorrei che Pedri non lo assuma come suo procuratore. Non mi va di averci a che fare solo perché lavora per il mio fidanzato»

«Gliene hai parlato?» Le chiese sua nonna, mettendole una mano sulla spalla. Ginevra la guardò negli occhi e scosse la testa. Non poteva impedire al calciatore di assumere un determinato procuratore solo perché era l'uomo che più l'aveva fatta stare male.

«Dovresti farlo. Pedri ti ama e sono sicura che capirà...»

«Ma, da come me ne ha parlato, sembra essere il migliore per lui. Non voglio rappresentare un ostacolo per la sua carriera»

«Ma questa situazione potrebbe rappresentare un ostacolo per la vostra relazione»

Ginevra si gettò sul divano, esausta. Si strofinò le mani sugli occhi, sperando che la situazione si risolvesse da sola. Ma sapeva che non sarebbe stato così. Avrebbe dovuto prendere posizione e parlarne con Pedri. Sua nonna aveva ragione: sicuramente avrebbe capito. O forse si stava sbagliando?

Dopo quella cena, non aveva più visto né sentito il numero 8 del Barcellona. Questo perché temeva che avesse rovinato quel colloquio tanto importante. Temeva che Pedri glielo avrebbe fatto notare e lei si sarebbe sentita ancora più in colpa. Il canario le inviava quotidianamente dei messaggi che Ginevra, però, tendeva solamente a visualizzare senza mai rispondere.

Sua nonna le aveva fatto notare che stesse sbagliando ma lei ne era consapevole.

«State parlando di papà?» Arianna fece il suo ingresso in salone con aria curiosa. Insieme a suo fratello Mirko, aveva sentito maggiormente la mancanza di una figura paterna. Questo perché, a differenza di Ginevra, non avevano trascorso tanti momenti con il loro papà. In cuor suo sperava che potesse ritornare e recuperare tutto il tempo che avevano perso. «Non negate perché abbiamo sentito tutto» disse Mirko, unendosi al discorso.

Ginevra e sua nonna si lanciarono uno sguardo prima che la ragazza riprendesse nuovamente la parola. «Si, ma state tranquilli. Non vi darà alcun fastidio»

«Ma noi vogliamo vederlo»

La frase pronunciata da Arianna fece rimanere Ginevra interdetta. «Volete vedere l'uomo che ci ha abbandonati ma quando si è trattato di perdonarmi per essermi trasferita ad Amsterdam, non ne volevate sapere»

Probabilmente aveva usato un tono piuttosto duro e per questo si scusò immediatamente.

«Ci siamo arrabbiati con te perché ci siamo sentiti davvero abbandonati. Con papà, invece, è stato diverso. Non ricordiamo niente di lui. Come possiamo sentirci abbandonati da una persona che non abbiamo mai conosciuto veramente?» Disse Mirko.

Midnights in Amsterdam ; PedriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora