Parte 16 La vigilia di Natale (parte2)

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Giulia

Il cenone di Natale a casa De Angelis è un tripudio di buon cibo e risate. Non tengo conto delle ore passate seduti al tavolo a riempirci la pancia, in realtà ci alziamo solo per sparecchiare per poi risederci e iniziare la lunga notte in compagnia della tombola e delle carte.

Di solito, verso le undici sono già rilassata e piuttosto allegra a causa del vino, questa volta invece, il mio umore nero fa compagnia alla tensione delle spalle. Neanche il quarto bicchiere di rosso appiana la situazione, ma mi impongo di smettere di bere per timore di finire ubriaca prima della mezzanotte.

Davanti a me papà dà le carte per la scala quaranta. Dopo l'ennesima sconfitta, Gloria si chiama fuori e decido di seguire il suo esempio. La mia amica si distende su una poltrona. Con entrambe le mani si tocca la pancia facendo finta di boccheggiare dal dolore. «Un'altra nocciolina e scoppierò!» sentenzia disperata.

Guardo la mia pancia nascosta dal vestitino di lana beige che indosso. Non ho mangiato molto. Durante il pasto ero piuttosto distratta. Credo di essermi assentata con la mente in più di un'occasione. I sensi di colpa mi stanno uccidendo e Thomas non mi aiuta. È capace solo di confondermi.

Ho bisogno di distrarmi.

Entro in cucina per fare il secondo caffè della serata e mi imbatto in Ada che sta raccogliendo gli avanzi in piccole ciotole ermetiche.

Mi metto subito al suo fianco per aiutarla e lei mi ringrazia con un sorriso.

«Sei cresciuta bene, piccola Giulia.» Dice a un certo punto. «Educata, sempre gentile e rispettosa. So che stai per laurearti e che hai già iniziato a lavorare. I tuoi genitori sono molto fieri di te.»

«Grazie, zia Ada.» L'ho sempre chiamata così, anche se non abbiamo un filo di sangue in comune. Per me è più una forma di rispetto. «Sono molto impegnata, infatti.»

Annuisce. «Così impegnata da non avere ancora un fidanzato?» il suo sguardo indagatore mi mette subito in allarme. Cos'ha intuito la sua testolina perspicace?

Né io né Edoardo abbiamo detto niente a nessuno della novità sul nostro rapporto. Di comune accordo abbiamo deciso di aspettare che le cose si solidifichino e diventino più serie. Una decisione determinata dal non voler deludere nessuno in caso le cose non funzionassero.

«No, in effetti non ho ancora trovato nessuno di abbastanza interessante.»

«Davvero? Eppure, le proposte non ti mancano.»

Sbatto le palpebre, confusa. «Proposte?»

«Ma sì, immagino che una bella ragazza come te abbia diversi spasimanti.»

«Ah. Beh, insomma.»

Zia Ada mi rivolge un'occhiata furba. «Senza andare troppo lontano. In questa casa ne hai almeno uno.»

Tengo lo sguardo fisso sull'arrosto che sto coprendo con la stagnola, sperando di non farle vedere quanto le sue parole mi tocchino. Però non posso nasconderle che mi ha beccata.

«E' così evidente?»

«Oh, sì. Almeno per me.»

«Edoardo ha pensato che non fosse ancora il momento...»

«Edoardo? Cosa c'entra Edoardo? Io parlavo di Thomas.»

Lo sbigottimento mi fa spalancare la bocca. Anche Ada mi guarda. La sua sorpresa si trasforma brevemente in consapevolezza.

«Tu, Edoardo e Thomas?» chiede e il suo tono ambiguo è più eloquente di una conferma.

«No!» mi affretto a smentirla.

IL FRATELLO SBAGLIATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora