.Capitolo 18.

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Non mi credevo capace di provare una simile rabbia: la sentivo crescere, dal petto e dalla gola, prepotente, che voleva ruggire e urlare e dare forza alle mie braccia per distruggere tutto quello che si trovava davanti a me. Mi ero spezzato.... mi ero rotto come mai prima di allora, nel profondo qualcosa si era lasciato andare dietro a una realtà che non volevo vivere.

Ero riuscito a non crollare neanche quando avevo scoperto che il tumore di Selene, dopo tutta quella chemio, non era curabile....
Nemmeno quando i miei zii erano passati dal Collegio per sistemare i pagamenti della mia permanenza lì, senza però salutarmi....

Ero stato costretto a prendere a pugni la scrivania di Louis (evitando di prendere a pugni lui!), pur di farlo smettere di parlare di Attilio: Tito, come lo chiamavo io da quando ero piccolo, era il mio mentore, il mio tutore, il mio Generale durante tutta l'accademia...era praticamente mio padre... e io mi rifiutavo anche solo di pensare che fosse morto.
Ahimè, mi pentii velocemente ti aver scelto quel modo per sfogare l'ira che mi aveva posseduto, infatti la lastra di cristallo che ricopriva im tavolo si era spaccata a metà sotto al mio pugno, e una delle parti si era leggermente sollevata, tagliandomi.
Quando sollevai la mano, un fiume di sangue mi iniziò a scorrere dal polso al gomito, gocciolando sul pavimento.

Una vocina mi disse:"se non esci di lì, Louis lo ammazzi..."
Scattai verso la porta, dove vidi dietro la zigrinatura del vetro Agnese... avevo il coraggio di uscire in quello stato? Volevo farmi vedere così da lei? ..... da mamma?....

"Non c'è più niente che ti possa salvare...guardati Sirio.... nessuno ti vorrà più quando scoprirà quello che sei....neanche lei. È finita!" Ripetè la voce.

Sospirai, era vero! Aprii la porta e la scansai con forza, pur di non incontare il suo sguardo, costringendola ad aggrapparsi allo stipite della porta per non cadere. Non disse niente, mentre io uscivo dalla porta posteriore per evitare il marasma della via.
Mi sentii il petto stringersi, cosa avevo fatto? Sicuramente non c'era più nessuna scusa per non ficcarmi in un ospedale o in un instituto, legato al letto.

"È finita, smettila di fuggire Sirio e accetta la realtà delle cose"

Barcollai per strada, non avendo ancora metabolizzato cosa stava succedendo.
La mia testa naturalmente ricercò una spiegazione, un motivo per il quale io fossi in mezzo all'asfato, sanguiante e con il fiato corto e il cuore a mille....

Mi risvegliai, assonnato e sbigottito, avevo lavorato tutto il giorno e il mio corpicino esile di 8 anni non riusciva a trovare nè la forza nè la voglia di alzarsi.
Attilio aprì gli occhi, sentendo che mi ero agitato. Dormivamo spesso un paio di ore dopo pranzo nella sua branda, da quando i ragazzi avevano scoperto che se arrivavo in ritardo le suore non mi facevano mangiare, si erano organizzati per farmi mangiare a mensa con loro, presso l'accademia. Io però dopo volevo stare solo Tito: << già sveglio? È presto Sirio, possiamo dormire ancora un'ora su...>> di chinò verso di me, che stavo riposando sul suo petto, per baciarmi la fronte. Nessuno lo aveva mai fatto prima di lui, mi piaceva:<< ...ci parlo io con quelle suore maledette e il comandante se fai tardi, non ti preoccupare ....tu dormi.>> disse accompagnando la mia testa pensate sul suo petto. Mi coprì con la giacca della sua divisa...

Quel ricordo, così nitido e lontano, di quell'affetto genuino e gratuito, fu abbastanza per riaccendere la rabbia che avevo in me, che per sfogarla decisi poco saggiamente di prendere a pugni il muro, con la stessa mano che mi ero tagliato.

Non era giusto!
Non era giusto che il mondo mi avesse tolto l'unica vera persona che mi abbia mai amato!
Non era giusto che ora dovessi vivere con mille mila dubbi su chi mi amasse veramente!
Come era possibile che non ci fosse nessun'altro?
Perchè io? Perchè a me? Prima i miei genitori, poi Tito, poi Selene e infine i ragazzi.... posso avere una tregua? Posso semplicemente vivere senza stare male??

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora