- CAPITOLO 4- L'amore per un' Emotiva Tragica

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Per quanto io e Razionalità odiamo ammetterlo, quella voragine oscura prende potere specialmente quando Zena si innamora o subisce una delusione amorosa. Per sopravvivenza ho influito forse troppo spesso a far espandere quella voragine. L'amore è sempre un tema gettonato dagli scrittori, dai poeti, dai registi, ognuno col proprio concetto e la propria immagine. E' così universalmente singolare che a raccontarlo si rischia di cadere nel banale, nelle classiche "farfalle allo stomaco".

Ho sempre pensato che Emotiva avesse qualcosa di rotto quando si trattava di rapportarsi con chi le interessava. Tutti i ragazzi di Zena sono stati belli e dannati, complicati, intelligenti ma soprattutto stronzi e anaffettivi. Fino a poco tempo fa credevamo che Emotiva fosse solo stupida e invece lo psicologo ci ha spiegato che anche scegliere uomini di merda, paradossalmente, è un'inconscia azione abitudinaria per sentirsi al sicuro: fa meno male se conosci già il finale. Ogni abitudine ha un inizio e mantiene una costanza; noi tutte siamo ancora indecise se la causa sia nostro padre o il nostro primo amore. Purtroppo l'abitudine agli amori tormentati proprio non ci abbandona e non so più quali parole crudeli inventare per far dimenticare ad Emotiva l'uomo di cui è imfatuata da ormai 10 mesi. Le ho detto che è colpa sua se lui non ha scelto lei, che l'ha presa in giro, che sicuramente non ricorderà niente di quello che c'è stato, che ogni cosa che hanno vissuto per lui non ha avuto alcun valore, che se ci avesse tenuto davvero avrebbe ricordato i sorrisi e la chiacchierata all'alba, che le sue insicurezze l'hanno resa ossessiva e la sua irascibilità insopportabile. Niente, non lo dimentica, soffre solo di più e afferma sbattendo i piedi, come un bambino, che le piace e le manca.  

Vi ricordate quando ho detto che Razionalità era riuscita a riconoscere un manipolatore e a fare il suo stesso gioco? Ecco, non mentivo ma ho omesso la parte in cui Emotiva si intromette e rovina tutto. Zena, per accettare che aveva una lotta dentro sé, ci ha messo mesi. Credeva di aver capito come gestire il vuoto e nutrirsi di esso ma la voragine ed Emotiva erano sempre dietro l'angolo. Dietro ogni "no" di Razionalità c'era Emotiva che gridava "si", ogni "non mi interessa" era un "mi stai distruggendo", ogni bacio un sollievo al cuore. Pensate alla partenza di un aereo: la sensazione di tensione generale, di aria sospesa tra la gola e lo stomaco, quel dolore piacevole ai polmoni, come fosse la prima boccata d'aria della vita e ora immaginate l'atterraggio brusco e turbolento, il corpo tutto in avanti, la testa pesante e la paura di schiantarsi. Così è l'amore per me ed Emotiva, lei vede il bello e io porto il brutto. Lei si fida e dà tutto incondizionatamente, Razionalità la mette in guardia, io la distruggo per farla obbedire.

Me ne accorgo che soffre ancora. Che soffre a guardare ciò che non può avere, ad incantarsi di nascosto sui suoi sorrisi, a sfiorarlo per sbaglio o anche solo a parlargli. Lui invece ci riesce con la disinvoltura di un estraneo, un amico come tanti: scherza, le sorride, la prende in giro, parla delle sue storie guardando Zena negli occhi e lei nel ricambiare lo sguardo si cerca ma non si trova mai. Questo fa stare male tutte noi. Razionalità è esausta di dirle sempre "te l'avevo detto", Emotiva è una povera vittima e anche io, Emotiva Tragica, ebbene, ci sto male. Le cose su cui non abbiamo controllo inevitabilmente colpiscono senza eccezioni. Non esistono regole, né schemi, succede e quando succede la voragine si annerisce, il corpo parla e noi ne risentiamo. Zena non gliel'ha mai detto che prova qualcosa di così forte, era così impegnata ad imparare a non provare niente che semplicemente riempiva di bugie se stessa e lui. Probabilmente resterà un segreto per sempre e condannerò Zena ed Emotiva finché ne avrò le forze di non averci tolto questo grande macigno che ci portiamo dentro. Le torturerò per aver scelto di continuare a vivere tutto come se fosse normale, come se non volessimo scoppiare in un grido di dolore ogni volta che usciamo, come se non trattenessimo le lacrime anche nelle serate più divertenti. Dietro la mia malvagità c'è la scelta, forse della voragine o forse di Razionalità, di reprimere ogni sentimento che non possa essere accolto o ricambiato. Tutto ciò che Zena ha scelto di  tenersi dentro è diventata vendetta per me. Io ti odio, Zena, per averci ridotte così.

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