.Capitolo 9.

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Ero steso sul divano, teso come una corda di violino battuta dall'archetto. Inutile che mi ripeta dal dirvi che non sopporto gli aghi e ne ho una paura viscerale!
Agnese, dopo avermi fatto sdraiare per aiutarmi a "rilassarmi", probabilmente perchè mi aveva visto non solo poco collaborativo ma anche pallido come un fantasma, si era messa a sistemare una serie di cose. A quanto pare, gliele aveva date Louis in persona, appositamente per occuparsi di me dal punto di vista clinico durante il mio recupero, quindi materiale ospedaliero e farmaci come se piovesse. Avevo riconosciuto facilmente uno dei secchielli giallo fluo dei rifiuti speciali, altre due sacche di fluidi che avrei per forza dovuto fare quella sera, in aggiunta a fiale e fialette per medicare il mio corpo tritato dalla mia incuria, cerotti, garze, guanti e tante altre cose dal puzzo di sterile che non potevo davvero sopportare. Povero me, alla sola visione di un pacco di siringhe già mi stavo pentendo di essere lì.

Agnese, che stava appositamente preparando uno spazio in uno degli scaffali del salotto solo per le mie cose, probabilmente per tergiversare e darmi tempo di venire a patti con l'idea che quell'agocannula me la dovevo levare prima o poi, notò che stavo guardando scatola di freccette un pò troppo appuntite per dottori con fare terrorizzato, e subito cercò di spiegarmi il da farsi e rassicurarmi:<< stellina, stai tranquillo... molte siringhe mi servono solo per recuperare il contenuto delle fiale, non vedrai nè sentirai troppi aghi in questi giorni, lo giuro!>>
Non nego che quelle parole mi rassicurarono ben poco:<< mi spieghi perchè tutte queste medicine? Sto davvero così male di cervello oppure sono per tenermi a cuccia???>> ringhiai, diventando un pò aggressivo e sulla difensiva. Agnese ridacchiò, smontando un pò la paura che avevo addosso:<< ma no! Non ti servono farmaci per stare a cuccia, nè sei malato di testa, te l'assicuro! Però devi tenere in considerazione che il tuo corpo ha sofferto tanto, tutto quell'alcol e quei farmaci non gli hanno fatto bene, come la mancanza di cibo e sonno. Ne abbiamo parlato io e Louis mentre ti riposavi, era molto preoccupato.>> mi spiegò con la sua solita calma. Ma soprattutto, la sua voce era dolce, non mi stava accusando o deridendo per quello che avevo combinato e fatto passare al mio fisico, ma mi stava incoraggiando a dargli anche io una mano a riprendersi.

<<sarà una settimana un pò impegnativa, non posso negartelo: hai tante medicine da perdere prima di tutto per aiutarti a guarire nel fisico. Una volta che sarai tornato in forze al 100%, vedrai che sarà più facile migliorare anche la tua salute mentale, in primis perchè potrai fare un pò più cose per tenere alto il tuo umore, ma soprattutto perchè non starai più in questo stato intorpidito dal dolore. Poi per rispondere alla tua domanda, di psicofarmaci davvero non ce ne sono molti nel piano che mi ha dato Louis, stabilizzante e antidepressivo, molto blando come terapia...anzi se vuoi possiamo vedere insieme che farmaci ti ha prescritto, poi ci penso io a ricordati di prenderli, così non ti devi neanche stressare... >>
Sospirai con fare plateale, cercando di mascherale quale enorme peso effettivo mi aveva tolto di dosso il suo aiuto, date le mie angosce:<< meno male! Ero già preoccupato di dover fare tutto da solo!!>>

Agnese scoppiò a ridere, scuotendo la testa:<< sono qui anche per questo eh! E poi...>> mi richiamò all'attenzione, facendomi capire che doveva dirmi qualcosa di importante:<< ....tu non stai male di testa Sirio, tu sei solo tanto ferito e devi darti tempo di guarire e chiudere quelle ferite... smettila di insultarti e dire brutte cose a te stesso, che sennò ti meno! >> mi sgridò, anche se le sue parole avevano l'intenzione più remota di essere un rimprovero, con estrema empatia e dolcezza.
<< ma poi se posso chiedertelo, perchè tutta questa paura degli aghi? Ho notato che sei molto schivo e cerchi di creare una bella distanza quando sei infortunato o vulnerabile....>> mi domandò con innocenza.

Le ringhiai, ignorandola:<< non mi piacciono gli aghi, fine della storia.>> chiusi lì la conversazione. Ma ormai lo sappremmo o no se Agnese molla l'osso quando non ottiene ciò che vuole? Ecco appunto....
<<strano.... perchè ho visto che cerchi sempre di proteggerti, nascondi la mano con l'agocannula timoroso di non so cosa, insomma più che una fobia mi sembra altro...>> disse, buttandola lì. Uffa.
<< se te lo dico, la smetti di importunarmi?>> le domandai, dopo essermi spalmato sul divano, scoglionato al massimo. Lei annuì e io sbuffai di nuovo.
<<non ho un buon rapporto con gli aghi, ma con la roba medica in generale, perchè non ho belle esperienze legate ad essi. Non ho mai avuto il famoso "ti tengo la mano che così non ti fa paura" o "dopo ti do una caramella" e altre cazzate del genere. Di solito.......>> presi un respiro profondo, abbracciandomi le ginocchia e tornando insietro nel tempo:<<... di solito le infermiere erano molto brusche e sbrigative, stare male voleva dire solitudine e freddo, da soli nell'infermeria, con delle menopausate che non sanno tenere i bambini e aiutarli con delle paure "da bambini" appunto. Anzi, sapevano che avevo paura degli aghi, cosí per tenermi sotto controllo mi minacciavano con quelli, arrivando persino a tenermi immobilizzato con una siringa alla gola pur di farmi obbedire. Ho....ho sempre paura di quel dolore, di quel pungente fastidio e bruciore che danno le punture... mi fa tornare indietro. Per non parlare di Selene e della chemio...l'ho vissuta malissimo, e lei stava così male... >>

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora