1. Le regole

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Ci incontravamo un venerdì al mese, stessa camera, stesso hotel.
Per un anno e due mesi, alle 15.00 in punto.
Il ritardo non era ammesso, il controllo era bandito.
Poche parole fuori dal letto, dentro invece era tutto concesso.
Era come entrare in un'altra dimensione dell'essere, e non solo per l'estasi del piacere, ma perchè si attraversava il confine di se stessi,  non esistevano più paure, ci si esponeva nudi col proprio bagaglio d'infelicità da riempire.
Quando uscivamo non ci guardavamo nemmeno.
Due sconosciuti che fino ad un attimo prima si erano persi l'uno dentro l'altro.
Non so davvero dire perché,  era bellissimo, appagante, divertente,  sacro e profano...era tutto.
Non c'erano in gioco sentimenti o legami, solo emozioni e sensazioni temporanee. Tutte fuse in quella camera all'Hotel piazza Borsa.
Sinistro e distante come un ufficio, ci garantiva la legalità senza compromessi.
La giusta luce per apprezzare i nostri corpi che si inarcavano ad ogni colpo di piacere.
Niente regole e niente oggetti, nessuna necessità.
Nudi e disperatamente dentro l'altro per riconoscerci.

Tornavo a casa stanca, ma molto meno perplessa di prima.
Mi piaceva il suo modo di toccarmi, mi faceva sentire libera e appartenente al tempo stesso.
Posso serenamente dire che ci siamo usati vicendevolmente, nel modo esclusivo in cui gli amanti si accaparrano il piacere scambiandosi ruoli di potere fittizi.
Molto appagante e senza impegno o pensieri.
Solo sensazioni, benessere prendi e porta a casa.

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