Second

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😱Ragazze perdonatemi❤️ ieri sera ho pubblicato ma non mi ero resa conto che era venuta fuori la pagina del ripristino (in poche parole non è stato pubblicato il capitolo 🥺)

Eccolo qui❤️ buona lettura

Dal primo giorno in cui ho conosciuto Jason non ho mai pensato che potessi avere una relazione con un ragazzo sfrontato e testardo come lui.

Non avrei mai pensato che tra me e lui ci sarebbe stato un continuo tira e molla, tantomeno che avrei avuto una figlia con Jason.

Sosopiro pesantemente, pensando a come mi sia abbassata ai suoi livelli, nascosta dietro la mia scrivania con gli occhi puntati verso le pareti di vetro dell'ufficio di quello stronzo di fronte al mio.

Il cuore mi sale in gola quando gli ultimi due colleghi che lavorano su questo piano si dirigono verso l'ascensore per lasciare l'azienda, e mi rendo conto solo ora di quanto ho sbagliato a lasciarmi influenzare da Kate.

A quest'ora sarei dovuta essere a casa, mia.

Sospiro pesantemente e mi trattengo dallo schiaffeggiarmi da sola, facendomi piccola sotto il tavolo di legno e guardando di sottecchi nella sua direzione.

Sono sicura che prima o poi non sarà più solo su quella sedia, quindi cerco di convincere me stessa che ne vale davvero la pena aver lasciato mia figlia a casa con Mark.

Cerco di riempire i miei polmoni d'aria per riuscire finalmente a rilassarmi, mentre porto le ginocchia al petto, ma senza smettere di fissarlo da lontano.

I suoi ciuffi neri cadono disordinati sulla sua fronte corrugata, dandogli l'aspetto di uno che davvero sta facendo il suo lavoro invece di usare l'ufficio come una piccola cabina da Moulin Rouge.

Il mio petto smette di muoversi quando alza la testa verso lo schermo del suo computer, con gli occhi socchiusi e lo sguardo severo concentrato sulle schede che scorrono davanti a lui.

I suoi lineamenti sono talmente contratti che sembra qualcosa non torni, mentre le sue spalle larghe poggiano rilassate contro lo schienale della sua sedia.

Il mio cuore inizia a pompare così forte che mi sembra di sentirlo battere in gola, mentre fisso il suo profilo illuminato da quella poca luce che illumina solo la sua stanza, circondato dal buio di tutti gli uffici interno.

Poggio la guancia sulle ginocchia per la disperazione mentre sposto gli occhi dai suoi lineamenti alle sue labbra socchiuse, così carnose che solo a guardarle mi sembra di rivivere ogni momento in cui si sono incollate alla mia pelle.

Persino il solletico che faceva la sua barba corta contro le mie guance è stampato nella mia testa.

Come se mi leggesse nel pensiero porta la mano verso il mento e inizia a massaggiare l'accenno di barba scura, dello stesso colore di quegli occhi che in questi giorni ho cercato maledettamente tanto di evitare.

Chiudo le palpebre e assumo un espressione confusa quando nella mia testa inizio a pensare a come sarebbe se gli dessi davvero l'opportunità di essere mio marito.

Non so se è più straziante il fatto che ha organizzato tutto questo tranello o il fatto che subito dopo si è arreso.

Odio ammetterlo, ma davvero una parte di me sperava che Jason continuasse a fare lo stronzo per cercare di conquistarmi.
Che riprendesse a provocarmi anche a cisti di darmi fastidio, perché tanto sa che prima o poi cederei e finirei per dormire lo stesso tra le sue braccia.

Non lo capisco.

È da un'ora che sta da solo in azienda e sembra che davvero sta lì a lavorare, iniziando quasi a farmi sentire in colpa per averlo sempre incolpato di preferir passare il tempo con le sue amiche piuttosto che con sua figlia.

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