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-Minho, guarda che sei ancora in tempo a rinunciarci. Non ti costringe nessuno a farlo. Lo sai, vero?

Il tono lamentoso del suo migliore amico lo costrinse a roteare gli occhi, rilasciando uno sbuffo scontento, colmo di stizza per quella affermazione.

-Ti sembro uno che voglia ritirarsi proprio adesso, quando sto finalmente per farcela? -chiese retoricamente Minho con fare ovvio, accigendosi a compiere l'impresa che si era proposto, tenendo ben in mente, fisso, il suo unico scopo previsto per quella serata, tentare la fuga da quella che, negli ultimi giorni, era ormai diventata la sua prigione personale, una gabbia, sorvegliata da quello che gli era stato presentato come la sua guardia del corpo, incaricato di fargli anche da carceriere.

Un ragazzo molto giovane, quasi sicuramente suo coetaneo, di nome Jungwoo, per certi aspetti simpatico e una brava persona, se solo non avesse deciso di mettersi al servizio di suo padre, esecutore materiale di ogni suo desiderio e volontà, suo collaboratore più fidato e leale, docile come un animale domestico, e decisamente disposto ad obbedire al suo padrone, pronto a compiacerlo in tutto e per tutto, senza fiatare né cercare di ribellarsi, tentando di contraddire le sue decisioni.

Crimine che invece aveva commesso Minho, macchiandosi della colpa di essere stato impertinente e sfrontato, mancando di rispetto a suo padre, per aver cercato di proteggere sua madre da lui stesso, avventandosi su di lui e tentando di fargliela pagare con uno scontro fisico, pur avendo la consapevolezza che avrebbe perso, ricevendo una punizione, più che meritata, per il suo atteggiamento insolente e maleducato.

Condotta che, molto probabilmente, gli era stata mostrata come esempio, decisamente cattivo, da quel delinquente di Hwang Hyunjin, a cui il ragazzo aveva pensato bene di offrire un tetto sotto il quale stare per un tempo illimitato, tramando alle spalle del padre, sapendo perfettamente quanto l'uomo detestasse il suo amico, disprezzando la sua natura corrotta e immorale, senza scrupoli, la sua indole malvagia e a tratti demoniaca.

Caratteristiche peculiari che, tuttavia, erano ancora totalmente sconosciute, ignote, a quell'ingenuo di suo figlio, perché era stato manovrato abilmente da quel teppistello, diventando una marionetta tra le sue mani, i cui fili erano retti dalle sue dita, nient'altro che un semplice giocattolo, per quello che Minho credeva essere il suo migliore amico, ma che si era rivelato soltanto un eccellente manipolatore, agli occhi vigili e allo sguardo esperto dell'uomo.

Quando suo figlio sarebbe riuscito a capire che a lui non servivano altro che i soldi della sua famiglia, i vantaggi e i privilegi, di cui godeva lo stesso ragazzo, in qualità di unico erede del signor Lee?

Benefici condivisibili anche con altri, bottino che aveva attirato quel predatore, convincendolo a tentare di tutto pur di entrare nelle grazie di Minho, ottenendo la sua esclusiva amicizia e la sua considerazione, il suo favore e il suo rispetto, oltre che una grande stima e un profondo affetto.

In fondo, quel credulone di suo figlio era colpevole soltanto di avere un cuore buono e puro, un'anima nobile e gentile, un carattere generoso e compassionevole, qualità di cui esseri spregevoli come Hwang erano attratti come le api al miele, desiderosi di approfittarsene pienamente, fino all'ultimo.

Minho gli fece segno con la mano di prepararsi all'impatto che avrebbe avuto origine di lì a breve, portando la sua gamba destra sopra il davanzale della finestra della sua stanza, aiutandosi a salire su questo con una sedia, nel tentativo impavido di scavalcarla e lanciarsi nel vuoto, atterrando tra le braccia del suo complice.

Per sua immensa fortuna la villa di sua famiglia contava soltanto due piani, quindi aveva una buona possibilità di riuscire a superare quella caduta, confidando nella potenza della presa del suo migliore amico, sperando di uscirne indenne, per poi iniziare una corsa sfrenata, con destinazione il parcheggio.

die for you; hyunlix + minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora