<< Ma eri tremendo! Altro che peste, eri posseduto!!!>> disse Agnese sconvolta con gli occhi sbarrati, facendo scoppiare a ridere Suor Lucia, che le stava raccontando le peripezie e i guai che combinavo da bambino.
Le sorrisi innocentemente facendo le spallucce, ammirando il suo viso addolcirsi e regalarmi un sorriso carico di affetto quasi malinconico, nascondendo quel velo di tristezza di non esserci stata in quei giorni quando ero piccolo. Anche se mi avrebbe massacrato di sculacciate...ma dettagli!
<<era davvero tremendo! Ogni giorno trovava un nuovo modo per cacciarsi nei guai, le assicuro...a un certo punto non bastavano più neanche le sculacciate a dissuaderlo dal fare il monello! Oltre ad essere un terremoto, era ingegnoso, intelligente e scaltro, era davvero impossibile prevedere cosa si sarebbe inventato alla prossima monelleria, forse un pò....come posso esprimerlo.... avventato nel giudizio di poterla far sempre franca!>> concluse la suora ridacchiando, versandoci altro thè.L'avevamo seguita nel refettorio, l'ala che faceva ancora da casa a un gruppo piccolo di suore della stessa congregazione, rimaste lì a cercare di rimediare alla brutta nomea che si era fatto il santuario prima della sua chiusura come orfanotrofio, gestendolo come foresteria per i pellegrini, museo per il monastero antico e alloggio per le suore novizie. Le aree dove ero cresciuto io erano rimaste intoccate, anche se non più accessibili al pubblico.
Eravamo entrati nella sala comune del nuovo spazio adibito esclusivamente alle suore e ai loro ospiti: un posto tranquillo con dei divanetti, riviste di "famiglia Cristiana" ammucchiate sul tavolinetto da caffè, una vecchia tv, un orologio a pendolo che ticchettava imponente e appese alle pareti foto di gruppi di suore, probabilente dalle sedi dove facevano le missionarie e un imponente crocifisso, primeggiato solo da una statua della Madonna benedicente che stava all'angolo.Ci aveva fatto accomodare e gentilmente offerto del thè e qualche dolcetto, trovando poi una scusa, dopo un paio di racconti delle sue avventure da missionaria, per svelare a mia mamma quanto io fossi stato un casinista da piccolino; infatti, quando i periodi di apertura delle adozioni e le suore più crudeli mi davano tregua, ero rinomato per la mia fama di ladruncolo e combinaguai!
Riuscivo a infilarmi dentro al grembiule di tutto, nascondendo gli strumenti delle mie monellerie come colori, spago, chiodi, puntine da disegno, colla e altro, che usavo o per rubare qualcosa dalla cucina delle suore che stava al piano sotterranio, le cui finestrelle affacciavano sul cortile ed erano sempre aperte per far circolare l'aria, oppure per tendere trappole alle suore, giusto per vendicarmi di tutte le bacchettate e punizioni che ricevevo!
Un bel bicchiere pieno di vermi sopra la porta, ed era assicurato che si sarebbe saltata lezione!Ricordo ancora che quando riuscivo a scappare, correvo in giardino e mi arrampicavo sul gigantesco caco che vi troneggiava al centro, ridendo poi a tutti quei pinguini cattolici che si affollavano lì sotto per cercare di farmi scendere, con minacce e invocazioni al Signore. E spesso solo Suor Lucia riusciva a farmi scendere da lì, ingannandomi con la promessa di una caramella o altro, oltre ad ammorbire di molto la punizione che mi sarebbe toccata, proprio perchè spesso finiva per sculacciarmi lei per bene, sulle sue ginocchia seduta in una delle panchine di pietra del parco.
Così facendo mi evitava il peggio in presidenza, risparmiandomi dalle vergate, visto che ci aveva già pensato lei a punirmi e le suore erano soddisfatte nel vedermi piangente e penitente con il culetto rosso.
Ok....fooorse una piccola parte di quelle sculacciate me le sono meritate!<<Sirio mi sorprende che tu sia rimasto così composto e calmo davanti la crudeltà dei tuoi colleghi, da quello che mi ricordo ci voleva ben poco a far scoppiare rissa per un disaccordo con un altro bambino... hai sempre avuto il pugno facile.>> disse, con tono di sorpresa ma anche affetto, risedendosi davanti al tavolinetto della sala comune in una delle poltrone.
<< l'accademia militare mi ha insegnato tanto in termini di disciplina e controllo...anche perchè se adesso mi faccio prendere dall'ira, quei due ci rimangono secchi visto le altre cose che ho sempre imparato in accademia e messo in atto in guerra!>> dissi, con in pò di sarcasmo a tendi stretti.
Entrambe le donne sospirarono alzando gli occhi al cielo, l'una perchè si ricordava bene il mio caratteraccio ancora presente, e l'altra perchè già lo conosceva!
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Redamancy: "L'Amore che ritorna"
Ficção Adolescente"Ho perso tutto, ogni cosa io abbia mai amato, mi è scivolata tra le dita, come sabbia in un giorno di vento.... .......non ho più niente che mi tenga ancorato qui, su questa Terra...... .......non ho più niente per la quale valga la pena lottare...