16. Cassandra

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Decido di uscire fuori dalla mia stanza, facendo capolino col capo.

– Cass, tutto bene?

Mia sorella si porta una mano sui capelli rossi, le palpebre che celano i suoi grandi occhi blu dello stesso colore dei miei.

Si morde forte le labbra color fragola.

– Ti uscirà il... sangue –, le dico, ma sembra non ascoltarmi.

Allunga le braccia verso di me con un sospiro.

– Vieni qui –, mi esorta facendo cenno con le mani di avvicinarmi.

Eseguo, ritrovandomi in uno dei suoi abbracci.

Sono gli unici che non mi danno fastidio e lei lo sa, altrimenti non lo farebbe mai, non vuole che le cose che fa mi diano problemi.

Il fatto è che io odio il contatto fisico, lo accetto con una certa difficoltà solo se mi viene chiesto di farlo per lavoro, adattandomi alla società. Però mia sorella non merita la mia diffidenza, fa molto per me e io mi sforzo di restituirle la mia gratitudine come posso, non riuscendo a esprimerla normalmente.

È stato molto difficile fare quei due servizi con Florencia, ma lei è... bella.

Mi metteva soggezione ma non potevo farmi sopraffare dalle mie emozioni, ho cercato di seguire ogni indicazione senza pensare.

Credo di aver esagerato quando le ho aperto la camicia, ma so che nel mondo della moda il sesso è fondamentale dagli anni novanta, quindi ho pensato di dovercene mettere un po'.

Non penso ne sia stata felice, ma che ne sapevo io che non volesse? Ken continuava a esortarci, a urlare in quel modo così fastidioso... ok, lo ammetto, mi faceva rabbia e credevo che un gesto forte lo avrebbe messo a tacere.

Così l'ho spogliata.

Non avevo considerato lei, una sua ipotetica reazione. Tanto per cambiare.

Le donne che vengono da me vogliono sempre del sesso e pensavo che lei facesse piacere quel tipo di atteggiamento.

Gli uomini forti sono quelli che piacciono alle donne, no? Quelli un po' aggressivi, dominanti, prepotenti... ho sentito dire questo da qualche parte e l'ho messo in atto.

Non capisco solo perché io abbia voluto farmi bello con lei, perché avessi un piccolo desiderio di compiacerla.

Quando mi ha detto di essere un bugiardo... mi ha davvero ferito.

Poi, però... mi ha dato quel bacio e... beh, non capisco cosa significhi.

– Jordan, ora sii sincero con me –, mi intima mia sorella,– hai chiamato Florencia per telefono?

– Ho sbagliato?– domando senza guardarla e sento che scuote la testa.

– No, per niente. Solo per sapere. Vorrei che mi dicessi cosa ti passa per la mente.

– Perché?

Cos'è questo suo tono? Mi sta facendo un interrogatorio? Ho sbagliato qualcosa?

– Tu non ami il telefono –, mi dice facendo spallucce. Mi rilasso.

– Quindi... sei solo curiosa?

– Sei mio fratello!– mi dice alzando la voce di qualche tono.

Che ho detto di male?

– Scusa, non volevo farti arrabbiare –, dico.

Lei sospira, carezzandomi i capelli.

– Scusa, scusami tu Jo, mi sono spiegata male. Voglio dire che sei mio fratello, ti voglio bene e sono curiosa di sapere cosa ti succede in questo momento perché tu di solito sei molto solitario, non usi il telefono, non chiami nessuno e frequenti solo me e gli altri ragazzi del gruppo.

La nebulosa del granchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora