.Capitolo 39.

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[[Sto capitolo è stato un parto, voglio morì. Non sono ancora pronta a parlare dei ragazzi, ce l'ho ancora a morte con loro nonostante scriva io che cazzo combinano]]

Tentennai ad inserire la chiave nella toppa e a girarla, entrando in casa mia: sapevo che i ragazzi erano lì e che, prima o poi, avrei dovuto riaffrontarli. Ma a me serviva una valigia visto che dovevo andere in gita con le terze e non mi andava di ricomprarla. Che palle! Sospirai...
Non ci vedevamo da quel dannatissimo pomeriggio...... ormai 3 mesi fa....

Una settimana fa avevo parlato a lungo con Agnese di loro e di tutte le riconsiderazioni che stavo facendo dopo gli ultimi avvenimenti tra me e lei, ma mamma non mi aveva detto nulla a riguardo, incitandomi piuttosto a mantenere una buona condotta, a non mettermi nei guai e a riprendermi mentalmente e fisicamente prima di pensare di fare grandi passi nei loro confronti. Anche perchè ne ho ancora tante di sculacciate da prendere a detta sua......

Infine era stata criptica e alquanto sbrigativa, dicendomi solo: "concedi a te stesso di essere figlio prima di essere padre". In pratica dovevo ancora aspettare non so quale lezione karmica dal mondo per poter anche solo pensare di riapprocciarmi a loro in una qualsiasi spoglia diversa dal semplice conoscente, visto che sarebbe stata una sfida non da poco. Mah....
Non mi ero ovviamente dato per vinto e, dopo varie indagini, da quello che ero riuscito a cogliere principalmente da Ginevra che ormai li conosceva e ci aveva pure bisticciato, quei due avevano avuto una gigantesca idea del cazzo che si era poi trumutata in una situazione ben peggiore, poi una sfortuna dopo l'altra li aveva messi davvero con le spalle al muro, non solo con me ma anche tra di loro. Insomma avevano perso me, erano stati costretti alla ritirata e al supporto obbligato di una severissima Agnese, e dulcis in fundo si erano anche lasciati. Anche se non mi avrva voluto dire che idea gli fosse passata per la testa.... Mah di nuovo.....

Feci un respiro profondo, e aprii la porta.

Avevo riaquisito in quelle settimane una strana calma, molto meno superficiale, più profonda di quella che mi caratterizzava prima, forse proprio dal fatto che non ero più solo, la presenza dei ragazzi non era più una determinante delle mie giornate: avevo mamma e il lavoro, con i colleghi che mi rompevano le palle e i miei alunni con i quali avevo fatto comunella, sputtanando un paio di professori, avevo Ginevra che finalmente aveva mandato in culo Alberto e ora stava uscendo con Valerio, avevo la bimba che stava per arrivare, avevo Viola... eh sì, ci eravamo conosciuti per caso, quando io, in preda alla noia, mi ero messo a leggere un libro fantasy lì in salotto, non sapendo avesse un proprietario!

Era una ragazzina sulla ventina, come i ragazzi, dai capelli nerissimi e gli occhi azzurri candidi, dalla corporatura magra nascosta sempre da vestiti larghissimi per la sua stazza e la pelle bianca come carta. Era la seconda figlia adottiva di Samuel, il padre di Ginevra, e le sorelle condividevano un certo linguaggio segreto tra di loro. Anche perchè Viola è muta! Dopo la violenza che subì da piccola, durante il periodo con Cedric, a causa del suo professore di ginnastica, si è data al mutismo selettivo, visto che nessuno ha saputo ascoltare le sue parole quando aveva chiesto aiuto, e alla repulsione per qualsiasi creatura dotata di pisello, me compreso!

Infatti non l'ha presa bene di vedermi a leggere il SUO libro, sul divano di casa sua, sbiancando e scappando a gambe levate e facendomi chiamare da Gin 5 minuti dopo per lasciarglielo davanti la porta di camera sua e levarmi subito da lì.
Non la biasimai, anche perchè vedere un omaccione di 2m può mettere in soggezione, e feci subito quanto mi fu ordinato, con tanto di "scusa" scritto su un post-it sopra la copertina.
Avevo avuto Selene nella stessa situazione in casa per anni, non potevo lasciarla sola neanche con l'elettricista a causa dei suoi traumi, per questo la capivo e non gliene facevo di certo una colpa, anzi....
Agnese e Ginevra avevano provato a parlarci, ma io avevo fermate subito, spiegandogli che forzare la cosa avrebbe solo reso tutto più stressante per lei, e di fidarai delle mie parole e dei miei modi.

Redamancy: "L'Amore che ritorna"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora