.Capitolo 14.

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Appena ebbi finito di raccontarle tutti i dettagli del mio sogno lucido, con i vari particolari legati al mio passato, presi un respiro profondo e bevvi un sorso di camomilla, con le mani tremanti e il cuore in gola. Le avevo raccontato della guerra, di quello che avevo dovuto fare per sopravvivere, e non avevo tralascito che ero stato costretto a uccidere per salvarmi il culo più di una volta, anche nei peggiori modi. Avevo evitato di raccontarle solo quello che era successo al serbo strupratore di donne, quel Sirio lì è un mostro che neanche Dio spera di conoscere!
Eravamo in cucina, io seduto davanti a lei, con una coperta sulle spalle, e mi sentivo come se stessi dando la deposizione alla polizia di un omicidio! Beh, c'eravamo andati vicini...

<<Quindi, per riassumere, tu mi avresti confuso per un nemico, perchè sentivi di essere ancora a Sarajevo in guerra, e mi hai attaccato per "legittima difesa"....>> disse Agnese, cercando di suonare tranquilla e razionale.
<<in teoria sì...>> la corressi: <<...ti ho comunque attaccata e ho rischiato di farti seriamente del male!>> le ringhiai, nascosto dietro la tazza.
Lei sospirò, massaggiandosi la radice del naso e mettendosi una mano sul fianco:<< se continui a vederla in questo modo, non andremo mai da nessuna parte con questa conversazione! Le circostanze alla base erano ben diverse dal voler attaccare me, perchè ti ostini a insinuarlo?>> mi disse con voce esasperata.

<< sei tu quella che si ostina a non vedere come stanno le cose!>> le risposi a tono, perchè era così incosciente quella donna?!?
Lei sbuffò:<<....prega che non ti strozzi...>> sussurrò, e dal suo sguardo stava invocando tutta la pazienza che aveva.
Mi aveva appena minacciato? Era una minaccia ma non suonava come una minaccia?!? Aveva detto che voleva strozzarmi, ma davvero? O per finta??Ero confuso....
<<Sirio...>> riprese a parlare, versandosi altra camomilla:<<c'è differenza tra quello che hai fatto tu e un vero e proprio attacco, ecco perchè non ci vedo nulla di pericoloso: ho considerato le circostanze ed è stato un errore da parte di entrambi....>> la zittii malamente, in preda alla furia:<< UN ERRORE CHE TI SAREBBE POTUTO COSTARE LA VITA!?!? Ti avevo preso per la gola, e stavo per spezzarti il collo, dove sta l'errore in questo, eh?? Perchè continui a vedermi come un agnellino smarrito nel prato che poverino non è in pieno controllo delle sue azioni, e non vedi che sono il lupo travestito da pecora, pronto a sbranare il gregge???>>

Lei non si mosse, non reagì neanche, e quello che mi disse, toccò come sempre, quella parte di anima che pensavo fosse atrofizzata da tempo:<< tu sai bene di non essere pericoloso, ma sai che sei capace di esserlo...insomma e Selene? E i ragazzi? Sono certa che a loro non hai mai torno un capello neanche per sbaglio. Tu ora sei solo tanto spaventato e agitato, e forse quello che è successo ieri mattina è anche una causa scatenante di tutto questo: ti sei messo addosso la pelle la sensazione di morte! E quello che è successo stasera è la prova di due cose: uno, che tu vuoi continuare a vivere e a lottare, sennò ti saresti "lasciato ammazzare", dico bene? E due, è che ancora una volta si vede quanto grande è il tuo cuore....>> mi disse, lasciandomi confuso.

<<tu non stai difendendo te per le azioni che hai commesso, mi stai cercando di allontanare perchè hai paura di ferirmi, e pur di tenermi al sicuro sono 45 minuti che ti dai del mostro assassino! Per risponderti, no, non vedo un agnellino spaventato....vedo un gattino bagnato che mi soffia e graffia perchè ha paura, quello sì!>> concluse, con quel sorriso che, cascasse il mondo, esplodesse il sole, ci prendesse in pieno il meteorite dei buondì, mi diceva e rassicurava che era tutto okey.
Sospirai, mettendo la testa sul piano della cucina:<< vaffanculo, hai vinto! Posso tornare a letto? Hai finito?>> dissi, cercando di scappare dalla conversazione, ma soprattutto allontanarla visto che con i suoi discorsi mi aveva fatto salire le lacrime agli occhi.

<<certamente....ma...>> non la lasciai finire e scattai in piedi per andare in camera, anche se quello che sentii dopo mi fece fermare e girare i tacchi:<<...ma sei in punizione!>>
COSA?!?!?! MA CHE CAZZ..... MA DA QUANDO?!?!
<<Ferma un secondo...>> dissi, affacciandomi in cucina:<< ...stai scherzando spero?!?>> le domandai, incredulo.
Lei, con tutta calma mise le tazze nel lavabo, per poi venire verso di me:<< oh si si, sei in castigo! Te lo scordi di insultarti così senza motivo e senza sentir ragione, non se ne parla! Devi migliorare la tua visione di te stesso, non sputtanarla ulteriormente! E dobbiamo lavorare anche sul rispondermi male....>> mi sgridò, abbastanza con dolcezza ma una severità rigida tra le righe che mi faceva capire che non stava scherzando.

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora