Anastacia è una ragazza che vive a Brooklyn, uno dei cinque quartieri di New York City che sorge all'estremità meridionale di Long Island. Brooklyn è un quartiere bellissimo con zone sul mare come Coney Island, sui laghi come il Prospect Park, o immersi nel verde come il meraviglioso giardino botanico di Brooklyn. Ma molto particolare è il ponte che collega il quartiere a Manhattan, che è il quartiere più densamente popolato tra tutti i quartieri di New York. Anastacia è una ragazza sognatrice, infatti immagina sempre di essere in luoghi in realtà sconosciuti e di essere un'altra persona con un'altra vita. Fin da piccola è abituata a sopportare gli atteggiamenti degli altri nei suoi confronti, infatti Anastacia fin dalla giovine età subisce delle pressioni talmente forti da provocare dei veri e propri tormenti nella mente della fanciulla. Questo stato di forte insicurezza è causato dalle parole forti e sconvolgenti da parte degli altri ragazzi: "sei brutta, racchia e secchiona. La gente quando ti vede si acceca. Ma vedi di sparire sei solo una nullità. Non otterrai mai niente dalla vita con la faccia che ti ritrovi, sei un mostro vivente, anzi fai un favore a tutti quanti sparisci dalla faccia della Terra, perché nessuno ti vuole, né ti vorrà mai". Queste frasi venivano pronunciate con una cattiveria tale da manifestare un senso di odio perpetuo. Lei si sentiva male, non sopportava il fatto che ogni giorno venisse presa in giro, era un incubo per lei. Si sentiva inutile per la società, ripeteva a se stessa che non valeva niente. Questo era il modo in cui veniva trattata una ragazza così sensibile e con un cuore così grande. Lei avrebbe preferito una vita diversa, ma purtroppo le è toccata questa. "Ogni giorno vado a scuola a testa bassa, non voglio farmi vedere in faccia, perché ho gli occhiali, l'apparecchio, i brufoli e le lentiggini. Però io, assiduamente mi chiedo cosa ho di diverso rispetto agli altri. Insomma ho degli occhi, un naso e una bocca, non ho una medusa in faccia, eppure vengo trattata come fossi un mostro." , queste erano le parole che pensava sempre tra sé e sé, eppure non si diede mai una risposta. Ogni giorno le parole iniziarono ad essere sempre più pesanti, fino a quando un giorno Anastacia non le resse più. Era solo una bambina che cercava di essere come tutte le altre, ma c'era qualcosa che lei non capiva, qualcosa che la distingueva in senso negativo da tutti, quando iniziò a farsi domande sul senso dell'odio, dei pregiudizi e su cosa vuol dire la parola "diverso". Gli anni passano in fretta, ma per lei è come se non passassero mai: ogni giorno succedono sempre le stesse cose, come ogni anno passa con la speranza che il nuovo sia un anno differente, ma non accade mai. Ormai Anastacia, quando la mattina si alza dal letto non si veste più bene, non si pettina e mangia poco. Per quanto si sforzasse a fregarsene quelle voci le entrarono talmente bene in testa che ormai anche lei la pensava allo stesso modo. Eppure lei aveva degli occhi verde smeraldo che davano luce al suo sguardo, dei capelli rossi ricci che coprivano la testa in modo armonioso, delle lentiggini che rendevano la pelle apparentemente più bella ed aveva un cuore talmente grande da poterci stare all'interno addirittura una balena. Però gli altri non la guardavano con questi occhi, loro la vedevano con degli occhiali neri dalle lenti grosse, grandi e scure che coprivano il suo sguardo, un apparecchio ai denti esageratamente sporgenti, con dei brufoli sparsi in tutto il viso, con delle lentiggini così chiare da fare da contrasto al colore scuro degli occhiali, con dei vestiti vecchio stile che allargano la figura e con un carattere timido e riservato che la fa sembrare vulnerabile e, quindi, facilmente influenzabile. In pochi la conoscono e quei pochi la giudicano strana. Però nonostante ciò si è sempre presentata come una nobile, poiché ha sempre affermato di far parte di una famiglia milionaria, infatti dice di abitare in una grande villa con 3 piani, contornata tutta intorno da un immenso giardino pieno di fiori e cespugli vari e decorato con delle piccole fontanelle sugli angoli del giardino recintato. Sul lato destro si presenta una grande piscina rilassante con cloro, dall'acqua limpida e calda e dal colore blu dato dalle piastrelle utilizzate per far sembrare l'acqua più pulita. Essere ricca, però non la rendeva felice, perché il denaro non fa la felicità, non ti regala affetto, amici e una famiglia, ti permette solo di vivere nel lusso. Ma il lusso a lei non serviva se non lo poteva condividere con nessuno. Anastacia sta sempre da sola, l'unica cosa che le tiene compagnia è un buon libro. Leggere le permette di fantasticare, di sognare, ma soprattutto di distrarsi dalla tristezza.
