13. Telefono, casa

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La mia giornata riprende in maniera un po' malinconica: non ho avuto più modo di sentire Jordan, sono passati tre giorni e oggi dobbiamo rientrare a casa in Canada.

Non so nulla di lui: cosa farà, dove andrà, se avrà dei concerti, quando... siamo stati così vicini per un breve periodo e mi sembra assurdo tornare ad essere così lontani.

Anzi, lo siamo già a dirla tutta.

E la cosa mi rende molto, molto triste e abbattuta. Mi ero abituata a lui, tanto che mi sono pentita di essermi allontanata dopo il bacio. Avrei dovuto invitarlo in camera.

No, aspetta... e se poi avesse capito male?

Aspetta, aspetta, aspetta.

Ma uno come lui avrà...?

Le storie sulle sue svariate relazioni sessuali saranno vere?

Sto diventando scema, troppe domande a cui non so rispondere, è meglio che riprenda a fare la valigia.

Mi sento un po' abbacchiata e ripenso a quelle poche ore passate insieme: il concerto, il backstage, il servizio insieme al parco, quello su Chanel...

Sono stati bei momenti seppur molto confusi. So già che Jordan mi mancherà da morire e mi sembra tutto così strano: di solito non mi affeziono a nessuno, o meglio non mi capita mai di sentire la mancanza di qualcuno.

Perché mi fa quest'effetto? Non lo conosco nemmeno più di tanto, e di solito è solo per Martin che sento qualcosa.

Aspetta.

Ho davvero parlato di affetto?

Non sarò mica...

Toc toc toc.

Sobbalzo quando sento che stanno bussando alla porta e sento già la rabbia farsi strada nel mio cervello, ma la tengo a bada: sicuro questo è Martin che viene a chiamarmi.

Mi alzo per andare ad aprirgli, e difatti lui se ne sta in attesa sulla soglia.

– Buongiorno, siamo pronti?

Mi sposto per farlo entrare e si sporge per guardarmi meglio.

– Gesù, Flo che ti prende?

– Perché?– domando cercando di ostentare indifferenza, ma non credo di esserci riuscita così bene.

– Non ti ho mai vista così triste. Cosa succede?

– Non lo so –,dico facendo spallucce. Martin si porta le mani sui fianchi e mi guarda storto.

– Scommetto che è per colpa di quel tipo, Jordan Baker.

Sobbalzo solo a sentire il suo nome e lui annuisce.

– Eh sì, direi che ci ho preso. Mi sa che hai una bella cotta per lui.

– No, non è così, io...

– Dove sei stata l'altra sera?– mi domanda a bruciapelo e non rispondo, facendo lo sbaglio di abbassare lo sguardo con aria colpevole.

– A ah, sapevo avreste passato la serata insieme. Non ho voluto seguirti perché sei adulta e vaccinata, ma sappi che non puoi stare con quel ragazzo.

– Non stiamo insieme! Siamo solo... abbiamo solo fatto una passeggiata.

In fondo è la verità.

– Flo, piccola Flo –, mi dice mettendomi le mani sulle spalle,– tu non dai tutta questa confidenza agli altri, figurarsi se ci esci insieme a due. L'hai fatto solo con qualche tuo ex sotto minaccia da parte mia, a chi vuoi darla a bere? A te piace Jordan, ammettilo.

La nebulosa del granchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora