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ACCENNI VIOLENZA SESSUALE E TOSSICODIPENDENZA, OMICIDIO, LINGUAGGIO VIOLENTO

3 mesi dopo

-Ce ne hai messo di tempo per trovare la tana del lupo, eh?

Una risata malvagia, gutturale, riempì lo stretto e buio ambiente nel quale si trovava rinchiuso Hyunjin, con la fronte grondante di sudore e la bocca secca, sentendosi soffocare a causa dell'aria viziata che regnava lì dentro, una puzza nauseante e disgustosa, che gli fece venire il voltastomaco.

Odore caratteristico di polvere e sporcizia, corpi putrefatti, decomposti, quello acre e pungente del sangue secco, intenso dell'alcol e amaro delle sostanze a lui ben note, delle quali il ragazzo non si era mai pentito così tanto di averne fatto uso la prima volta, ponendone l'importanza e la necessità al di sopra della sua stessa vita, mettendo a repentaglio quella delle persone a cui teneva, legato a loro da un sentimento di profondo affetto.

Il proprietario della voce che aveva parlato era ancora nascosto in penombra, la sua figura completamente oscurata, così come il suo viso, che, anche se Hyunjin non ne era ancora a conoscenza, gli era tremendamente familiare.

D'un tratto il silenzio che li aveva avvolti entrambi, in seguito a quella affermazione provocatoria, venne squarciato da un suono molto acuto, stridente, simile a quello di un coltello che viene affilato.

Timore, anche se ancora infondato, che fece sussultare istintivamente il ragazzo, portandolo a deglutire pesantemente, ma costringendosi a tenere gli occhi ben aperti, lo sguardo vigile e i riflessi pronti a scattare in caso di pericolo, un attacco a sorpresa.

Anche se Hyunjin aveva udito soltanto una voce, non era detto che fossero da soli, in compagnia di nessun altro che loro due.

Un'altra risata maligna raggiunse le sue orecchie, rivelando poco dopo l'ingresso di un uomo di statura imponente, calvo e con una enorme cicatrice sotto il suo occhio destro, che per un pelo non aveva lacerato quell'organo, privandolo del dono della vista.

Una figura che avanzava a passi lenti, attentamente studiati, con lo scopo, chiaro, di incutere terrore nell'altro ragazzo, che aveva avuto decisamente molto coraggio a presentarsi lì, da solo, molto probabilmente senza neanche avvertire le forze dell'ordine, da povero illuso quale era, di riuscire a vincere quella guerra, iniziata da lui stesso.

Coraggio che, però, non gli sarebbe mai servito contro di lui.

Nessuna scusa o parola sarebbe mai stata abbastanza per placare la furia dell'uomo, di certo non si sarebbe risparmiato con quel bastardo, infliggendogli torture atroci, sevizie disumane e crudeli, per soddisfare fino in fondo la sua sete di vendetta, che aveva agognato da troppo tempo.

Una figura che, uscita completamente allo scoperto, sotto alla luce fioca dei lampadari a neon, si era mostrata in volto, in tutta la sua disgustosa e bestiale essenza.

La stessa che fece congelare Hyunjin sul posto, immobile come un pezzo di marmo e rigido come un tronco d'albero, con le labbra socchiuse per lo sgomento, di trovarsi davanti esattamente la persona che meno si era aspettato essere coinvolta in quella situazione drammatica.

Eppure, era stato lui fin dall'inizio, il vero e unico responsabile di quanto era accaduto a Felix quella maledetta notte, servendosi dell'aiuto fornito dalle sue spie, infiltrate alla festa organizzata da Chan.

Una delle quali, aveva realizzato in quel preciso istante, era riuscita ad abbindolarlo durante quell'evento, fregarlo senza alcuna difficoltà particolare, essendo lui stato nient'altro che un fesso, accettando quella bustina dalle sue mani.

-Noto con immenso piacere che mi hai riconosciuto, finalmente. Bene bene, chi abbiamo qui? Hwang Hyunjin in persona, che onore. Vuoi che mi inchini al tuo cospetto, principino? -prese parola l'uomo, abbassando lo sguardo su un oggetto in acciaio che teneva tra le dita, superficie che rifletteva la poca luce che illuminava quell'ambiente.

die for you; hyunlix + minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora