28. L'interesse speciale

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Florencia

Non capisco.

Proprio non riesco a capire.

È passato un giorno appena dalla mia sfuriata verso Irina, ma ancora non è accaduto nulla.

E dire che ho un'ansia tremenda addosso, come se sentissi nelle viscere che qualcosa dovrà succedere, qualcosa di terribile e di irreparabile.

Accidenti, come faccio a stare tranquilla?

Tremo ancora un po' e a volte ho degli scatti, sento i muscoli contrarsi e rilassarsi di botto.

Sopraggiunge Martin, portandomi un bicchiere d'acqua.

– Come ti senti?– chiede preoccupato, e io annuisco.

Stamattina mi sono svegliata nel letto sudata come uno straccio bagnato. Ero in preda a una crisi di panico, ma mi sono imposta l'autocontrollo e ora sono pronta per salire sulla passerella di Guess arrampicata su dei tacchi altissimi con tanto di para che mi danno l'impressione di essere fatta di carta velina.

Nonostante tutto non mi sono mai sentita così fragile in vita mia. Di solito riesco sempre ad avere il controllo sulle mie emozioni, perché stavolta sta andando così?

Deve essere per colpa della sfuriata. Non è da me perdere la pazienza.

– Appena finiamo qui andiamo subito in hotel, va bene?

Martin mi sta confortando? Deve essere molto preoccupato.

Ho un aspetto così orribile?

Annuisco di nuovo senza riuscire a dire una parola.

Accidenti, vorrei tanto farlo stare tranquillo, sorridere, dire che andrà tutto bene... che fine ha fatto la mia superficialità?

Abbasso il capo fissandomi la punta delle scarpe: che sia davvero Jordan a far così male al mio carattere?

Non faccio in tempo a pensarlo che vengo chiamata in passerella. Entrerò per settima e indosserò un bellissimo abito che mi farà sembrare una nuvola; lungo, sfumato dal carta da zucchero a un bianco purissimo con del tulle sulla gonna che mi dà un'aria eterea.

Ho i capelli raccolti in uno chignon molto stretto ma mi sento comunque in disordine, inadatta a questo ambiente.

Ma che diavolo mi sta succedendo?

Un crampo alla pancia mi toglie il fiato facendomi piegare su me stessa.

Alzo il capo e noto Martin che mi scruta preoccupato, ma gli faccio subito un cenno per dire che è tutto ok.

Accidenti a me, devo resistere!

Esco in passerella tenendo il vestito per due lembi cercando di giocarci ma in realtà mi ci sono letteralmente aggrappata. Sto sudando freddo, sento la schiena umida e vedo la gente guardarmi, giudicarmi... ma perché mi guardano tutti?

Cos'ho sbagliato? Cammino storta?

Tutti i miei tentativi di gestire la questione crollano quando il flash di un fotografo mi abbaglia, facendomi indietreggiare fino a cadere a terra.

Sento le esclamazioni di stupore fondersi nell'aria fino a generare nella mia testa un echeggiare continuo di suoni che mi penetrano dolorosi nel cervello, tanto che devo portare le mani sulle orecchie per cercare sollievo.

Ma è tutto inutile.

Sono nella mia mente, sento tutto fino al più piccolo suono e ho la sensazione di essere in guerra.

È tutto amplificato, mi rimbomba la testa, non ce la faccio...

Magari se mi accovaccio su me stessa andrà meglio... non voglio essere toccata, nessuno deve avvicinarsi, nessuno può farlo.

La nebulosa del granchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora