Eighth

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«Siete davvero bella, signora.» - sposto gli occhi dallo specchio di fronte a me alla figura di Sophie, poggiata con la spalla allo stipite della porta.

Sforzo un sorriso prima di riprendere a guardare il riflesso del vestito bianco e lucido che Kate mi ha vivamente consigliato di indossare stasera.

Sistemo Katty su una spalla e serro le labbra in una linea dura al pensiero che ultimamente sto indossando troppi abiti sfarzosi e attillati.

I vestiti stanno occupando sempre più spazio nel mio armadio, sicuramente più delle felpe che ora sono nascoste tra abiti firmati o direttamente stilati da Kate.

Non ricordo quando ho acquisito tutta questa sicurezza del mio fisico, ma una parte di me inizia a voler ricevere sempre più attenzioni.

E solo quando rimango sola lontano da tutti inizio a chiedermi perché.

Perché continuo a guardarmi così tanto allo specchio...

Poggio la punta del naso sulla testa di Katty, mettendo il broncio quando realizzo che passerò l'intera serata in una festa noiosa, invece di dormire con lei e annusarle il profumo tutta la sera.

«Grazie, Sophie.»- mi ricordo della babysitter che continua a guardarmi con un'espressione piena di dolcezza dall'altra parte della stanza.

Alle mie parole fa un passo nella mia stanza da letto, guardandosi intorno incuriosita, per poi soffermarsi sul letto matrimoniale ancora disfatto.

Mi sembra quasi di vederla arrossire prima di distogliere gli occhi di nuovo da lei e riportarli sullo specchio.

Lo smokey-eye mette così tanto in evidenza i miei occhi che sembrano essere grandi il doppio, mentre il nero dell'ombretto contrasta con il bianco del vestito, lungo fino alle mie caviglie e così bello che davvero faccio fatica a spostarmi  dallo specchio.

Di tutti i design di Kate ammetto che questo mi fa davvero impazzire, per quanto continui a preferire le mie felpe di cotone.

«I pannolini sono in quel cassetto.» - indico con l'indice verso il comò che la ragazza sta fissando da un po', vicino al letto matrimoniale.

Alle mie parole si gira di scatto nella mia direzione.

«E la crema bebè nel cassetto sotto.» - aggiungo dopo un po', mentre la vedo annuire freneticamente alle mie parole.
«Ricordo, sì.» - continua a muovere la testa in alto e in basso, ma prima di poter dire altro il suono del campanello attira la nostra attenzione.

«Sarà suo marito.» - la sento dire con un tono fievole, ma faccio finta di non sentire e mi limito a dare un forte bacio sul collo a mia figlia, prima di lasciarla tra le sue braccia.

«Chissà cosa le avrà fatto per San Valentino?» - il suo tono allegro è quasi inquietante, dato che sono poche le volte in cui l'ho vista entusiasta, ma mi sforzo con tutta me stessa per non perdermi tra i pensieri e cacciare dalla testa qualsiasi cosa riguardi quell'uomo.
«A proposito, buon San Valentino.»

'Mio marito' non si è fatto sentire tutto il giorno, vorrei dirle. Probabilmente starà festeggiando con la sua nuova collega.

Buon San Valentino del cazzo a me!

Mordo la lingua tra i denti con forza per non dire a voce alta quello che penso, mentre nella mia testa ingenua si fa spazio  l'idea folle che lui stia davvero da qualche parte a preparare qualcosa per me.

Se non fosse che oggi si organizza la sfilata per la sua azienda, probabilmente non saprebbe nemmeno che è la festa degli innamorati.

E a prescindere da questo Jason non è mai stato quel genere di uomo. Non posso nemmeno immaginarlo con un bouquet ti rose e un pacco di cioccolatini in mano, ad aspettare che io apra il portone di casa e lui sorrida soddisfatto appena vede la mia faccia sorpresa.

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