"Mi piace leggere, perché mi permette di immedesimarmi nella vita della protagonista e di vivere un sogno. Io cerco nei libri quello che non posso avere: degli amici, un po' d'affetto, stare insieme alla mia famiglia e di essere felice, ma purtroppo quello che desidero è come una fiaba: non si realizza!".
"Non esco mai di casa, perché ho paura di essere presa in giro, ma mi accontento, perché la mia casa è così grande che potrei perdermi dentro. È tutto così dannatamente folle, tanto da venirmi il voltastomaco. La mia vita è un disastro e non ne capisco il motivo, visto che di solito anche i ricchi hanno degli amici. Non sono amici veri, perché si frequentano solo per i soldi, ma almeno hanno una compagnia. Ho i nervi a fior di pelle se penso a come potrei essere se fossi nata da un'altra famiglia, magari anche povera, ma una famiglia unita che si vuole bene, non come la mia. I miei genitori non ci sono mai in casa, ho dovuto fare sempre da sola".
Anastacia non sa nulla sulla propria famiglia: non la vede mai. Fin da piccola ha dovuto imparare tutto da sola: lavare, pulire, stirare, leggere, scrivere, studiare, colorare, disegnare, cucinare ecc... Non sa come lei sia riuscita a fare tutto da sola durante gli anni, eppure viveva autonomamente. (Almeno questo era quello che faceva credere a tutti). Lei ha letto così tanti libri che la scrittura è il suo miglior alleato, infatti tutta la sua rabbia repressa è imbrattata in numerose pagine di diario, il quale lei teneva sempre con sé. Scrivere la aiuta molto a tranquillizzarsi, perché l'ira è contenuta nelle mani, impegnate a scrivere velocemente sulle pagine bianche, allentando così i muscoli dalla pressione. Quando i fogli erano ormai consumati li strappava tutti dal diario e li tagliuzzava facendoli diventare coriandoli. Il suo sogno è quello di diventare una scrittrice acclamata, infatti in quei pochi momenti in cui Anastacia è rilassata e tranquilla, trasuda rancore, passione, tristezza, amore e ambizione, macchiando d'inchiostro pagine e pagine. Però allo stesso tempo si chiedeva del perché dovesse pensare al futuro se nel presente non facesse nulla per portare avanti i suoi sogni. Il non fare nulla, però, era causato da un senso di vuoto che le correva lungo la schiena e da un senso di insicurezza che le rimaneva incastrato in gola a tal punto da non poter più respirare. Il suo posto preferito per scrivere è fuori in giardino, perché le piace stare a contatto con la natura, infatti quando Anastacia mette nero su bianco utilizza sempre dei dettagli paesaggistici naturali per incorniciare i suoi pensieri ed i suoi sentimenti. Ogni pagina imbrattata corrispondeva a un suo sfogo quotidiano, in modo da poter fissare profondamente le sue angosce, le sue paure e le sue emozioni, nel suo cuore spezzato. Spesso, oltre ai suoi pensieri reali, erano espresse anche le sue immaginazioni, i suoi sogni, i suoi desideri e le sue fantasie.
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HOST COMMUNITY- ANASTACIA
Misteri / ThrillerNella comunità d'accoglienza di Brooklyn vivono orfani, anziani, persone con diversi disturbi mentali o aventi disabilità. Al suo interno vi sono figure del personale di servizio e pazienti abbastanza ambigui. La vita sembra apparentemente tranquill...