03. Lacrime, confessioni e baci

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"Che mistero è la vita, e l'amore è un mistero all'interno di un altro mistero. Indubbiamente non resta mai eguale in senso proprio, ma cambia come il flusso e il riflusso della marea, che lascia il mare inalterato".

- Tratto da Lettere a Theo,
Vincent Van Gogh

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La sera dopo, su richiesta di Pablo, Sira aveva accettato di andare in discoteca. Erano stati in giro per Amsterdam per tutto il giorno e la ragazza non vedeva l'ora di sistemarsi sotto le coperte. Ma Gavi riuscì a farle cambiare idea.

Pedri, su consiglio di Ferrán, aveva invitato anche Hélène che non vedeva l'ora di conoscere i suoi amici. Probabilmente sarebbero stati in discoteca fino a tarda notte e ciò significava che non avrebbe avuto modo di trascorrere del tempo sul terrazzo. Ormai era diventato una sorta di appuntamento fisso, una cosa tra lui e Ginevra.

Era probabilmente la prima e unica ragazza che non lo assecondava in tutto ciò che faceva. C'era come una sorta di conflitto tra loro e nessuno dei due aveva intenzione di alzare bandiera bianca.

Con Hélène era diverso. Lei era così gentile con lui e non avrebbe mai fatto qualcosa che avrebbe potuto infastidirlo. I suoi occhi lo guardavano sempre con ammirazione mentre in quelli di Ginevra vi riusciva a vedere diversi tipi di ghiacciai che il sole non sarebbe mai riuscito a sciogliere.

Si aggiustò la camicia bianca mentre nella sua camera regnava il silenzio. Pablo si era già avviato al locale insieme a Sira e Ferrán. Pedri avrebbe dovuto passare a prendere Hélène ed era in ritardo. Dopo essersi assicurato che ogni cosa fosse al proprio posto, si diresse verso la hall.

Dietro al bancone, come al solito, c'era Ginevra.
Si avvicinò con l'intento di fare ciò che gli veniva meglio: irritarla. Ma, non appena si accorse dei suoi occhi tristi e spenti, decise che non era il caso di fare una delle sue battute provocatorie.

Non l'aveva mai vista in quel modo. Non l'aveva mai vista felice ma nemmeno così triste. Sembrava che avesse finito da poco di piangere.

Pedri si morse il labbro inferiore, indeciso se chiederle cosa fosse successo o meno. Se lo avesse fatto, probabilmente Ginevra lo avrebbe insultato o cose del genere. Ma lo scenario che si presentò fu inaspettato.

«Hey, Gin. C'è qualcosa che non va?» Le chiese dolcemente. Non aveva mai usato quel tono con lei. La ragazza scosse bruscamente la testa mentre si copriva gli occhi azzurri. «Dico sul serio. Puoi dirmi tutto. Ti ascolto»

Ginevra lo guardò con un'espressione indecifrabile. Da quanto Pedri si preoccupava di lei?

Il calciatore si avvicinò al suo viso e le accarezzò i capelli. Era come se le stesse dicendo "Ci sono, di me ti puoi fidare". Ginevra lo guardò negli occhi e si morse l'interno della guancia. «Parliamone sul terrazzo» disse e Pedri annuì.

Era diventato una specie di bolla e solo loro due potevano accedervi. Ginevra si lasciò cadere su uno dei divanetti e guardò il sole tramontare di fronte a lei. I suoi occhi ancora lucidi fecero uno strano effetto al numero 8 del Barcellona. Avvicinò il suo pollice alla guancia della ragazza e asciugò una lacrima.

Rimasero in silenzio per un periodo indeterminato. Pedri avrebbe aspettato anche per tutta la notte, nonostante ci fosse Hélène che temeva che si fosse dimenticato di lei. Non voleva metterle fretta.

Ginevra si appoggiò al petto del ragazzo mentre altre lacrime minacciavano di uscire. Tirò su con il naso e finalmente decise di aprire bocca.

«Sono un mostro» disse e sul viso di Pedri apparve un'espressione confusa. La incitò a continuare. «Lo sai cosa ho promesso ai miei fratelli? Che non me ne sarei mai andata, che sarei sempre stata al loro fianco. Che li avrei visti crescere e che non li avrei mai abbondanti. Ma ho fatto l'esatto contrario! Avevano ancora bisogno di me quando ho deciso di trasferirmi qui. Mi hanno detto delle cose quando hanno saputo di ciò. Cose che mi hanno fatto stare male»

Midnights in Amsterdam ; PedriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora