.Capitolo 20.

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<<Sirio, su! Mi stai facendo impazzire...>> sbottò Agnese, con la forchetta carica di lasagna in mano:<< ...un boccone, non ti sto chiedendo molto, forza! UNO di numero!!!>> cercò di suonare severa, anche se la sua preoccupazione la tradiva, avvicinando il cibo alla mia bocca, ma io mi ero impuntato, così storsi le labbra e girai la testa di lato.

Mi ero imposto che non avrei mangiato, e manterrò la mia parola, costi quel che costi! Dovrà prima o poi stancarsi di me questa donna no? Volevo farla esasperare, esaurire, rimpiangere persino di avermi conosciuto, figuriamoci essersi presa cura di me. Rinuncerà a questa impresa che è starmi dietro?!?
Lei sbuffò spazientita, abbassando per un attimo la materna arma d'offesa:<< sono quasi 3 giorni che non mangi nulla, non puoi continuare così! Hai un fisico massiccio, che necessita di cibo, e sei pure in fase di guarigione... hai bisogno di mettere su nuova ciccia se non vuoi che il tuo corpo usi la tua per rigenerarsi!>> mi sgridò amorevolmente, cercando ancora di nutrirmi, ma senza successo.
Mi alzai da tavolino, andando a buttarmi sul divano, scappando da quella scenetta come un bambino di 5 anni costretto a mangiare i broccoli.

Da quando c'era stata la scenetta con il peluche a leoncino, pensieri sempre più neri mi avevano contaminato il cervello, rendendo per me impossibile uscire da quello stato depressivo: era come se mi fossi autoconvinto di non meritare nessun tipo di affetto, figlio bastardo, assassino e cinico com'ero, e che l'unico modo dignitoso per continuare a vivere era da solo, senza nessuno, perchè altrimenti sarei stato la rovina di chiunque mi avesse amato.
Insomma i miei genitori mi avevano amato, e sono morti, Tito mi aveva amato, ed è morto, Selene mi aveva amato a tal punto da provare ad avere dei figli con me, e non solo ha sofferto a causa degli aborti, ma le è venuto un tumore ed è morta, ci manca solo Agnese.... o meglio lei....lei per poco non la ammazzo io quella sera.....
Insomma c'è un pattern, sono di certo io il problema!

Per questo il mio piano era quello di allontanarla a forza prima che fosse troppo tardi. Non potevo andarmene io da solo, certo che no, doveva essere per forza lei a buttarmi fuori, così da convalidare la mia tesi che nessuno m'incula!
Non a caso il leoncino è rimasto sul comò, intoccato, non vorrei si sciupasse, qualora lei lo volesse regalare alla nipotina o ad altri, perchè io so bene di non essere degno di un regalo così ricco di affetto, impegno e sacrificio....
Sentii Agnese sbuffare disperata, ma non perse l'occasione per sgridarmi un altro pò:<< ho capito, vuoi farti morire di fame!Tanto lo so che questa non è depressione, ma è qualcosa che la tua testaccia dura ha partorito giusto per rovinarti un altro pò la vita....il cibo ti piace troppo per darti allo sciopero della fame senza motivo!>> disse, mentre sistemava i piatti. Non aveva tutti i torti....

<<mi sembrava di averti avvisato che ho una mente brillantemente del cazzo a riguardo....>> borbottai. Lei si bloccò dal sistemare la cucina, e anche se le stavo dando le spalle, potevo percepire l'occhiataccia che mi stava rifilando:<< Non. Cominciare. Ad. Insultarti. Senza. Motivo..... DI NUOVO!>> scandì severa: <<....o è la volta buona che ti faccio rinsavire a modo mio!>> mi minacciò.
Brontolai un altro pò scocciato, giusto per darle noia, come se non stessi prendendo sul serio quello che mi stava dicendo. E infatti ottenni una reazione molto coerente da parte sua, anche se non quella che speravo io: Agnese infatti avanzò veloce verso il divano dove mi trovavo rannicchiato, si sporse dallo schienale per rifilarmi uno schiaffo sul sedere da farmi scattare e mettere seduto.

<<AHIO! MA SEI.....>> le urlai, ma Agnese tagliò corto e non ci mise molto a farmi capire che questo "simpatico" gioco tra me e lei stava per finire esattamente come la sua pazienza:<< ascoltami bene: io non so cosa ti sia preso, rispetto il fatto che tu stia male, sia dolorante, abbia sicuramente fame e questo so molto bene quanto ti renda scorbutico e dulcis in fundo hai chissà cosa per la testa in questo momento per farti comportare così, non mi fa specie nè mi da fastidio che un uomo di 36 anni faccia tutti questi capricci, per la cronaca, quindi continua pure che tanto non mi smuovi di lì....MA ti avviso che se continui a mancarmi e a mancarTI di rispetto, io poi perdo la pazienza, e questo schiaffo è solo un assaggio di quelli che prendi se non ci dai un taglio, intesi?>> mi sgridò, con voce calma ma di certo arrabbiata.
Guardai altrove non abbassando lo sguardo per non dagliela vinta: più cercavo di togliermela dal cazzo, più lei si stringeva a me, come se fosse fatta di colla. Anche se mi era presa un pò di strizza, non l'avevo mai vista così arrabbiata.

Redamancy: &quot;L'Amore che ritorna&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora