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-Hyunjin su dai, svegliati. La signora Jung ci ha preparato la colazione! -esclamò Minho con voce allegra, tirando via le tende per lasciar entrare un po' di luce nella stanza e aprendo leggermente la finestra per far arieggiare l'ambiente. -E poi, non vorrai farti venire un raffreddore, é ancora pieno inverno! -aggiunse, con tono ammonitore, incrociando le braccia alla vista del suo amico, che si trovava ancora nel mondo dei sogni, dormendo beatamente, avvolto tra le sue coperte di flanella, godendosi il tepore piacevole.

-So che sei già sveglio, non fingere. -continuò, alzando gli occhi al cielo, lasciandosi andare ad un piccolo sbuffo esasperato, per poi scuotere più volte la testa, in segno di rassegnazione, quando notò che le sue parole non avevano smosso minimamente l'altro ragazzo, esercitando l'effetto sperato, quello di incitarlo a muoversi per iniziare a prepararsi per l'inizio delle lezioni all'università, i cui corsi erano quasi sempre di mattina, e molti dei quali prevedevano frequenza obbligatoria.

-Sei sempre il solito pigrone, non cambi mai. Ti ho lasciato dei vestiti in bagno, fatti una doccia e poi raggiungimi in cucina. Ti concedo massimo venti minuti, se non ti vedo scendere in tempo giuro che salgo su e ti prendo di peso. -dichiarò con tono fermo, prima di recuperare la sua tracolla e chiudere la porta, scendendo le scale, sbrigandosi per non far aspettare ulteriormente la signora Jung.

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-Buongiorno, tesoro. Spero che sei riuscito a dormire bene stanotte.

L'anziana donna lo accolse con un luminoso sorriso, avvicinandosi al ragazzo per avvolgerlo in un caloroso abbraccio, cercando di fronteggiare la sua altezza sovrastante, ma con scarsi risultati, finendo per essere stritolata nella sua presa possente.

Le labbra del ragazzo si incurvarono leggermente in su, lei era l'unica persona, oltre Hyunjin, che era a conoscenza dei suoi disturbi di sonno, dei problemi, enormi, che riscontrava nel riuscire a riposare bene la notte, causa dei quali gli era ancora del tutto ignota, fattore che gli provocava un senso intenso di frustrazione, anche perché nessun dottore era stato in grado di stabilire una diagnosi relativa alla sua condizione di insoddisfacente quantità e qualità di sonno, facendolo preoccupare notevolmente.

-Non direi benissimo, ma non posso lamentarmene più di tanto, non sapendo la causa della mia insonnia. Grazie comunque per il pensiero, signora Jung, lo apprezzo molto. -affermò sinceramente Minho, con tono dolce, prendendo posto alla tavola, dopo aver agguantato una tazzina e averla riempita di caffè, appena fatto e ancora bollente, sotto lo sguardo pensieroso della donna.

-Minho! Quante volte devo ripeterti di chiamarmi per nome, sai che non mi fa altro che davvero piacere. -lo ammonì con tono leggermente severo, poggiandogli di fronte un piatto contenente un cornetto al cioccolato bianco, il cui impasto era stato preparato da lei con tanta dedizione e premura. -Ricordo che è il tuo preferito, volevo farti iniziare questa giornata nel migliore dei modi. -aggiunse, sorridendo al notare lo sguardo intenerito di colui che avrebbe potuto considerare suo figlio.

Minho schiuse leggermente le labbra, affascinato dalle piccole rughe che contornavano gli occhi gentili della signora Jung, simbolo della sua anziana età, portata però egregiamente e con nobiltà, immune a trattamenti e ritocchi estetici perché considerati dalla stessa donna artificiosi, contrari alla naturalezza e al corso spontaneo dell'avanzare del tempo, di cui lei era fiera di portarne i segni sulla propria pelle e sul proprio corpo, ormai privo di elasticità e tonicità ma comunque sano.

-So che non è molto, ma ci tenevo a darti questo. -sussurrò la donna, protendendogli sotto il tavolo una confezione di quelli che Minho presumeva fossero farmaci, guardandosi furtivamente intorno, come se avesse timore di farsi beccare da qualcuno, pur sapendo che i genitori del ragazzo era via per lavoro, come ogni mattina, d'altronde.

die for you; hyunlix + minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora