𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 30

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Di scatto il mio corpo si alzò mentre mi tenevo il petto con la mano destra. Il mio cuore batteva all'impazzata, la mia visuale era sfocata e il luogo attorno a me girava in continuazione. Beomgyu: «Jiwoo! » sentì urlare il mio nome da una voce maschile che riconobbi subito e mi fece tornare alla realtà dei fatti. Il mio obbiettivo di lasciare tutto non funzionò e infatti mi ritrovai in un letto non molto comodo di un ospedale. Ero felice e triste, avevo paura di ciò che potevano pensare gli altri di me, ma ero contenta di essere riuscita a riconquistare il mio cuore, ed essere riuscita a capire della stupidaggine che avevo commesso.

Beomgyu: «Stai bene? Jiwoo...» provò più volte ad attire la mia attenzione ma ero troppo concentrata a riflettere su ciò che è accaduto e del mio sogno che non mi accorsi del mio ragazzo abbastanza preoccupato chiamarmi.
Mi voltai lentamente per potere vedere il suo viso. Aveva delle occhiaia ben visibili e degli occhi gonfi arrossati. In quelle condizioni mi sentivo seriamente tanto in colpa ad averlo fatto preoccupare e sicuramente anche gli altri. Il maggiore mi prese la mano dal petto e la riscaldò avvolgendola nella sua.
Jiwoo: «B- Beomgyu» cercai di parlare.
Beomgyu: «Stai bene? che ti è saltato per la testa? perché lo hai fatto? é colpa mia? sapevo di avere sbagliato tutto...» scompigliò i suoi capelli e il mio pentimento salì ancora di più.

Strinsi ancora più forte la sua mano, forzai un sorriso mentre una lacrima rigava la mia guancia. Un dottore, accompagnato da un'infermiera, entrò e si posizionò davanti al lettino.
Dottore: «Vedo che ti sei svegliata, come va il tuo respiro?» domandò e intanto l'infermiera controllava la mia ferita, da quel che potevo percepire il taglio non era profondo. Annuì alla questione del più anziano.
Dottore: «Volevo accertarmi che le ipotesi che mi sono fatto siano concrete... serviranno pochi minuti » guardai Beomgyu in cerca del suo sguardo che mi tranquillizzava.
Dottore: «Può rimanere, tranquilla» disse riferendosi al mio ragazzo che ancora non si separava dalla mia mano.
Dottore: «ti farò delle domande e tu dovrai rispondere, se non te la senti puoi benissimo skippare... ma prima mi presento mi chiamo Yi Minho e sono specializzato in psicologia... tu dovresti essere Jiwoo» sorrisi nuovamente annuendo. «Okay... grazie a un'esame del sangue abbiamo dedotto un calo di ferro e a sua volta di tante altre vitamine, vorrei capire però perché questo cambiamento del tuo corpo, ho saputo, dal tuo ragazzo, che non hai mai dimostrato un momento di stanchezza o altro... » Avevo paura della reazione di Beomgyu, avevo paura di quel che potevano pensare le altre persone su di me, avevo paura di perdere tutti. Volevo tanto sparire e lasciare tutti ma dopo quel sogno avevo cambiato idea e comunque avevo paura delle conseguenze.
Non sapevo come rispondere a quella domanda che con una semplice spiegazione potevo finalmente stare bene ma qualcosa mi fermava e sapevo benissimo chi era ma avevo preso una decisione: salvarmi (o almeno provare) da quella creatura mostruosa.

Guardai Beomgyu e con un leggero sorriso mi diede il coraggio di rispondere alla domanda.
Jiwoo: «Ci è stato un brutto periodo in cui trovai conforto nel cibo... mi aiutava in qualche modo...» dissi mentre una lacrima scendeva sulla mia guancia. «cambiai il mio pensiero verso il cibo quando iniziai a ricevere brutti commenti dai fan...» continuai e tante altre lacrime calavano. «Iniziai a rimettere ciò che ingoiavo... fino a non riuscire a mangiare neanche il mio cibo preferito...» proseguì lentamente asciugandomi alcune volte il viso. Ero in imbarazzo non riuscivo a guardare il mio ragazzo.
Minho: «Hai passato veramente una situazione difficile, ti posso capire, quando ero un ragazzino diventai anoressico e riuscì a superare quello stato seguendo indicazioni da professionisti ma ciò che contava veramente era il mio cuore quindi ti chiedo di non mollare e andare avanti..» guardargli occhi del dott. Yi e la mia ansia si alleggerì, sapere di non essere gli unici ad avere avuto un problema ti da un lieve conforto. «Ti affiderò in più uno psicologo così da potere avere un punto di riferimento e spero tu possa recuperare i tuoi pasti.» fini per poi alzarsi e lasciare la stanza.

Run away // 𝐶ℎ𝑜𝑖 𝐵𝑒𝑜𝑚𝑔𝑦𝑢Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora