8. In Chanel

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Eccomi qua, vestita e truccata come una perfetta donna dei primi decenni del novecento.

Il primo scatto lo faccio da sola perché Coco Chanel uscì per prima cosa con i cappellini. So tutta la storia, c'erano certe impalcature allucinanti da portare in testa abbinate ai corsetti, lei ruppe tutti gli schemi coi cappelli di paglia con poche cianfrusaglie, facendo scalpore. Era molto all'avanguardia, una donna pratica.

– Ora, mia cara, dovresti abbandonare le espressioni tipiche degli ultimi anni. All'epoca le ragazze erano più tondeggianti, quindi sorridi e cerca di riempire queste guanciotte.

– Ho già le guanciotte, che bisogno c'è?– domandò e sento Martin che si spiattella una mano sulla fronte. Ma scusa, eh, è vero!

L'entourage ridacchia e Tammy li segue, affibbiandomi un buffetto.

– Hai sempre voglia di scherzare!

Veramente ero serissima, ma va beh, mi adeguo e sghignazzo anch'io.

– Ecco, brava, così. Limitati a tirare su gli angoli della bocca, ma in modo leggero, proprio come hai fatto ora. Ricordati che lo sguardo non deve essere languido, all'epoca andava l'occhione spalancato, hai presente? Non come Twiggy, quello è esagerato...

Ah, Twiggy. Che odio quella lì!

– Mettiti in posa, tesoro –, mi intima Tammy e io eseguo, notando dopo pochi scatti che Jordan ha fatto il suo ingresso sul set e mi sta osservando.

Devo dire che hanno compiuto un lavoro splendido su di lui, sistemandogli i capelli col gel da una parte proprio come si usava all'epoca. Per una volta nella vita non li porta spettinati.

Tammy mi elogia, spedendomi di nuovo in camerino, dove mi viene fatto indossare un abito lungo in velluto nero con un semplice colletto bianco. Martin deve aver notato la mia perplessità perché si avvicina, suggerendomi che questa è una fedelissima copia dell'abito che Chanel fece indossare a Suzanne Orlandi, e che si tratta del primo abito che la stilista abbia confezionato.

– E allora? Cos'ha di così importante? Sembro una suora, vedi?– domando e il mio amico alza una mano facendo per picchiarmi.

– Ma non farti sentire, razza di svergognata che non sei altro!– strepita come una gallina.

– Ma è strettissimo, ci sto appena dentro –, protesto cercando di respirare con poco successo,– Morirò prima di arrivare al set.

– Smettila di frignare, insomma! Sei una modella professionista, cerca di non dimenticarlo. Adesso fila e tieni il becco chiuso, almeno respirerai col naso!

In effetti non è una pessima idea, va già meglio. Quando entro, Tammy mi guarda esterrefatta e mi sorride.

Perché mi guarda così? Sto male? Che ho fatto?

– Forse ci voleva mezza taglia in più...

Vorrei che Martin fosse qui per tirargli le orecchie come merita.

– Forza, tutti e due sul set –, ci incita, e noi due eseguiamo.

Trovo molto buffo vedere Jordan in abiti del primo novecento, lui che è sempre molto grunge. Eppure sembra trovarcisi bene, sicuramente sta meglio di me che mi sento in una prigione senz'aria. Tra poco sverrò, me lo sento. Ma come facevano a indossare questi cosi?

Il set è stato allestito alla velocità della luce come fosse una casa dell'epoca e ci viene spiegato in che modo bisogna sistemarsi.

– Deve sembrare una foto di famiglia, ovviamente formerete una coppia.

Ovviamente.

Come ti sbagli?

– Certo –, afferma Jordan, rivelando una sicurezza che non comprendo.

La nebulosa del granchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora