Eighteenth

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"Mark?"


Appena Jason spalanca la porta non riesco a trattenermi, mentre le mie labbra sono indecise se piegarsi in un sorriso divertito o aprirsi a 'o' per lo stupore.

Tutti mi sarei aspettata tranne che mio padre alla soglia della porta con un mazzo di fiori in una mano e una scatola regalo nell'altra.

"Mark ti ha aiutato a cucinare?"- insisto spostando più volte gli occhi da Jason all'uomo che ancora si decide se varcare la soglia della porta. 

Le loro facce da ebete si rilassano, come se entrambi fossero preoccupati della mia reazione alla presenza di Mark a cena tra noi, anche se non ne capisco il motivo dato che non ho mai impedito a mio padre di entrare in questa casa.

Per quanto non abbiamo mai esplicitamente parlato, Jason sa che non vorrei mai tagliarlo fuori dalla mia vita.

"Avevo detto a tuo marito di non mettermi in mezzo."- la sua voce bassa mi fa assumere lentamente un'espressione seria, rendendomi conto che davvero pensava di non essere il benvenuto al primo compleanno di sua nipote.

"Temevo ti saresti arrabbiata."- continua a confessare, questa volta facendo due passi in avanti per porgermi il mazzo di fiori, pur non trovando il coraggio di guardarmi negli occhi mentre finge di essere totalmente preso da Katty, iniziandole a sorridere e facendomi capire che la vuole prendere in braccio.


"Mi sarei arrabbiata se non fossi venuto."- lo rassicuro con una voce più bassa della sua, lasciandogli mia figlia e facendo finta di non aver notato il sorriso farsi più largo sotto la barba.

Capisco subito che l'idea è stata di Jason quando lancio un'occhiata nella sua direzione e lo vedo farmi l'occhiolino prima di dare una spinta alla porta per chiuderla.

"Non so se lo sai ma tuo padre cucina meglio di te."- dice quando si accorge di avere la mia attenzione,  mentre Mark prende posto al tavolo e si affretta a prendere la parola:

"Eppure ha fatto tutto da solo."

"Con i tuoi consigli."- aggiunge Jason, facendomi capire che i due uomini di fronte a me hanno passato un sacco di tempo insieme oggi, e non so se è un bene o un male, ma mi limito ad alzare le sopracciglia e imitare Mark per  sedermi al suo fianco.

"Non so cosa aspettarmi."-tiro un sospiro in segno di resa e mi affido al fatto che Mark è stato presente quando mio marito ha messo mano ai fornelli.

Lascio Jason prendere il suo posto a capotavola e inizio a chiedermi quando sia stata l'ultima volta che abbiamo cenato intorno a una tavola come una famiglia normale. So di avere una famiglia frammentata, ma a pensarci non ho mai passato un momento così nemmeno con Jason. 

Non ci siamo mai messi uno di fronte all'altro intorno a un tavolo apparecchiato e pronti a parlare di com'è andata la giornata.  E mentirei se dicessi che non ho mai avuto voglia di raccontargli di quello che succede nel mio ufficio, di tutte le volte che riesco a ottenere un piccolo successo per l'azienda a cui tiene tanto, ma poi ricordo che quell'impresa è il motivo per cui ha dovuto fare delle scelte in passato che lo hanno allontanato da me.

Scuoto la testa e torno alla realtà quando mi accorgo che una gigantesca bistecca viene piazzata davanti a me, circondata da piccole rotelle di asparagi che a occhio sembrano a dir poco bruciacchiati, ma preferirei avvelenarmi piuttosto che rinfacciarglielo. 

Sposto lo sguardo dal piatto a Jason, che si allunga sul tavolo per raggiungere mio padre e servirlo, ma per quanto banale sia il suo gesto, ai miei occhi si muove tutto a rallentatore, dal suo braccio possente e contratto alle sue labbra che si muovono per dire non so cosa a Mark, mentre la camicia sbottonata in alto pende in basso e lascia intravedere la leggera peluria del suo petto largo.

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