- CAPITOLO 2 - Quando sono nata

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Credo di esistere da molto prima che Zena immagini ma essendo parte della sua coscienza, come lei, non so di preciso quando. Mi sono insinuata volta per volta: aiutata da Razionalità, che ha reso Zena atea fin dall'infanzia, le ho fatto subito temere la morte più di qualunque altra cosa. Le mancava l'aria, piangeva fino a perdere la voce, tremava tutta e io mi nutrivo di quell'esasperazione. Quale terreno più fertile se non degli odiosi bimbi cattivissimi che prendono in giro a chiunque vada più aderente il grembiule? Ovviamente Zena era una delle due ciccione della classe alle elementari e lì, a soli 6 anni, iniziò una delle mie missioni più elaborate e durature: l'odio per il suo corpo.  

Alle medie, Zena, era già esausta della vita ma non sapeva ancora come definire quella sensazione; pur di trovare un po' di pace tentò di eliminarmi concentrando tutte le sue energie su un ragazzo, o meglio, era subentrata Emotiva. Quella cretina riuscì a spazzare via sia me che Razionalità e a spaventare in tempi record quel povero ragazzino. Qualche giorno dopo averlo conosciuto decise non solo di aggiungerlo su Facebook ma anche di mandargli un messaggio in cui gli diceva che grazie a lui non aveva più gli attacchi di panico. Ecco perché è da anni che cerco di eliminarla definitivamente, è una stupida!

Davvero credete che abbia fatto solo questo? No! Abbiamo raffiche di messaggi senza risposta, cornetti rifiutati lasciati ammuffire, ti amo detti nei momenti più sbagliati e tanto altro ancora. Tutte cose da pazza isterica. Se ci fossi stata io sarebbe stato lui a fare tutto questo per noi. Vedete, io sembro cattiva ma non lo sono, Zena ha sofferto per ogni cosa che ho elencato, ha sofferto per anni per cose di cui non aveva colpa e così, per farla stare meglio, ho iniziato a suggerirle che la colpa, forse, era tutta sua. Ha anche funzionato: iniziava a stare meglio, a fare esperienze, a superare il male, la vita sembrava andare per il verso giusto e io però iniziavo a sentirmi debole. Ogni suo successo era un giorno in meno per me. 

Il rifiuto della stessa persona per diversi anni non era più necessario per farla crollare ma con l'inizio del liceo tutto è andato in discesa da solo. Si può dire quasi che sia stata Zena a chiamare me. Nessuna delle nostre tre personalità è mai stata brillante a scuola, l'unica cosa che ci distingueva dagli altri era questa passione per la scrittura e la precocità nell'imparare a raccontare. Doti che in un liceo classico erano diventate normali se non inferiori. Erano tutti grandi scrittori con una proprietà di linguaggio che noi ci sognavamo la notte, grandi matematici e noi completamente negate per qualsiasi cosa più complicata delle espressioni. Al primo 5 in Italiano, io che a stento riuscivo a farmi sentire da Zena con qualche pianto improvviso, ripresi tutta l'energia della sua luce e riportai il buio. Fu una boccata di umidità per me, necessaria. 

Da questo momento ho iniziato a farle pensare incessantemente al fallimento. Ecco, in qualche modo io sono stata per lei le parole che i suoi genitori non avevano il coraggio di dirle, qualcuno doveva pur fare il lavoro sporco, no? Per quanto odi la passività di Razionalità mi è sempre tornata utile quando dovevo giocarmi la carta dell'oggettività delle cose. "Hai preso 4, un numero, è oggettivo che tu faccia schifo", "ne hai preso un altro è oggettivo che tu sia un fallimento" e questo, modestamente, è un lavoro che tutt'ora porto avanti con gli studi universitari. Pian piano sto cercando di trasformare la paura del fallimento nella paura di ritrovarsi sotto un ponte e senza laurea ma con questo ficcanaso dello psicologo sta diventando veramente un'impresa. 

Sta stronza di Zena quando andiamo alla seduta settimanale non mi fa mai parlare. Non so come, parla per me senza interpellarmi e come ne parla male quella ingrata! Assisto dietro ad un vetro a tutta la seduta, la vedo fare ragionamenti che abbiano davvero un senso logico e più spesso accade più si accorge delle mie tattiche, più si accorge delle mie tattiche più crede di indebolirmi. Purtroppo la mia cara e ingenua Zena (o Emotiva, ancora non ho ben chiaro chi parli) dimentica che ho un bel bagaglio pieno di esperienze orribili che potrei far diventare ancora più orribili insinuando qualche paranoia. E' istinto di sopravvivenza e poi comunque ho ammesso di essere stata la sua prima bulla. Fino ad ora ho raccontato solo gli eventi in cui sono stata più gentile, giusto per non dare un'immagine troppo rude di me ma non temete, racconterò tutte le mie elaboratissime missioni eroiche.

Storie di un' Emotiva TragicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora