- CAPITOLO 1 - L'Emotiva tragica

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Mi presento, sono la terza personalità, la più disturbante e dannosa, della persona che sta scrivendo questo racconto. Di lei non si accennerà mai a niente, specialmente sulla sua identità. Vi basta sapere che è donna, abbondantemente maggiorenne e che soffre di depressione. Mi chiamo Emotiva tragica, ho giusto un paio di idee del perché quella donnaccia abbia deciso di chiamarmi così e come darle torto. Non sto qui a svelarvi tutte le tattiche su come distruggerla fino al pensiero della morte, voglio piuttosto spiegarvi com'è nata la consapevolezza di me. 

La donnaccia va dallo psicologo da ormai tre lunghi mesi eppure è riuscita a capire che esisto solo alla scorsa seduta. Ha cercato per due anni di reprimermi, bruciarmi, calpestarmi, ignorarmi e io, per vendetta, sono esplosa tutta d'un colpo, più volte al giorno! Tanto quella vigliacca non ci ucciderà mai. Una volta le ho insinuato così tanto il pensiero del suicidio che ho dovuto chiamare Razionalità per non farglielo fare davvero, lì si che ho rischiato di brutto. Razionalità è la seconda personalità della donnaccia, quella che mi ha sostituita per tutti questi anni, un'incompetente che la rende sempre tesa, noiosa e la fa pure ingrassare. Di tanto in tanto però, anche se tentava di sostituirmi, riuscivo a farmi sentire con un bell'attacco di panico, conducevo il mio lavoro seppur dietro le quinte.

Sia chiaro, questo non è Inside Out dove le emozioni hanno dei volti e parlano o Split dove un solo uomo ha un'età compresa tra i 50 e gli 8 anni. No, questa è solo una  visuale interna, quella più radicata e pessimista, di una persona dal cuore incupito e consumato dal passato e dalle esperienze. Da qui il titolo, il quale ha un dettaglio rigorosamente copiato da uno dei narratori fondamentali nella storia della psicologia: Svevo. Non parlerò dello schiaffo del padre e dell'ultima sigaretta, piccole frasi estrapolate, quasi ossessivamente, dal sistema scolastico senza nessun tipo di contestualizzazione. Rubo la naturalezza con la quale Zeno e quindi Svevo racconta il suo disagio interiore dimostrandosi, senza troppi giri di parole, un emotivo tragico. Gli rubo la capacità di far sorridere anche quando racconta del padre in fin di vita e del medico incompetente, di rendere meno ansiogeno il sospetto di un tradimento da parte della moglie e questo suo raffinato sarcasmo scorretto. Lungi da me provare ad imitarlo, io lo sento vicino nelle cose che racconta e nelle emozioni che descrive. Per dimostrare tale vicinanza, la donnaccia dalle tre personalità l'ho chiamata Zena. 

Starete sicuramente rileggendo il capitolo d'accapo per capire se io sia la prima o la terza personalità e per cercare quella mancante. Non è marketing, non l'ho ancora detto semplicemente perché scrivo come penso. La prima personalità è l'Emotiva: una palla al piede che ama i film romantici e piange per qualsiasi cosa che tenda al triste. Una bambina alla continua ricerca di coccole e attenzioni, che ama i girasoli e accarezzerebbe anche i topi di fogna. Qual è la differenza tra me e lei? Lei è profumo intenso, arcobaleni, cielo sereno e unicorni che spruzzano cioccolata rosa dal culo, io sono nuvole grigie, fulmini, saette ed uragani. Ci accomuna la sensibilità allo scorrere della vita, solo che lei trova il bello e io impongo il brutto. 

Lo psicologo sgriderebbe tutte e tre a sapere che stiamo parlando così di Zena. Probabilmente avrebbe ragione ma è così divertente distruggerla col sarcasmo, specialmente quando è lei ad usarlo per mascherare tutto ciò che le faccio odiare di se stessa. Zena, nel suo complesso, probabilmente molto condizionata da Emotiva, odia da sempre i bulli e gli insulti. Ha subito tanto dagli altri in passato ma la prima bulla in assoluto sono stata io, Emotiva tragica, spietata e crudele. 

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