-CAPITOLO 21- E se...

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Mi chiedo quando finirà questo tortuoso viaggio tra i canali delle mie emozioni; temo di impelagarmi in ipotesi inesistenti, in identità che si fondono e confondono. Temo non esista nessuna emozione distinta, che la comparsa di Voce Crudeltà sia solo una scelta stilistica per mantenere viva la curiosità del lettore. E se tutto fosse solo un agglomerato di nulla che mi porto inutilmente dietro? Se la stessa Zena fosse solo una descrizione approssimativa di ciò che sono in realtà? Ho forse omesso il marcio che anch'io ho portato nella vita degli altri o è leggibile tra le righe delle mie esasperazioni? Ci sto mettendo troppo a scrivere un libro che parla di me? Insomma, è in questi dubbi che le mani mi si bloccano e non riesco più a scrivere; sarà che più vado avanti e più mi rendo conto di quanto la terapia non sia la soluzione ma il processo e io mi sento ancora così lontana dalla fine. Ad un giorno felice ne susseguono innumerevoli neri, ansie che credevo estinte riappaiono come funghi; le preoccupazioni oscillano tra rapporti sociali e obiettivi universitari per poi scivolare nelle mani di Emotiva Tragica e Voce Crudeltà (che ancora non capisco se siano la stessa cosa) pronte a sussurrarmi parole crudeli. "Dottore, mi tiri fuori da questo girone infernale" vorrei dire a volte allo psicologo ma cosa può farci lui se ancora mi incastro nelle voci di Lucifero? Cosa possono farci gli altri se le mie insicurezze li allontana, cosa può farci il mio cuore se la mia testa rincorre l'impossibile? È un tutti contro tutti e io, Zena, resto al centro mano nella mano con Emotiva a guardarmi furtivamente intorno, senza mai capire come e dove fuggire. Come una setta col loro dio ed io il sacrificio mi accerchiano passato e presente, mi ruotano intorno: "tu sei noi e noi siamo te, resta con noi se vuoi vivere." così farebbe l'inizio della loro preghiera se esistessero davvero. Io, io che vorrei solo essere attimi sempre più spesso sento di dover arrendermi alle esperienze e al vivere, farmi divorare dalle fiamme sacrificali una volta per tutte, accettare l'incognita che dopo possa esserci o rinascita o oblio. La verità è che spaventa me e tutte le altre emozioni nuotare di nuovo nelle sofferenze della nostra vita; iniziano a riemergere ricordi che credevamo persi per sempre e la cosa ci immobilizza nel corpo e nell'animo. Emotiva tragica è frutto di tutte le cose che ho scelto di non affrontare, è le esperienze stesse. Inizio quasi a comprenderla nella sua malignità; come diceva anche lei all'inizio, ha iniziato a mandarmi in difensiva per ogni minima cosa perché è alla minima disattenzione che la vita ci ha pugnalate alle spalle, più e più volte. Credetemi, vorrei tanto darle voce, farvi divertire con qualche aneddoto tra i miei traumi ma è così concentrata nel demolirmi che manco una storia vi vuole raccontare. Sembrerà assurdo ma il fatto che ne parlo io e non lei è un passo enorme, è la piena consapevolezza della scissione delle emozioni, o meglio, ho acquisito la capacità di distinguerle. Non so se sia questo il motivo per cui mi sono aumentati gli attacchi di panico, sia in quantità che in intensità, però non riesco a vederlo come un regresso, è come se sapessi con ogni fibra del mio corpo che quegli attacchi sono l'esplicazione del mio dolore. Mi sento libera di esprimere, seppur con i lacrimoni e l'iperventilazione, la forte emozione che mi sta travolgendo in quei momenti. Temo solo che la voragine possa approfittarsene e spegnermi per dare tregua al corpo. Oggi è un giorno neutrale nonostante i pensieri intrusivi e questo mi fa sentire forte ma cosa te ne fai di uno scudo se sei sull'orlo di un burrone? Una cosa è certa, Voragine nera, che sempre silente vedi e ascolti tutto, sei ancora intatta e mi fai paura ma ti strapperò dal petto a mani nude se necessario.

Storie di un' Emotiva TragicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora