Seventeenth

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Chissà quanta gente sarà presente stasera. Ma soprattutto chissà CHI sarà presente al compleanno di mia figlia.

Non dico di pentirmi della scelta di aver lasciato tutto nelle mani di Jason, anzi, non ho avuto nemmeno il tempo di respirare ultimamente, ma temo possa averlo usato a suo favore per farne parlare ai giornalisti.

Non mi sorprenderei se mi ritrovassi seduta di fronte a gente che non ho mai visto prima o che mi ha fatto foto di nascosto per scrivere un articolo di rivista.

Sospiro pesantemente mentre do un'ultima sistemata ai capelli e faccio scivolare il vestito di pizzo lungo il corpo, per poi sistemare le sottili spalline sulle spalle.

Sono rientrata a casa più di due ore fa e non sono uscita da questa stanza con la scusa che mi sto preparando, ma in realtà tutto quello che vorrei fare è togliere questo vestito e mettermi sotto le coperte, accendere la tv e tenere Katty in braccio tutta la sera. Il regalo più bello che potrei fare a mia figlia per il suo compleanno è passare più tempo con lei.

Nemmeno Jason stranamente ha aperto bocca. Non mi ha rivolto la parola da quando sono entrata in camera, anzi, non è proprio entrato in camera e non oso immaginare cosa stia combinando in soggiorno, dato che sento i suoi passi da un bel po' di tempo. 

Sembra che sta facendo avanti e indietro a passo felpato, ma non voglio pensare che qualcosa sia andato storto.

Alla fine tutto quello che doveva fare era riservare dei tavoli in uno dei mille ristoranti di Miami e invitare chi voleva fosse presente in questa cena.

Aggrotto la fronte e porto la guancia tra i denti per l'agitazione all'idea di tutte le persone che dovrò affrontare questa sera, e non so se mi sento peggio al dover affrontare mia sorella o al pensiero che ci potrà essere anche quella vipera.

Premo le labbra leccate di rosso in una linea dura quando realizzo che forse avrei dovuto parlare con Jason in questi giorni, almeno per rassicurarmi che non invitasse la sua amichetta al compleanno di mia figlia.

Trattengo il respiro e giro la testa di scatto verso la porta quando la sento aprire, incrociando due iridi più chiare del solito.

Deglutisco rumorosamente e lo guardo con attenzione per capire se è venuto fuori qualche problema, ma i miei pensieri iniziano a offuscarsi quando mi accorgo che si irrigidisce sul posto e si ferma alla soglia della porta, come pietrificato.

Le mie guance iniziano a surriscaldarsi e non mi ero nemmeno accorta di aver preso di nuovo la guancia tra i denti, mentre i suoi occhi scendono lentamente e percorrono ogni centimetro del mio corpo come se fosse la prima volta che mi vede con un vestito addosso, anzi... come se il vestito non ce lo avessi addosso.

I suoi occhi brillano mentre la sua mano stringe la maniglia della porta, al che il mio cuore inizia a battere così forte che a momenti temo di svenire sul posto.

"Ci sarà anche Kendall?!"- sbotto all'improvviso senza pensare a quello che dico, spinta dal timore di incrociare di nuovo i suoi occhi maliziosi e intensi, ma quando mi rendo conto di quello che ho appena detto mi schiaffeggio mentalmente.

Sarebbe stato meglio sopportare il suo sguardo piuttosto che infastidirlo prima ancora di iniziare la serata. 

La sua faccia passa da perplessa a seria in un batter d'occhio, mentre ora sono io ad abbassare la testa, cercando di farmi distrarre dalla sua camicia mezza sbottonata e da quel poco di petto che riesco a intravedere , pur di non ricambiare la sua occhiata.

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