CAPITOLO 12

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Molly era felice di essere tornata a "casa", ma non era più come prima. Era rimasta talmente tanto traumatizzata che gli altri ragazzi la vedevano spesso seduta a terra in un angolo con le braccia conserte a guardare il vuoto. Era sempre più assente dai discorsi altrui e perfino dal luogo in cui stava. La sua unica speranza era quella di stare insieme ai suoi genitori, tanto che iniziò a fare pensieri depressi. Se fosse stata un'altra condizione, a quest'ora gli altri l'avrebbero presa in giro, ma sapendo la situazione, alcuni facevano finta di non vederla, mentre altri si siedevano insieme a lei per capire cosa avesse. Ma ormai Molly era di poche parole, non si fidava più di nessuno, nemmeno della sua stessa ombra. Ma, soprattutto, era colma di sensi di colpa verso i suoi amici, i quali non erano lì con lei, ma chissà dove a cercarla.
Tra sé e sé pensava: "ma cosa ci faccio qui tutta sola? In un posto che non mi appartiene e senza i miei amici? Cosa ci faccio qui quando i miei amici sono in pericolo laggiù? Perché non sono lì ad aiutarli? Cosa mi prende, non ho più il coraggio di avvicinarmi più a quel posto".
Sabrina la guardava con la coda dell'occhio e iniziò a farneticare qualcosa, così decise di parlare con lei per chiarire i suoi dubbi...

"Ehi, Molly, dov'eri per tutto questo tempo? Come stai?", domandò Sabrina

"Non sono affari tuoi, torna a dipingere la tela", rispose Molly infastidita

"Calmati Molly, ti ho fatto semplicemente una domanda! Mi puoi rispondere?"

"Senti un po' Sabrina, io e te da quando abbiamo iniziato a entrare in confidenza?"

Sabrina si ammutolì e se ne andò a passo svelto, sbattendo la porta

"Sabrina dove vai? Torna qui, che maniere sono queste!", esclamò urlando la maestra d'arte

"Mi scusi maestra, stavo andando in bagno", rispose Sabrina

"Prima si chiede il permesso e poi si esce dalla stanza signorina. Qui ci sono delle regole da rispettare, ormai vai alla fine dell'ora quando escono tutti", concluse la maestra

"Questa è tutta colpa tua!", esclamò a bassa voce Sabrina, rivolgendosi a Molly con tono aspro e minaccioso

"Colpa mia? Sei tu che ti impicci. Fatti gli affari tuoi che non ti rimprovera nessuno", affermò Molly

"Molly perché non ti unisci a noi? Crea quello che vuoi. Tutto ciò che stai pensando lo puoi far diventare un oggetto.", disse la maestra d'arte

Così Molly si alzò da terra e si aggregò ai compagni. Prese un foglio di carta bianca e una vernice rossa e col pennello dipinse strisce rosso sangue sul foglio. Poi prese un filo nero, fece dei buchetti al foglio con le forbici e inserì il filo tra i buchi facendo una treccia: sembrava una cicatrice. Poi nella restante parte di foglio rimasta fece degli schizzi con la vernice rossa...

"Ho finito il disegno maestra, volete venire a vederlo?", chiese Molly

"Ho finito il disegno maestra, volete venire a vederlo?", chiese Molly

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