06. Una frana con gli addii

977 33 29
                                    

𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼

"Ci sono dentro con tutto il cuore".
Vincent Van Gogh

𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼𖡼

Ginevra non era mai stata una grande appassionata d'arte, nonostante Hélène l'avesse letteralmente costretta ad andare con lei in alcuni dei musei più importanti d'Europa e non.

Quando erano state a Milano, la sua coinquilina l'aveva trascinata al Politecnico. Non ricordava nessun quadro esposto eccetto uno: Ettore e Andromaca. Esso era un dipinto olio su tela realizzato dall'italiano Giorgio De Chirico. Rappresentava due manichini che sembravano salutarsi. La guida aveva spiegato loro che Ettore stesse salutando la sua amata prima di affrontare Achille. I due soggetti del quadro erano privi di braccia e ciò significava che i due amanti erano impossibilitati a trattenersi e che, quindi, probabilmente non si sarebbero più visti.

La figura di quel quadro si trovava sul libro che Hélène aveva aperto per poter studiare per l'esame imminente che le aspettava. Ginevra considerò in un certo senso stupido il messaggio che quel dipinto voleva mandare. Se due persone si amavano davvero, perché lasciarsi andare?

«Gin, siediti» disse la sua coinquilina, spezzando il silenzio che c'era tra loro. La ragazza si posizionò accanto a lei e cercò di squadrare la sua espressione. Non si parlavano da tanto e sperava che quello fosse il primo passo verso una riconciliazione. Hélène era concentrata a sottolineare il libro con un evidenziatore giallo e, poco dopo, alzò lo sguardo.

Ginevra deglutì mentre aspettava che la sua coinquilina dicesse qualcos'altro. «Non avrei mai dovuto dirti di essere una traditrice» disse facendo un respiro profondo. «È ridicolo che due amiche litighino per un ragazzo» le fece notare Ginevra e Hélène annuì. «Hai ragione e ti chiedo scusa per tutto» Ginevra le mise una mano sulla spalla e le regalò un sorriso rassicurante.

«A te piace?» Chiese Hélène e la sua amica cambiò repentinamente espressione. Dopo quella sera, non era più uscita con Lorenzo e credeva che le cose tra lei e Pedri sarebbero cambiate ma non ci rimase male più di tanto quando realizzò che non sarebbe stato così. Ginevra scosse il capo in modo poco convinto e Hélène se ne accorse.

«Perché devi mentire a te stessa?»
«Non voglio più stare male, Hélène. Credo di aver sofferto fin troppo in questi anni»

Hélène la guardava con uno sguardo piuttosto preoccupato. Allungò il braccio per poterle stringere la mano. «So tutto quello che è successo nella tua famiglia ma non voglio che tu pensi che siano tutti come tuo padre»

Ginevra si inumidì le labbra e sospirò.
«È difficile credergli dopo che ha giocato con entrambe» disse e Hélène si ritrovò ad essere d'accordo con lei. «Hai ragione, davvero. Ma con te è stato diverso...» La sua amica la guardò con un'espressione confusa. «Spiegati meglio»

«Tra me è lui sembrava che fosse solo qualcosa di... fisico, ecco. Mentre tra voi c'è un'attrazione mentale e il che è diverso» Ginevra sbatté le palpebre più di una volta. «Stai immaginando tutto...» Hélène scosse la testa e accennò un lieve sorriso. «Ti stai mettendo sulla difensiva, come al solito. Non fare sempre la testarda»

«Sono solo realista. Lui ha una famiglia che lo appoggia in tutto e una carriera alle stelle. Probabilmente ha anche più di cinque automobili e dieci ville. Perché dovrebbe affezionarsi proprio a me

«Hai qualcosa da invidiare a qualcuno, Gin? Hai degli occhi che ricordano un mare limpido, dei capelli biondi che fanno pensare all'oro e delle forme che farebbero impazzire qualsiasi ragazzo! Non pensare di essere inferiore a qualcuno, perché non è assolutamente così!»

Midnights in Amsterdam ; PedriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora