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ACCENNI VIOLENZA DOMESTICA

-Com'è andata la giornata? -si interessò Minho, poggiando la sua tracolla vicino alla scrivania, per poi buttarsi a peso morto sul letto, spalancando le braccia e rilasciando un pesante sospiro, dettato da una profonda stanchezza per quella lunga e impegnativa giornata, che non era ancora terminata, ma per fortuna erano già a casa, potendo finalmente permettersi di riposare.

Era andato a prendere Hyunjin al suo dipartimento, venendo accolto da un suo sbuffo pieno di scontentezza per il freddo pungente che caratterizzava quelle giornate invernali, il clima rigido e la necessità di indossare strati e strati di vestiti, che non facevano altro che intralciarlo nei suoi movimenti, rendendoli goffi e ridicoli.

Parole che avevano lasciato confuso il ragazzo, ricordandogli che fino a prova contraria l'inverno fosse la sua stagione preferita, ma ottenendo un "non è questo il punto" in risposta, pronunciato con stizza, accompagnato da un altro sbuffo scocciato e un piccolo gesto della mano, con cui gli indicava di mettere in moto la macchina e partire, con destinazione la casa dell'amico, luogo nel quale aveva accettato, anche se con non poca difficoltà e tanti ripensamenti, di restare per un tempo indeterminato, rassicurato dalle parole di Minho.

Luogo che per lui era sinonimo di rifugio sicuro, estremamente confortevole e piacevole, reso tale solo grazie alla presenza della signora Jung, che si prendeva cura amorevolmente di entrambi, riservando loro un trattamento degno di quello che sarebbe dovuto spettare a un figlio naturale.

Rapporto che non poteva affermare di aver instaurato con i genitori del suo migliore amico, i temuti e autorevoli signori Lee, soprattutto con l'uomo, capo della famiglia, con il quale non riusciva proprio ad andare d'accordo, trovare dei punti di vista comuni e valori condivisi, ma d'altronde non si era mai sforzato più di tanto a diventargli simpatico, conquistare la sua stima e il suo rispetto.

Molto probabilmente era anche per quello che il signor Lee non lo vedeva di buon occhio, tenendo costantemente il suo sguardo attento, vigile, posato sulla sua figura, che non aveva mai smesso di analizzare e studiare, convinto che un giorno quel teppistello, come gli piaceva definirlo, sarebbe stato la causa di immense disgrazie, rivelandosi la rovina del suo unico figlio e della loro famiglia, minandone il prestigio e distruggendone la reputazione, costruita grazie ad enormi sacrifici, infiniti sforzi e una quantità considerevole di tempo e di denaro.

Sacrifici che includevano anche l'affidamento della crescita e dell'educazione, in seguito al termine del congedo di maternità, di Minho alla loro domestica, scaricando sulle sue povere spalle il peso di un bambino ancora piccolo.

Con la donna, la madre del suo amico, gli veniva più naturale tentare di intavolare una conversazione, perché si era accorto subito che fosse una persona dalla mentalità più aperta, di ampie vedute e immune al peso dei pregiudizi, ma purtroppo quasi completamente succube al potere oppressivo del marito, esercitato senza alcuna pietà, né compassione, nei suoi riguardi, in una relazione di sottomissione, che prevedeva l'obbligo di silenzio ed obbedienza, e il divieto assoluto di esprimere la propria opinione, i propri pensieri e perfino i propri sentimenti.

Condizione particolarmente sofferta, una situazione travagliata ed estremamente soffocante, conseguenza dell'esercizio di un dominio repressivo, dittatoriale e vessatorio nei confronti della donna, vittima del suo stesso marito, preda nelle sue mani, imprigionata sotto una teca di cristallo, senza alcuna possibilità di scappare via e tentare di riacquistare la propria libertà perduta, che le era stata strappata violentemente da colui che giurava di amarla dal profondo del suo cuore.

Ma quanto era alto il prezzo del suo amore, che la donna stava ancora continuando a pagare dal giorno del loro matrimonio?

Hyunjin si risvegliò improvvisamente dai propri pensieri, ricordandosi di essere stato assente, distratto, per parecchi minuti, prima di cercare una risposta da dare al suo migliore amico, che aveva notato avesse uno sguardo piuttosto preoccupato, un'espressione grave sul viso.

die for you; hyunlix + minsung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora