2

769 31 13
                                    


-Grazie mille, signora Jung. Certo, le faremo sapere se avremo bisogno di qualcosa.

La voce gentile di Minho gli strappò un piccolo sorriso, scaldandogli il cuore per il modo garbato con cui il suo amico si rivolgeva a quella donna, con il massimo rispetto, riservandole un trattamento cortese, frutto di una educazione eccellente, impartitagli dai suoi genitori, e dei modi di fare da vero gentiluomo, quale era il suo migliore amico, nonostante la sua giovane età.

Hyunjin sapeva che quella donna era come una madre per lui, avendo assistito personalmente alla sua nascita e accompagnato nel suo percorso di crescita, fornendogli tutto il necessario per il suo sviluppo fisico e mentale, svolgendo nella sua vita un ruolo che in realtà sarebbe dovuto spettare alla signora Lee, ma finendo per essere trascurato da lei a favore di altri impegni, prevalentemente lavorativi, che a quanto pareva erano considerati dalla donna nettamente più importanti del suo stesso figlio.

Lo stesso si poteva dire del padre del ragazzo, a capo di una delle aziende più famose e redditizie della loro città, Gwangju, che si occupava del commercio dei tessuti pregiati e importati dall'estero, e che vantava numerosi addetti e collaboratori, ma anche partner facoltosi, esperti di quel settore, avvalendosi, inoltre, del prezioso contributo della signora Lee, cofondatrice dell'azienda e anche una popolare conduttrice e giornalista.

Il tempo dei signori Lee valeva oro, neanche un singolo secondo poteva essere sprecato inutilmente, investito per un'occupazione futile, e il vero significato di questo motto di vita si estendeva anche, purtroppo, alla potestà genitoriale, esercitata soltanto in parte da entrambi nei riguardi del loro unico figlio, Minho.

Il ragazzo era stato cresciuto dalla loro più fidata domestica, ormai considerata amica di famiglia, se non addirittura parte del loro nucleo familiare, per il delicato compito al quale l'anziana donna si era sempre premurata di adempiere con diligenza e responsabilità, ma anche con tutto l'amore che era capace di dare, non avendo mai ricevuto il dono di un figlio.

Figura che aveva trovato nel figlioletto dei signori Lee, suoi datori di lavoro, ai quali era molto grata, profondamente riconoscente, per averle offerto un impiego, ma soprattutto affidato la cura del loro tesoro più prezioso, anche se era più che consapevole del fatto che la sua custodia sarebbe dovuta spettare ai genitori del bambino, ormai divenuto un adulto a tutti gli effetti, forte dei suoi insegnamenti e consigli.

Un bambino che aveva sempre assomigliato ad un angelo, con il capo adornato da una capigliatura color grano e due piccoli occhi chiari, luminosi e puri, caratteristica che il ragazzo aveva conservato con il passare degli anni, preservandone l'unicità, e rendendola il suo punto di forza, il suo tratto distintivo, che affascinava chiunque Minho incontrasse sul suo cammino.

Hyunjin non aveva mai visto, nemmeno una volta, Minho soffrire la mancanza dei suoi genitori, non in modo evidente, in sua presenza, sentirlo parlare di loro in termini negativi o dispregiativi, pur essendo in grado di intuire quanto il ragazzo potesse stare male per quella situazione, avendo due genitori assenti e completamente immersi nel proprio lavoro, concentrati esclusivamente sul loro scopo comune, guadagnare quanto più denaro possibile, per continuare a mantenere il loro status di ricchi privilegiati, conducendo una vita lussuosa e piena di agi, caratterizzata da innumerevoli viaggi e soggiorni in altri paesi, conferenze stampa, servizi fotografici e televisivi, e interviste per riviste di alta moda.

-A cosa stai pensando così intensamente? È da diversi minuti che la tua mente sembra essere altrove.

La voce del suo migliore amico, contraddistinta da un tono scherzoso, arrestò bruscamente il corso frenetico dei suoi pensieri, inducendolo a distogliere il suo sguardo dal pavimento della stanza per poi posarlo sulla figura slanciata ma possente di Minho, il suo fisico asciutto, risultato di ore ed ore di intensi allenamenti nella sala prove di ballo hip hop, corso che frequentavano entrambi da circa cinque anni, allora diciassettenni, accomunati da quella vivida e accesa passione, della quale avevano reso il centro della loro esistenza, la fonte della loro felicità e la risoluzione a tutti i loro problemi, di qualsiasi genere.

die for you; hyunlix + minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora