09. Obbligo di baciarsi

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"[...] quando troverai qualcuno che possa diventare lei e nessun'altra. In breve, sarai maggiormente te stesso [...]".

- Tratto da Lettere a Theo,
Vincent Van Gogh

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Oliver era intento a ballare con una ragazza bruna sulla spiaggia della Barceloneta. La musica a tutto volume gli rimbombava nelle orecchie mentre la ragazza davanti a lui non faceva altro che guardargli le labbra. Avrebbe voluto tanto dimenticarsi di lei e lasciarsi andare ma sentiva che, se lo avesse fatto, l'avrebbe tradita. Avrebbe tradito il forte sentimento che provava nei suoi riguardi. Avrebbe tanto voluto distogliere lo sguardo da Ginevra ma non ci riusciva.

Il vestito bianco le arrivava di poco sotto le ginocchia e gridava a squarciagola la canzone che il DJ stava riproducendo. I capelli biondi svolazzavano ad ogni passo che compiva.

Quando gli aveva confessato il suo trascorso con Pedri, aveva iniziato a sviluppare un senso di gelosia e di eccessiva protezione nei suoi confronti. Lui avrebbe potuto darle di più rispetto a ciò che le avrebbe potuto dare il calciatore. Il suo amore per lei era puro e non una trovata per promuovere la propria immagine. Per Pedri era stato così, o almeno Oliver voleva pensare che fosse così.

Ginevra gli aveva risposto con una fragorosa risata quando le aveva chiesto se fosse sicura di non amarlo. Ma sapeva che stava mentendo. Aveva visto il suo viso quando si era ritrovata davanti al calciatore. Non poteva essere stata una storiella di poco conto. Pedri l'aveva trattata freddamente, quasi come se fosse carta straccia. Non avrebbe permesso che Ginevra soffrisse per lui.

Fece un cenno alla ragazza con cui stava ballando e si diresse verso colei che gli interessava davvero. Aveva tra le mani un bicchiere e stava annusando il liquido che c'era al suo interno.

«Che c'è? Non hai mai visto un drink?» Le chiese, dandole una pacca amichevole sulla spalla. Ginevra gli fece la linguaccia. «Credo che non lo berrò» disse, «Vedo che hai fatto conquiste» aggiunse, riferendosi alla ragazza di cui Oliver non ricordava nemmeno il nome.

«Non è su di lei che voglio fare colpo, lo sai benissimo» le disse, passandosi una mano sul volto stanco. Non riusciva a capire come avrebbe potuto conquistare quel cuore all'apparenza così freddo. Non aveva mai avuto problemi in amore. Solitamente erano le ragazze che stavano male per lui e non il contrario. Ma Ginevra era diversa dalle altre. Era così testarda e, agli occhi di chi non la conosceva, poteva risultare persino arrogante. Oliver aveva imparato a conoscerla ed era arrivato alla conclusione che era solo alla ricerca di un amore vero e duraturo.

Ginevra si morse il labbro inferiore e posò lo sguardo sui suoi piedi scalzi. Era consapevole che Oliver aveva occhi solo per lei ma non sarebbero mai stati una coppia. Se fosse successo, avrebbe mentito a entrambi. Avrebbe mentito a Oliver che si sarebbe illuso di aver trovato una ragazza che amava ogni sfaccettatura di lui e avrebbe mentito a sé stessa che non riusciva a togliersi il volto sofferente di Pedri in infermeria.

«Come posso piacerti? Non sai niente di me» gli fece notare. Oliver non sapeva nulla del suo passato e se lo avesse saputo, probabilmente, non sarebbe stato disposto ad amarla incondizionatamente. Magari non avrebbe voluto prendersi la responsabilità di risanare vecchie ferite.

«Allora raccontami di te. Raccontami delle tue emozioni, dei tuoi ricordi. Raccontami chi è davvero Ginevra»

Gli sorride debolmente e pensò che, forse, doveva ripartire proprio da Oliver. Gli raccontò tutto e improvvisamente si sentì più leggera. Il ragazzo davanti a lei ascoltò ogni sua parola senza fiatare o osare di interromperla. Ginevra gli parlò persino di Arianna e Mirko. Ripensò a quando ne aveva parlato con Pedri e iniziò a sentire uno strano senso di nostalgia.

Midnights in Amsterdam ; PedriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora