CAPITOLO 3

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Molly non avrebbe mai immaginato di trovarsi in un guaio del genere.
È un nuovo giorno, i ragazzi sono tutti fuori all'aria aperta che giocano, mentre Molly è ancora intrappolata lì sotto.
La luce abbagliante che proviene dalla finestra si fa sempre più luminosa e, di colpo, la ragazza, guardando dritto davanti a sé, vede un'ombra lontana che inizia ad avvicinarsi.
La ragazza ha paura, le tremano le mani ed inizia a sudare. Sa che urlare non serve a nulla, perché da lì non la sentirebbe nessuno. Ha i capelli spettinati ed il vestito trasandato. Le scarpe sporche e bucate. Non si era mai conciata in uno stato del genere, ma l'unica cosa che le importava al momento era uscire di lì.
L'ombra si avvicina sempre di più e Molly si copre il viso con le mani. Ha paura di vedere il volto dell'ombra.
Le sue mani sono fredde, ma diventano calde d'improvviso, come se qualcuno le avesse accarezzato la mano. Il rumore dei passi si fa sempre più forte e lei resta lì, immobile, a sperare che per qualche assurdo motivo l'ombra non la veda. Ma non è così: le sue mani intrecciate che coprono il volto vengono sciolte, mentre i suoi occhi restano chiusi. È l'unico momento in cui lei preferisce il buio piuttosto che vedere la luce. Una voce le sussurra all'orecchio:

"Perché non apri gli occhi, hai paura Molly?"

Molly rimase pietrificata, non conosceva quella voce, eppure la voce sapeva il suo nome. In quel momento preferiva essere rinchiusa dalla strana, almeno sapeva chi fosse la persona che aveva davanti. Ma, nonostante la curiosità, rimase per tutto il tempo con gli occhi chiusi.
Quella voce era indecifrabile, non riconosceva se fosse maschile o femminile, ma sapeva fosse spaventosa.

"Non ti voglio fare del male", ripeté la voce.

Molly si prese di coraggio e gridò:

"Lasciami in pace, chiunque tu sia"

"Non vuoi sapere chi sono?"

"Non mi freghi, non apro gli occhi"

"Peggio per te. Sai passano diverse persone qui, eppure fanno finta di non conoscere questo posto. Credete veramente di poter mentire a vita?"

"Perché pensi che io conosca questo posto?"

"Beh, perché sei arrivata fin qui. Solo chi conosce la storia sa di questo posto".

"Di che storia parli?"

"Magari prima apri gli occhi, non ho voglia di parlare con il muro"

Così, Molly aprì gli occhi. Ma non vide nulla. Calò di nuovo il buio e l'ombra scomparve. Perché? Che senso aveva tutto ciò? Ormai era stanca, non ce la faceva più ad aspettare qualcuno che non sapeva nemmeno come aiutarla. Così, fece avanti e indietro riflettendo su come poter uscire.

"Allora, so di essere finita qui perché ho voluto seguire quella pazza, eppure non l'ho più vista. Quei ragazzi erano entrati da qualche parte, eppure non ho più trovato quel maledetto portone verde in legno con il battente. Quel portone era veramente vecchio ora che ci penso. E quell'ombra? Di quale storia parlava? E soprattutto perché non riuscivo ad aprire gli occhi? Mi sentivo come immobilizzata"

Le ore passavano, ma la ragazza ancora non aveva trovato nessuna idea. Intanto, gli altri la davano ormai per scomparsa. Non rispondeva più al cellulare, né a Sharyl né a Felipe. In tutto ciò nessuno si preoccupò del perché Simon non è andato a cercarla insieme agli altri...

Nel giardino tutti parlavano di Molly e di Federica, le due ragazze scomparse. La proprietaria era in preda al panico, non sapeva come sistemare la faccenda, a parte sperare che la polizia possa trovarle in giro per la città. Ma non sanno che il luogo dove devono guardare non è fuori, ma è dentro...
Vennero convocati nell'ufficio principale tutti gli impiegati del posto. La prima a parlare fu Rita

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